REGGIO CALABRIA Un’operazione particolarmente complessa non solo per il numero dei provvedimenti eseguiti, ma anche per l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente individuata, i sequestri di denaro e la rete associativa transnazionale sviluppata tra Italia, Germania, Belgio, Portogallo. L’operazione Eureka – che ha colpito in particolare le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo – ha visto la collaborazione delle Procure di Reggio Calabria, Milano e Genova, e degli investigatori dei paesi coinvolti. Un «lavoro di squadra», così come è stato detto in conferenza stampa, che ha portato all’emissione di 108 provvedimenti cautelari (85 in carcere) dal gip di Reggio Calabria, nell’operazione lombarda è stata emessa una misura cautelare per 38 persone e per altre 15 in quella ligure. Tutte le inchieste sono coordinate dalla Direzione nazionale antimafia diretta dal procuratore Giovanni Melillo.
«L’indagine nasce dai collegamenti tra Belgio e Italia e si sviluppa poi sul fronte tedesco e portoghese», ha spiegato il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato in collegamento il procuratore nazionale Melillo e i procuratori di Milano Marcello Viola e Genova Nicola Piacente. «Il contrasto alla ‘ndrangheta – ha detto Bombardieri – deve essere un contrasto non solo a livello locale o nazionale, ma a livello internazionale». L’indagine, che secondo quanto emerso ha toccato i livelli più alti dell’organizzazione criminale, ha consentito di smantellare una rete che reinvestiva anche ingenti quantità di denaro in attività. «Parliamo di risorse finanziarie importantissime», ha detto il procuratore di Reggio Calabria.
«Si tratta di una indagine che ha interrotto operazioni finanziarie impressionanti», ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, che ha messo in rilievo il risultato raggiunto a seguito dell’individuazione dell’ingente quantità di sostanza stupefacente e i sequestri di denaro, società commerciali, beni mobili e immobili. «Dall’indagine è emerso che c’è un investimento di circa 22,5 milioni di euro e ha portato a sequestri che ammontano a 23 tonnellate di cocaina, l’operazione di oggi ha interrotto operazioni che avrebbero avuto ricadute su tutta l’organizzazione».
«Si colgono evoluzioni dei fenomeni mafiosi che altrimenti perderemmo di vista. L’indagine di Reggio Calabria ha una straordinaria importanza perché rileva strutture criminali apparentemente lontane», ha detto nel corso del suo intervento il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, che ha aggiunto: «Le indagini dimostrano i processi di ramificazione in Italia e in molti paesi europei, come Belgio e Germania. Non è una impresa facile fare indagini di questo tipo. L’indagine di Reggio Calabria rappresenta un momento importante per lo sviluppo del network del traffico di sostanze stupefacenti e connesso a quello di riciclaggio: parliamo di tonnellate di stupefacenti. Milano – ha detto ancora Melillo – è un luogo cruciale nello sviluppo delle strategie criminali e affaristiche della ‘ndrangheta e di altri organizzazioni criminali. Le indagini di Milano e Genova completano il quadro». (redazione@corrierecal.it)
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