CATANZARO I Centri per l’impiego come «infrastruttura di base per lo sviluppo delle politiche attive» e una nuova agenzia, Arpal, come “perno” del sistema. Sono questi alcuni dei punti maggiormente qualificanti la riforma del mercato del lavoro in Calabria approvata dalla Giunta regionale. La proposta di legge di riforma (scaricabile alla fine di questo articolo) è contenuta in una proposta di legge regionale promossa dall’assessore regionale Giovanni Calabrese e ora al vaglio del Consiglio regionale: 34 articoli in tutto che nascono da una valutazione precisa. «Alla luce della mutata regolamentazione del mercato del lavoro basata sulla centralità dei Servizi per l’impiego e delle politiche attive e sul loro necessario coordinamento con il sirma della formazione dei disoccupati la normativa regionale attualmente vigente in materia, emanata con la legge regionale 5 del 2021, risulta – si legge nella relazione illustrativa alla proposta di legge – ormai superata da tempo e necessita di un puntuale aggiornamento. Pertanto la Regione Calabria intende dotarsi di una regolamentazione del mercato del lavoro e delle politiche attive adeguata alle più recenti disposizioni statali, al fine di disciplinare compiutamente il sistema delle politiche del lavoro, della formazione, dell’apprendimento permanente e del sostegno all’autoimpiego nel territorio regionale nonché il relativo quadro degli interventi e degli strumenti di programmazione ed attuazione».
La proposta di legge, dal titolo “Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente”, prevede il riordino della disciplina del mercato del lavoro «promuovendo altresì – riporta ancora la relazione – un rafforzamento della strategia regionale di sviluppo delle politiche attive e del sistema dei servizi per il lavoro». Per raggiungere questi obiettivi la riforma elaborata dalla Giunta Occhiuto prevede «la configurazione dei Centri per l’impiego come infrastruttura di base per lo sviluppo delle politiche attive, attraverso l’erogazione di servizi obbligatori (Lep) con la collaborazione e la funzione di supporto prevista anche da parte del sistema dei soggetti accreditati privati, il coordinamento degli interventi regionali in materia di formazione e politiche attive per il lavoro e di apprendimento permanente con le politiche per lo sviluppo economico, l’istruzione e le politiche sociali, il sostegno ad azionai di sistema che contemplino, da un lato, la presenza di una rete di soggetti accreditati al lavoro alla formazione operativi sul territorio regionale, e dall’altro il massimo coordinamento tra le funzioni pubbliche regionali preposte alle politiche attive, ai Centri per l’impeto, alle misure per la formazione dei disoccupati tra cui l’autoimpiego, prevedendo altresì la collaborazione per gli interventi relativi all’inclusione attiva con il sistema delle politiche e sei servizi sociali territoriali».
E soprattutto la riforma prevede «l’istituzione dell’Agenzia regionale per le politiche attive e i servizi per l’Impiego – “Arpal Calabria” – chiamata a operare quale organismo tecnico della Regione, dotato di personalità giuridica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile». Arpal, ente pubblico non economico strumentale della Regione, in pratica “supererà”, trasformandola, Azienda Calabria Lavoro: tra le sue principali funzioni, quella di supportare i Centri per l’impiego nell’erogazione dei servizi per il lavoro delle misure di politica attiva connesse alle funzioni e ai compiti della Regione. Due gli organi previsti per l’Arpal, organi che restano in carica 3 anni: il direttore generale, che viene nominato con decreto del presidente della Giunta regionale «previa deliberazione» della Giunta stessa e avrà una retribuzione equiparata a quella di un dirigente generale della Regione, e il revisore unico che viene designato (insieme al suo supplente) dal presidente della Giunta regionale mediante sorteggio da un elenco formato dopo un avviso pubblico. (a. c.)
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