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«Ecco i fondi stanziati da De Micheli, Minasi si impegni ad attuare gli interventi»

La risposta di “Rigenerazione democratica” alla parlamentare leghista: «Sono 11 i miliardi stanziati dal governo di cui era ministra»

Pubblicato il: 22/04/2023 – 14:49
«Ecco i fondi stanziati da De Micheli, Minasi si impegni ad attuare gli interventi»

LAMEZIA TERME «La polemica della senatrice della Lega Tilde Minasi è la prova più evidente che l’onorevole Paola De Micheli ha colto nel segno. La senatrice leghista, di fatto, ha confermato che gli annunci sul Ponte sullo Stretto vengono utilizzati da Salvini e dal Governo nazionale come un diversivo per evitare che i calabresi si accorgano dell’assenza di un’efficace politica degli investimenti da parte del Governo Meloni sulle grandi opere infrastrutturali per il Sud e la Calabria. Né la senatrice ha avuto modo di smentire il fatto che il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, sia costretto ad una condizione di assoluta subordinazione verso Roma. Il presidente Occhiuto, infatti, si è limitato finora a fare soltanto l’eco a Salvini. Dalla Calabria non è stato presentato al Governo uno straccio di piano strategico di reale capacità attuativa degli investimenti nella nostra regione. Il vero rischio è quello che l’attuale governo nazionale di destra non solo non programmi nuovi e aggiuntivi investimenti a favore della Calabria ma che possa addirittura cancellare quelli deliberati dal governo nazionale con la ministra Paola de Micheli». Lo si legge in una nota firmata dall’area politico-culturale “Rigenerazione Democratica Calabria” del Pd.
«Alla senatrice Minasi – continua la nota – ci permettiamo di suggerire una traccia di lavoro che qualifichi la sua attività istituzionale. Senatrice Minasi, probabilmente lei non conosce quanti e quali siano gli investimenti per le infrastrutture proposto e deliberati dalla ministra De Micheli. Potrebbe invece impiegare un po’ del suo tempo a verificare a che punto è lo stato di attuazione di circa 11 miliardi di euro che ha deciso il governo nazionale con De Micheli ministra?
Come contributo al suo lavoro le forniamo i dettagli:
-9400 mln di euro(scostamento bilancio Dl59/21 conv. Legge 101/21) per il tratto calabrese AV SA-RC.
-60 mln di euro Rosarno-San Ferdinando (getway ferroviario porto Gioia T.).
-280 mln di euro per la sperimentazione dei treni idrogeno su la tratta Fdc Cs-Cz.
-300 mln di euro per completamento ferrovia ionica Sibari-Cz lido-Rc.
-50 mln di euro per nuova Stazione di Montalto Uffugo.
-102 mln di euro per i porti.
-97,98 mln di euro per innovazione Sistema aeroportuale calabrese.
-31,46 mln di euro per rinnovo materiale rotabile per Tpl.
-200 mlm di euro per rinnovo treni intercity.
-80 mlm di euro per rinnovo navi Stretto di Messina.
-61,50 mlm di euro per ciclovia Magna Grecia.
-14,16 mlm di euro per cittadelle giudiziarie.
-44,52 mlm di euro per dighe ed invasi.
-111,70 mlm di euro per la ZES.
Sulla Statale 106 – spiega “Rigenerazione democratica” – è rimasto invariato l’investimento di 3 miliardi di euro programmati dalla ministra de Micheli ma diluiti da Salvini in una programmazione di 15 anni. Ed ancora, senatrice Minasi, potrebbe verificare quanti finanziamenti la Regione Calabria sia stata capace di attrarre dai bandi che con Paola De Micheli ministra sono stati messi a disposizione per l’edilizia residenziale pubblica e per la rigenerazione urbana e housing sociale? Per quel che riguarda le reti di distribuzione idrica invece abbiamo già la certezza che grazie alla grande confusione che ha generato la giunta regionale della Calabria sulla gestione del sistema idrico, la Regione di centrodestra non sia stata in grado di far arrivare in Calabria un solo euro».
«Infine – si conclude la nota – anche per quanto riguarda la concreta realizzazione del Ponte sullo Stretto va sottolineato che la ministra De Micheli ha finanziato lo studio di fattibilità cancellato dal decreto Salvini, per tornare al vecchio progetto del Ponte (oggi di dubbia realizzabilità essendo trascorsi più di vent’anni) al solo scopo di ripristinare la vecchia società “Stretto di Messina”, con pesanti oneri per lo Stato».

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