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“Registro Sconnesso” torna in libreria con le diverse facce della valutazione

Il semestrale calabrese dei docenti diretto da Claudio DIonesalvi in questo numero si occupa del processo valutativo in tutte le sue declinazioni

Pubblicato il: 29/04/2023 – 8:32
“Registro Sconnesso” torna in libreria con le diverse facce della valutazione

COSENZA Valutare significa dare un valore, attribuire un prezzo, ma come si può attribuire un prezzo ad una persona? Non si può, eppure ai docenti viene richiesto quotidianamente. È iniziato con queste osservazioni  del professore Bornino, l’incontro tenutosi negli spazi della libreria “Raccontami” di Cosenza per presentare il terzo numero di Registro Sconnesso, una rivista semestrale stampata e diffusa da “Le Pecore Nere” (una casa editrice indipendente trasnazionale con doppia sede: a Rosario, in Argentina, e a Cosenza, in Calabria), diretta da Claudio Dionesalvi. Il volume nasce dall’idea di alcuni docenti che vogliono avere uno spazio di confronto e di riflessione, libero e, appunto, “sconnesso” dalle regole che spesso fanno perdere di vista il compito principale della scuola. C’è l’urgenza di affrontare e analizzare temi e dinamiche delicate che riguardano il mondo della scuola in tutti i suoi aspetti. Uno spazio plurale in cui riflettere in maniera assolutamente costruttiva.

Il terzo numero affronta il delicato tema della valutazione

Come si può fare una valutazione corretta in modo che questa non sia un mero esercizio aritmetico che rischia di lasciare un segno negativo nella vita di un adolescente, minando alla sua autostima? I docenti Giuseppe Bornino, Stefania Lecce, Alessandra Luberto e Giovanni Scavello, in una piacevole conversazione con le libraie Marta Monteleone ed Emanuela Internò, hanno snocciolato il tema analizzando gli aspetti più importanti. In apertura, Bornino ha sottolineato i limiti delle prove invalsi che si rivelano molto riduttive in un processo complesso di crescita individuale di ogni allievo. Su questo aspetto si sono agganciate le professoresse Lecce e Luberto che hanno sottolineato il punto di vista degli alunni che, nella maggior parte dei casi, vivono il processo di valutazione con ansia, con la paura che possa diventare un’etichetta.
Come può un numero raccontare una persona nelle sue mille sfaccettature e nella sua essenza? Può funzionare davvero l’idea di una scuola senza voti?

La rivista

Giovanni Scavello ha incentrato il suo ragionamento sull’importanza di costruire prove di verifica adatte a dimostrare ciò che è stato trasmesso per non incorrere nell’errore di svalutare troppo la valutazione. La scuola ormai è cambiata in maniera radicale, discostandosi sempre di più dal modello normativo, rispecchiando sempre di più la società fatta da famiglie che spesso tendono a proteggere i figli oltremisura, costruendo su di essi aspettative enormi che spesso vanno in conflitto con la realtà scolastica. In questa ottica «il processo di valutazione deve essere considerato un mezzo finalizzato allo sviluppo della responsabilità del proprio processo formativo in cui l’alunno diventa consapevole delle proprie capacità e dei propri limiti, in un percorso di sviluppo metacognitivo. Il concetto di valutazione deve riguardare ciascun alunno nella sua singolarità», come si legge nell’articolo della professoressa Giovanelli di Mantova, contenuto nella rivista e ripreso anche dalla professoressa Stefania Lecce per sottolineare come la scuola deve incoraggiare ogni studente a raggiungere il successo formativo. «La scuola dovrebbe valorizzare i ragazzi perché sappiano riconoscere le loro capacità senza essere intimoriti».
La conversazione ha toccato diversi argomenti con un riferimento anche all’importanza della professione dell’insegnante che, come ha detto una delle padrone di casa «insieme al dottore, ti salva». L’incontro si è concluso con una veloce riflessione sulla formazione che sarà argomento del prossimo numero. (f.v.)

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