COSENZA «Si sente spesso dire che l’arte contemporanea non è altro che spazzatura. Al Comune di Cosenza hanno preso alla lettera la critica, gettando nell’immondizia un’installazione artistica in memoria del direttore Sergio Cosmai, trucidato dalla ‘ndrangheta nel 1985». Così sul suo profilo facebook il senatore di Forza Italia e già sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. «L’opera – prosegue – riproduceva significativamente tre ombre giganti pensate dall’artista Maurizio Orrico con le mani a forma di pistola, pronte a sparare sul mondo, dall’alto in basso, come a voler rappresentare in quel gesto l’oscurità funesta della criminalità che incombe sempre su di noi ed esprime violenza, odio e minaccia. Qualcuno, all’interno dell’Amministrazione comunale, ha deciso che quell’opera fosse da buttare, dopo averla tranciata con il laser senza alcun rispetto per chi l’aveva commissionata, per chi l’aveva pensata e per chi l’aveva apprezzata. Senza badare ai costi sostenuti e (adesso) da sostenere. Allo stesso modo barbaro di quello che avvenne tanti anni fa per la scultura di Cesare Baccelli in piazza Spirito Santo. A qualcuno non piaceva. Senza capire che un’opera di arte contemporanea non deve per forza piacere a tutti, se mai deve interrogare in virtù dell’idea che le sta dietro, perché a partire dal secolo scorso l’arte è diventata soprattutto concettuale. Adesso magari metteranno al suo posto l’ennesimo busto celebrativo, come si usa nei regimi totalitari o nei posti dove regna l’ignoranza».
«Nel frattempo, – prosegue il senatore di Forza Italia – dopo aver tagliato con il laser le sculture, hanno lasciato in bella vista un altarino abusivo come tanti altri che sto vedendo ultimamente in città. L’ho sempre detto: una città è un’opera collettiva che può essere il risultato delle migliori aspirazioni degli uomini oppure quello del loro malcostume. Chi la governa dovrebbe incentivare le buone pratiche, stimolare il senso civico dei cittadini, ricercare il bello e favorire la socialità. Vedevo -durante i nostri dieci anni di amministrazione- tanti giovani insieme per le strade, genitori che finalmente accompagnavano i figli a piedi a scuola, feste e installazioni varie per favorire la coesione sociale, bimbi che giocavano all’aperto nelle piazze (poi alcune smantellate a favore di strade veicolari), tante opere d’arte e installazioni e sperimentazioni artistiche contemporanee per incentivare la creatività e l’innovazione, l’orgoglio della appartenenza dei cittadini stimolato dalle grandi opere pubbliche di qualità realizzate anche per rigenerare le aree degradate. Oggi – afferma ancora Occhiuto – ci ritroviamo di nuovo in una città senza un’anima, che non manifesta amore e dedizione; dove si favoriscono le macchine anziché le persone, con tanti gazebo e altarini abusivi, doppie file, priva di manutenzione e cura; una città dove ognuno può fare quello che vuole, senza alcuna visione, né attrattività, innovazione e creatività, con busti celebrativi e ritagli riproducibili di lamiera al posto delle opere d’arte. L’unica opera con un senso sociale e comunitario è il completamento del Viale del Benessere, che sebbene tanto osteggiata (anche dall’attuale amministrazione) adesso già evidenzia la visione lungimirante che avevamo avuto. Dieci anni non sono bastati. E non lo dico per critica politica, anzi lo dico con grande tristezza e dispiacere», conclude.
«Registriamo l’ennesimo intervento miope dell’ex sindaco di Cosenza sulla rimozione dell’installazione artistica in memoria di Sergio Cosmai, colpito, probabilmente, da quel fenomeno denominato “effetto Dunning–Kruger” per il quale le persone poco esperte, non solo sono inefficaci nelle strategie che mettono in atto nel perseguire i propri obiettivi, ma, forse ancora peggio, non sono in grado di rendersene conto e pensano al contrario di essere migliori degli altri». Questa la replica all’intervento del senatore azzurro da parte del gruppo consiliare Franz Caruso sindaco. «I nostri concittadini, invece, devono sapere che la rimozione dell’installazione di Maurizio Orrico, artista certamente apprezzato ed amico personale e compagno di coalizione dell’ex sindaco, è stata chiesta con forza dalla vedova del compianto Sergio Cosmai ritenendola – e secondo noi a giusta ragione – inadeguata a rappresentare il sacrifico di un uomo che ha pagato con la vita il suo attaccamento allo Stato ed ai valori della legalità. A questo proposito – prosegue la nota – farebbe, dunque, bene l’ex sindaco a chiedere scusa alla famiglia Cosmai ed all’intera città di Cosenza essendosi, per il proprio ego, spinto così oltre il limite della decenza da parlare di ignoranza e di regimi totalitari. Da che pulpito peraltro(sic!). Detto ciò è opportuno evidenziare che l’installazione è attualmente custodita nei locali comunali per essere riposizionata in un altro luogo idoneo e non ostativo della sicurezza e dell’incolumità pubblica. Anzi, è bene precisare che sarà ricollocata l’intera opera, con l’aggiunta, cioè, della striscia in ferro riportante una frase di Sergio Cosmai. Quest’ultima, lo ricordiamo, era stata infatti rimossa ed abbandonata per anni tra i rovi a seguito dell’incidente in cui hanno perso la vita due giovani, lasciando così in bella mostra solo tre enormi figure inquietanti armante di pistola, che sembravano esaltare gli assassini, piuttosto che rendere omaggio al Dottore Cosmai. Per quanto riguarda, infine, l’analisi relativa alla città senz’anima, in questi 17 mesi, giorno dopo giorno, al contrario di quanto avvenuto nel decennio amministrativo infausto targato Occhiuto, (nel corso del quale pure il salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi era “cosa sua”) Franz Caruso e la sua compagine amministrativa si sono aperti alla comunità, coinvolgendola ed attraendola. Non a caso associazioni, circoli culturali, esercenti commerciali e privati cittadini fanno a gara per affiancarci, con il contributo di idee, proposte ed iniziative, che stanno cambiando volto a Cosenza ridandole il ruolo di città capoluogo che la storia le ha consegnato. Un ruolo che difenderemo strenuamente anche contro i tentativi dell’ex sindaco, del fratello governatore della Calabria e dell’intero centrodestra, di privarla del nuovo ospedale Hub provinciale, per il quale si sta agitando addirittura il tema della Città Unica. Come dire, – conclude il gruppo consiliare – al “peggio (degli Occhiuto) non c’è mai fine”!».
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