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L’iniziativa

Psichiatra uccisa, luci spente anche al dipartimento Salute mentale dell’Asp di Catanzaro

Le strutture del Capoluogo, di Lamezia e di Girifalco aderiranno all’iniziativa promossa dalla Società italiana di psichiatria

Pubblicato il: 02/05/2023 – 17:06
Psichiatra uccisa, luci spente anche al dipartimento Salute mentale dell’Asp di Catanzaro

CATANZARO La dottoressa Rosina Manfredi, direttore del dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’Asp Catanzaro, comunica che lo stesso Dipartimento aderirà all’iniziativa della Sip Calabria (Società italiana di psichiatria), di partecipare alle fiaccolate che si terranno in varie città italiane in ricordo di Barbara Capovani, tenendo per tutta la notte del 3 maggio le luci accese dei servizi territoriali afferenti (CSM), nei due SPDC di Catanzaro e Lamezia e nella SRP e REMS di Girifalco con l’esposizione di uno striscione in ricordo della collega scomparsa tragicamente a Pisa per mano di un paziente giudiziario. Sarà un gesto simbolico di ricordo, ma con lo scopo anche di “illuminare” l’attenzione alla sicurezza sul lavoro per gli operatori della Salute Mentale. La morte della dottoressa Barbara Capovani rappresenta una tragedia a fronte della quale non possiamo e non dobbiamo rimanere inermi; tra i tanti temi su cui riflettere, c’è quello specifico del rapporto tra salute mentale e giustizia.
La stessa Corte Costituzionale ha chiesto recentemente al Parlamento, così come i numerosi appelli dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale d’Italia, di rivedere dopo la pur giusta chiusura degli OPG, l’attuale situazione critica di risposte ai pazienti psichiatrici giudiziari che hanno commesso reati gravi o che evidenziano condizioni pericolose di violenza, ovvero manifestazioni aggressive incoercibili, che sono da affrontare e gestire non solo con iniziative sanitarie, ma attivando percorsi specifici di massima sicurezza che garantiscano cure appropriate e, nel contempo, l’incolumità e la protezione di chi lavora nei Servizi, come avviene in tutti i paesi del mondo civile.

C’è bisogno di nuova progettazione e rivalutazione organizzativa della salute mentale, rivedere le norme sulla semi-infermità mentale e la non imputabilità, e quindi nuovi strumenti e risorse, sia dal lato sanitario che da quello della giustizia, senza lasciare a mani nude e in numero ridotto, migliaia di operatori che quotidianamente si misurano con le criticità e i bisogni, sempre più complessi, della popolazione sofferente di disturbi psichiatrici.

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