Il corridoio è stretto ma si punta ad attraversarlo fino in fondo e a portare a casa il risultato. Il risultato è la proroga, l’ulteriore proroga, del Decreto Calabria, la legislazione speciale per la gestione della sanità calabrese. Sono giorni di frenetiche trattative sull’asse Catanzaro-Cittadella, il governatore e commissario Roberto Occhiuto, che non disdegnerebbe un ulteriore slittamento in avanti della normativa, e Roma, il livello governativo a guida centrodestra. Secondo fonti accreditate l’intenzione comune è quella di procedere alla proroga del Decreto Calabria ma il cammino non è privo di ostacoli, il più ingombrante dei quali è il fattore tempo: il Decreto Calabria va prorogato entro l’8 maggio, altrimenti decade e si torna alla legislazione ordinaria. Si era tentato un passaggio parlamentare ma il passaggio, peraltro molto complicato perché sul poiane dei tempi l’8 maggio non era praticamente traguardabile, è stato già chiuso in sede di quarta Commissione, con lo stop ad alcuni emendamenti al decreto Calabria contenuti nel cosiddetto Decreto Bollette ritenuti “estranei” alla materia.
E’ rimasto aperto un solo passaggio, una sola “finestra” ed è quella di un decreto legge da approvare in Consiglio dei ministri: la “deadline”, e cioè la data utile – riferiscono sempre fonti del centrodestra – sarebbe quella dell’1 maggio, la seduta di Cdm convocata dalla premier Meloni per approvare una serie di provvedimenti in tema di lavoro. Sempre fonti del centrodestra riferiscono che la proroga del Decreto Calabria sarebbe abbinata con la decisione di commissariare la sanità del Lazio. A quanto si apprende, per quanto riguarda la proroga del Decreto Calabria si starebbe lavorando sulla traccia battuta dagli emendamenti che non sono passati al vaglio della quarta commissione della Camera, in particolare l’emendamento a firma dei deputati Benigni (Fratelli d’Italia), e i calabresi Cannizzaro e Arruzzolo (Forza Italia, il partito di Occhiuto) che prevede un’ulteriore proroga di sei mesi alla permanenza in carica dei commissari straordinari delle Asp e delle aziende ospedaliere, disponendosi comunque che «decadono, ove non confermati… entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione» del decreto. Analisti politici sostengono che comunque il quadro politico complessivo a livello nazionale “aiuta” la proroga del Decreto Calabria, considerando – è la lettura anche di molti organi di informazione – l’asse che nelle ultime settimane si sarebbe saldato tra la Meloni e Fratelli d’Italia e Forza Italia, in particolare ala berlusconiana-governativa espressa dal vicepremier Tajani, senza dimenticare comunque il “peso” sulla scena politica capitolina dello stesso Occhiuto. Certo, la strada del decreto da parte del Cdm è l’unica ormai a disposizione e resta da rispettare una tempistica che è davvero stretta, perché richiede il via libera del Consiglio dei ministri l’1 maggio e poi la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale entro l’8 maggio. Ma si lavora per abbattere ogni ostacolo. (a. c.)
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