Indennità per i componenti del Cda, indennità per il comitato scientifico, “maglie larghe” nei controlli ed enti locali tenuti fuori. Il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle all’attacco in avvio dell’esame del Decreto Ponte sullo Stretto nelle commissioni parlamentari, con forti critiche alla maggioranza di centrodestra.
«Oggi in commissione Trasporti abbiamo iniziato ad esaminare il decreto legge di Salvini sul Ponte sullo Stretto. Inopinatamente, sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti con cui si prevedeva l’ingresso dei sindaci pro-tempore di Messina e Villa San Giovanni nel Cda della Società Stretto di Messina spa, nonché quelli che prevedevano la gratuità delle cariche fino al concreto inizio dei lavori dell’opera al fine di evitare l’elargizione di prebende». Lo dichiara il capogruppo Pd in Commissione Trasporti, Anthony Barbagallo, a margine dell’avvio dell’esame del decreto Salvini sul Ponte. La commissione – prosegue l’esponente del Pd – ha invece approvato l’emendamento 1.39, primo firmatario Barbagallo, che prevede un tetto di spesa alle indennità dei 9 componenti del comitato scientifico. A sua volta, il vicepresidente della Commissione Trasporti, Roberto Morassut, anch’egli del Pd, evidenzia come «il dibattito nelle commisioni parlamentari sul decreto riguardante il Ponte sullo Stretto di Messina sta svelando ancor più chiaramente la sua debolezza. Il Ponte ancor prima di ripartire già “balla”. Si vorrebbe imporre un progetto senza coperture finanziarie, attraverso una concessione pasticciata assegnata senza stabilire un quadro finanziario e tariffario certo. Non è previsto alcun coinvolgimento delle popolazioni locali attraverso un dibattito pubblico. E non è previsto alcun controllo del Parlamento sugli investimenti, la sicurezza e le manutenzioni. Un consiglio di amministrazione strapagato con gettoni da vera casta. Un’opera “cinese” per la sua follia megalomane e per le procedure autoritarie con cui si vorrebbe imporla».
Anche dal Movimento 5 Stelle si alzano le contestazioni. Il vicecapogruppo pentastellato alla Camera, Agostino Santillo, sostiene che «sul decreto legge del Ponte sullo Stretto il governo è partito subito mettendo in chiaro una cosa: il progetto va portato avanti ad ogni costo e in barba a ogni minimo accorgimento per scongiurare corruzione. Storture procedurali e mangiatoie varie. Non sono infatti per nulle chiare le modalità con cui si procederà all’attribuzione delle funzioni di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, in capo al ministero delle Infrastrutture. Dopo un confronto con Anac avevamo proposto un emendamento che riportasse la società concessionaria, vale a dire la Stretto di Messina spa, nei binari dei vari adempimenti previsti dalla legge nazionale anticorruzione. Purtroppo – prosegue Santillo del M5S – l’esecutivo ha deciso di partire subito all’insegna del menefreghismo e della sciatteria, a dimostrazione di come si stia portando avanti un decreto legato a un’idea del Ponte funzionale esclusivamente alla rivedibile propaganda di Salvini e soci. Ribadiamo un concetto: al di là dei giudizi sul ponte in sé, qui ci troviamo di fronte a un’opera dai costi stratosferici e la cui utilità è ancora tutta da supportare con ulteriori riflessioni e studi. Il governo va avanti a testa bassa e pone già le basi per eliminare ogni paletto sui controlli. Se il buongiorno si vede dal mattino, questo mattino sullo Stretto di Messina non preannuncia nulla di buono».
A difendere il testo Matilde Siracusano, deputato di Forza Italia e sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. «Le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera dei deputati – spiega Siracusano – stanno esaminando il decreto sul Ponte sullo Stretto di Messina. Con i colleghi del centrodestra e di Forza Italia abbiamo iniziato a votare gli emendamenti e a difendere dai pregiudizi ideologici accampati da una parte delle opposizioni un provvedimento fondamentale per la Sicilia, per la Calabria, e per l’intero Paese. Il Ponte sullo Stretto, infatti, andrebbe a completare il corridoio europeo che dalla Scandinavia arriva fino a Palermo, rappresentando un asset strategico per la Nazione, per il commercio, e per la nostra economia. Le infrastrutture sono indispensabili per lo sviluppo dei territori, e anche il Sud Italia merita di avere grandi opere per poter concorrere insieme al resto dell’Europa, per avere una mobilità davvero sostenibile, e per dare maggiori opportunità ai propri giovani e alle proprie imprese».
Il governo ha annunciato l’intenzione di porre la questione di fiducia sul decreto per il Ponte sullo Stretto, lunedì 15 maggio. E’ quanto viene riferito al termine della conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che ha stabilito che la discussione generale sul provvedimento inizierà martedì 9 maggio alle 15. La fiducia dovrebbe essere votata martedì 16, dopo lo stop dei lavori della Camera in vista delle amministrative, con voto finale nel pomeriggio. (redazione@corrierecal.it)
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