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Dal cuore dell’Europa fino in Colombia ed Ecuador: colpito il narcotraffico del clan di San Luca

La droga sarebbe stata portata con navi portacontainer in porti come Anversa, Rotterdam o Gioia Tauro in Calabria. Per riciclare il denaro illegale della droga, i sospetti avrebbero investito, tra …

Pubblicato il: 03/05/2023 – 9:52
Dal cuore dell’Europa fino in Colombia ed Ecuador: colpito il narcotraffico del clan di San Luca

REGGIO CALABRIA La maxi-operazione di polizia a livello europeo contro la ‘ndrangheta denominata ‘Eureka’ si è concentrata, in particolare, sul clan di San Luca e sul contrabbando di una grande quantità di cocaina dal Sud America all’Europa. Secondo i risultati dell’inchiesta, il clan avrebbe lavorato con l’organizzazione criminale Primeiro Comando da Capital in Brasile, con il Clan del Golfo in Colombia e con un gruppo di etnia albanese in Ecuador. La droga sarebbe stata portata con navi portacontainer in porti come Anversa, Rotterdam o Gioia Tauro in Calabria. Apparentemente parte della cocaina è stata spedita anche in Australia. Per riciclare il denaro illegale della droga, i sospetti avrebbero investito, tra le altre cose, in ristoranti, immobili e autolavaggi. Si sospetta che una rete di riciclaggio di denaro sia stata istituita principalmente in Germania, Belgio, Portogallo e Argentina.

L’indagine nel cuore dell’Europa

L’indagine “Eureka” sarebbe iniziata nel luglio 2019 a Genk, in Belgio, dove alcuni lavoratori calabresi di una pizzeria sono stati messi sotto osservazione dagli inquirenti. Dalla pizzeria in Belgio ci sarebbero stati, infatti, contatti con vari spacciatori di cocaina della ‘ndrangheta. Di conseguenza, gli investigatori belgi e italiani hanno collaborato nelle indagini, che hanno portato alla scoperta di altri sospetti, anche a Monaco di Baviera. Inoltre, gli inquirenti avrebbero scoperto un diffuso sistema di riciclaggio di denaro in ristoranti, pizzerie, caffetterie e gelaterie, soprattutto nella Renania Settentrionale-Vestfalia. Durante le indagini, gli investigatori avrebbero avuto accesso alle chat interne dei sospetti dai telefoni cellulari criptati. Apparentemente si tratta di dispositivi dei provider ora chiusi EncroChat e SkyECC. Sarebbe la prima volta che questo tipo di telefoni cellulari crittografici potrebbero svolgere un ruolo importante nei procedimenti antimafia internazionali.

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