CORIGLIANO-ROSSANO La mancata tragedia della Sila-mare dopo il crollo di un pilone lungo la nuova strada, avvenuto ieri pomeriggio a causa della piena del Trionto in località Ortiano, può e deve diventare un’opportunità per aprire, finalmente, la grande questione del dissesto idrogeologico nel territorio della Sila Greca e per consentire ai cittadini dell’entroterra di avere, finalmente e dopo 40 anni di promesse, una via di collegamento sicura che li colleghi alla costa. Questo, nell’estrema sintesi, il senso della visita tempestiva del Governatore Roberto Occhiuto, stamani sul luogo dell’accaduto. Una mattinata che ha fatto registrare «l’interesse concreto» (almeno a parole) della Regione Calabria, la proverbiale gentilezza dei longobucchesi che nonostante la preoccupazione per l’ormai costante isolamento del loro territorio continuano a nutrire fiducia nelle istituzioni, la polemica vecchio stampo del consigliere regionale Tavernise. In realtà ci sarebbe un’altra novità, ancora tutta da confermare, sul possibile sopralluogo, nei prossimi giorni, del Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini proprio nell’area dove ieri è venuto giù il viadotto. Ma andiamo per ordine.
Puntuale il governatore della Calabria stamani, accompagnato dal Consigliere regionale Giuseppe Graziano, che a Longobucco è di casa, e insieme anche alla consigliera Pasqualina Straface, è arrivato al bivio di Ortiano. Ad accoglierli i sindaci di Longobucco, Giovanni Pirillo, e di Cropalati, Luigi Lettieri. Un atteggiamento compassato e informale quello del Presidente che si è soffermato prima con i tecnici di Anas e poi con i cittadini, raccogliendo istanze e preoccupazioni. «Credo sia doveroso, a questo punto, – ha esordito il presidente – chiedere ad Anas (che ha da poco preso la gestione dell’arteria, ndr) di verificare la qualità dei lavori sui lotti già realizzati e di accertarne le responsabilità insieme alla Procura. Quello che è successo – ha aggiunto – non deve determinare e prolungare la questione dell’isolamento. Dobbiamo chiedere ad Anas di procedere velocemente». Nel ricordare la lunga storia che ha caratterizzato la Sila-Mare, poi, Occhiuto aggiunge: «La risposta ad un disastro non può essere accettare l’isolamento ma deve essere rifare le opere pubbliche evitando che i disastri si ripetano. Per fortuna la strada era chiusa, altrimenti staremmo commentando una tragedia. Anas da questo punto di vista ha fatto bene il suo lavoro, forse meglio di chi se n’è occupato in passato». A fare da eco al presidente anche il consigliere regionale di Azione, Giuseppe Graziano che ha ricordato come oggi «Dobbiamo trasformare una tragedia mancata in un’opportunità per completare tutta la Sila-Mare fino alla Statale 106, mettere in piena sicurezza il tratto realizzato e arginare l’incombente peso del dissesto idrogeologico della Valle del Trionto».
Quello longobucchese che ha saputo fare della resilienza una ragione di vita. Un paese sempre più isolato, con servizi carenti e precari continua a lottare per la sua sopravvivenza con testardaggine, orgoglio e dignità. Tre elementi che ha dimostrato stamani anche durante la visita di Occhiuto. Nessun momento di tensione per un fatto che, invece, avrebbe potuto provocare più di un gesto di indignazione. Nella loro compostezza tante persone si sono fatte trovare al bivio di Ortiano per avere delucidazioni ma soprattutto per “spillare” a Occhiuto una promessa vera, quella di non rimanere isolati. Che il presidente non solo ha accolto ma anche rilanciato promettendo massimo impegno sulla questione. Già da oggi pomeriggio quando per le 16 si riunirà già un primo tavolo di crisi alla Cittadella regionale
Chi invece non ha proprio resistito a voler fare polemica è stato il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Davide Tavernise, che sventolando una interrogazione consiliare del 27 marzo scorso (la n.130 XX) si è scagliato prima contro Occhiuto e i due colleghi consiglieri presenti, Graziano e Straface, per poi mettere sul banco degli imputati la dirigenza di Anas rea – ad avviso del grillino – di non essere intervenuta per evitare il crollo del viadotto. «Se aveste dato ascolto alla mia interrogazione quello che è successo ieri non sarebbe accaduto» ha urlato Tavernise sventolando l’atto prodotto e incardinato in Assemblea regionale. Un atto, però, che per come si legge dallo stesso documento, chiede lumi sull’apertura del quarto lotto della Sila-mare e sull’avvio dei lavori del quinto lotto (il crollo è avvenuto su un viadotto del secondo lotto). Il vero problema, che i cittadini di quelle aree rimarchiamo da anni e sul quale – purtroppo – non si è espresso nessun Governo regionale, riguarda invece il dissesto idrogeologico della Valle del Trionto. Su questo, insieme alla fisiologica vertenza della mobilità e più in generale dei diritti, le popolazioni dell’entroterra si aspettano una vera battaglia.
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