RENDE «Credo che sia arrivato il tempo che il Psc – che si vuole approvare a tutti i costi – venga nuovamente ridiscusso, ridisegnato, modificato. I numeri parlano chiaro e ci dicono, senza mezzi termini, che non vi è una maggioranza consiliare in grado di approvare il testo definitivo del documento urbanistico». Così, in una nota, il segretario del Psi di Rende Francesco Tenuta. «Non si può più perdere del tempo – continua la nota – per organizzare frettolose riunioni di gruppo e capire chi può votare il documento; chi non è disponibile al voto favorevole; chi debba, per forza di cose, astenersi. Il Psc non modifica, infatti, un piccolo vicolo di una città, ma è un importante strumento urbanistico, con ampi contenuti strategici che si riverberano non solo e non tanto sull’assetto urbano di un territorio, ma anche e, soprattutto, nella vita di una intera comunità. Ed è per questo che la discussione va affrontata con una certa serietà, scrupolosità, responsabilità».
Tenuta consiglia di sfruttare «il tempo rimasto non per affannarsi nel ricercare i fatidici numeri della lotteria, ma per coinvolgere tutte le componenti istituzionali e sociali, attraverso un nuovo percorso di partecipazione e di ascolto in merito alle scelte degli assetti urbanistici del territorio. Si torni a discutere, ad esempio, in merito alla trasformazione dei terreni destinati al verde e ai servizi; agli indici di fabbricabilità delle aree residenziali; alla destinazione dell’area di proprietà comunale ove insiste lo stadio Marco Lorenzon; ai Pau. Entro il mese di dicembre, se vi è davvero la volontà politica, è possibile riprogrammare le tappe imposte dalla Legge Urbanistica Regionale».
«Solo così – continua – si può uscire da questa impasse che nessuno vuole e che Rende non merita. Auspichiamo e chiediamo al governo di questa città di ripensare e riconsiderare il Psc col pieno coinvolgimento, questa volta, della cittadinanza e di tutti i soggetti sociali e istituzionali, così da poter condividere le responsabilità, rielaborando un nuovo piano urbanistico che possa essere appannaggio della intera collettività e non di pochi».
x
x