ROMA La pioggia non è stata clemente con il concertone quest’anno, ma piazza San Giovanni a Roma è gremita già dal pomeriggio, con una distesa di ombrelli e mantelle impermeabili. Una distesa colorata come non mai che fa da contrappunto al cielo plumbeo e minaccioso. Trecentomila gli accessi consentiti per motivi di sicurezza, eredità del post-covid. I varchi, già intorno alle 16.30, sono stati chiusi, con lunghe file di ragazzi che attendono sperando nelle rinunce di quanti sono già dentro. La maratona – quest’anno dedicata alla Costituzione, di cui ricorrono i 75 anni – ha preso il via nel primo pomeriggio, un’ora di anteprima senza diretta tv e poi il via ufficiale intorno alle 15 con Ambra – padrona di casa per la sesta volta consecutiva, stavolta affiancata da Fabrizio Biggio – che commossa ha ricordato Lorenzo Parelli, il 18enne morto nel gennaio 2022 nell’ultimo giorno del suo periodo di alternanza scuola-lavoro.
“Lorenzo muore nella prima sillaba della parola futuro, perché ad avere un lavoro non ci arriverà mai, morto durante l’orario scolastico e questo nemmeno la costituzione poteva prevederlo. Paga con la vita, senza ancora essere stato pagato da nessuno. Siamo su questo palco per consegnarvi qualcosa di importante: La carta di Lorenzo, abbiatene cura”. Accanto ad Ambra, sul palco di piazza San Giovanni sono saliti anche i genitori di Lorenzo, Maria Elena e Dino Parelli. “Siamo qui per dedicare un pensiero a Lorenzo – ha detto la coppia alla platea -. Lui vi direbbe: abbiate cura della vita, perché è sacra e dobbiamo onorarla. La sicurezza non ha colore né bandiera, è di tutti, è una responsabilità collettiva di ognuno di noi”.
Sempre Ambra si è fatta portavoce dei diritti (negati) delle donne. “Avvocata, ingegnera, architetta. Tutte queste vocali in fondo alle parole sono, saranno armi di distrazione di massa? Ci fanno perdere di vista i fatti e i fatti sono che una donna su cinque non lavora dopo un figlio, che guadagna un quinto in meno di un uomo che copre la stessa posizione. Non lo diceva già la Costituzione nel 1949 che la donna doveva avere gli stessi diritti dell’uomo nell’art. 36?”. E incalza: “Voglio proporre uno scambio: riprendetevi le vocali in fondo alle parole, ma ridateci il 20% di retribuzione“. All’Orchestraccia l’onere di battezzare il palco con una versione rivisitata dell’Inno d’Italia prima e con l’immancabile Bella Ciao. (Ansa)
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