COSENZA Il collettivo “Fem.In. Cosentine in lotta” torna ad alzare la voce. «A seguito dell’occupazione del consultorio presso l’Università della Calabria – si evidenzia in una nota – con la quale si è rivendicato l’acquisto di un ecografo ormai non presente da più di tre anni, nonostante il tavolo avviato con il commissario ad acta Antonio Graziano, il direttore sanitario Martino Rizzo, l’ingegnere Capistro responsabile per le forniture e la logistica e il coordinatore provinciale dei consultori Russo, l’Asp di Cosenza risulta ancora una volta inadempiente circa quanto accordato». «A più di sessanta giorni dall’incontro – continua ancora il collettivo – ad oggi l’ecografo presso il consultorio del centro sanitario dell’Unical non è presente. Del resto, come potrebbe essere presente se l’Asp di Cosenza, nel suo immobilismo, non ha emesso alcun ordine di acquisto dal 21 febbraio? Questa mattina – evidenzia “Fem.In. Cosentine in lotta” – abbiamo effettuato un sopralluogo presso la struttura e nelle scorse settimane il coordinatore provinciale, dottor Russo, aveva assicurato l’acquisto e addirittura la relativa consegna di un ecografo di II livello, prima entro il 7 aprile e poi entro il 21. Il problema si palesa, come sempre, a monte: dai comodi uffici di via Alimena non è stata presa in carico la questione e fino ad ora tutti hanno cercato di prendere tempo con bugie e fandonie. Non è possibile chiedere ulteriore comprensione alle donne che da anni vengono private di un servizio fondamentale per la prevenzione e la cura, soprattutto poiché i consultori sono stati pensati appositamente per la presa in carico a 360 gradi delle donna e della sua salute e che i servizi territoriali dovrebbero essere funzionali al miglioramento della salute psico-fisica di persone e famiglie, anche e soprattutto al fine di sgravare le strutture ospedaliere già sature e completamente in mancanza di organico».
Il collettivo cosentino parla di corco circuito del sistema sanitario regionale che «non passa solo dal piano di rientro e dall’incapacità delle strutture amministrative di spendere bene e tempestivamente i fondi, come per il Pnrr, ma si basa su una volontà politica servile al progressivo taglio dei servizi pubblici e universali in favore di prestazioni private e dell’emigrazione sanitaria, affinché la Calabria continui ad essere un salvadanaio ad uso e consumo di altre regioni che hanno fatto del sistema sanitario pubblico mero strumento di supporto per la sanità privata. Stiamo monitorando la situazione e non intendiamo più lasciare il passo alle promesse, ci stiamo organizzando e invitiamo studenti e cittadine a mobilitarsi insieme a noi. Non ASPettiamo più, consultori aperti ed efficienti, subito».
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