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“Grande Cosenza”, il sasso è lanciato: ora le audizioni. Primo ok alla riforma del lavoro

Seduta della prima Commissione, che avvia il dibattito sulla proposta di fusione del capoluogo bruzio con Rende e Castrolibero. I dubbi di Lo Schiavo

Pubblicato il: 04/05/2023 – 18:33
“Grande Cosenza”, il sasso è lanciato: ora le audizioni. Primo ok alla riforma del lavoro

REGGIO CALABRIA Il sasso è lanciato. La proposta di legge regionale per la creazione della “Grande Cosenza” dalla fusione del capoluogo, di Rende e Castrolibero, è entrata ufficialmente nell’agenda del Consiglio regionale oggi con l’inizio dell’esame in prima Commissione Affari istituzionali. La “Prima” ha rinviato – com’era nelle previsioni – la trattazione del testo a firma dei consiglieri di centrodestra Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, ma il dibattito è partito: ora – questo sarebbe emerso oggi – saranno calendarizzate una lunga serie di audizioni che scandiranno un percorso comunque complesso anche s epa volontà politica della maggioranza sembra chiara .

Il dibattito in prima Commissione

Ad anulare il dibattito in prima commissione, dopo l’introduzione della presidente, la meloniana Luciana De Francesco, il primo firmatario della proposta di legge sulla fusione Pierluigi Caputo (Forza Azzurri):secondo quanto riporta il resoconto di seduta, Caputo ha messo in evidenzi ala tendenza, in tutt’Italia, a precedere con le fusioni dei Comuni, ha poi sottolineato «i vantaggi connessi alla fusione, nello specifico, dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero quali in particolare la realizzazione di un unico centro di governo che, in un territorio con forti connotazioni di contiguità territoriale ed unitarietà naturale, consentirebbe di migliorare la qualità dell’amministrazione ed avviare progetti sostenibili per lo sviluppo locale; l’efficientamento dei servizi per i cittadini in settori come quello dei rifiuti e trasporti; prospettive di crescita in termini di promozione e progresso su scala nazionale ed internazionale con riguardo alla valorizzazione politica, amministrativa ed economica in un territorio che, a seguito della fusione, raggiungerebbe circa 108.889 abitanti». Caputo ha ricordato che «affinché la fusione dei Comuni si possa concretizzare è prevista l’indizione del referendum consultivo anche per la scelta del nome del nuovo Comune». Dall’opposizione l’intervento di Antonio Lo Schiavo, capogruppo del Misto, che in line adì principio – sempre secondo quanto riporta il resoconto di seduta – ha definito importante la proposta di legge e positiva la fusione dei Comuni, ma ha sollevato numerosi dubbi nel caso di specie, sostenendo che la pdl «dovrebbe essere accompagnata da uno studio analitico, per comprendere quali siano i vantaggi per i cittadini, considerato che si sta parlando probabilmente della fusione di Comuni più importante della regione», e ritenendo «necessario approfondire la tematica anche convocando in audizione i sindaci dei tre Comuni interessati», rimarcando poi che «andrebbe approfondito il tema del quorum del referendum che, allo stato attuale non considera la volontà dei singoli Comuni ma un quorum unico di tutta la popolazione interessata» (su quest’ultimo punto Lo Schiavo ha preannunciato una proposta di riforma della legge regionale vigente). Di rimando Caputo ha specificato che «il rinvio della trattazione era già previsto» perché «saranno auditi i sindaci dei tre Comuni, le associazioni interessate e la società civil» ma ha anche ricordato che1«l’unione dei Comuni è risultata fallimentare e che negli anni, invece, si sta procedendo con l’istituto della fusione precisando che «saranno rispettati i tempi necessari» e che «la Commissione non intende accelerare l’iter, ed è corretto che i cittadini possano esprimersi attraverso il referendum previsto dalle norme vigenti».

Ok alla riforma del mercato del lavoro

Quindi, il rinvio della trattazione da parte della prima Commissione, che per il resto ha espresso parere favorevole a maggioranza alla proposta di legge di riforma del mercato del lavoro presentata dalla Giunta regionale, riforma che si fonda soprattutto sul ruolo nevralgico e centrale dei Centri per l’impiego e della nuova Agenzia, Arpal, ente pubblico non economico strumentale della Regione, che nascerà dalla trasformazione dell’Azienda Calabria Lavoro. Dubbi sono stati sollevati da Antonio Billari del Pd e ancora da Lo Schiavo che, con riferimento all’Arpal, si è chiesto «se non si tratti dell’estinzione di un ente e della successiva creazione di un altro di natura diversa, visti i problemi dovuti alla diversa natura giuridica dei contratti di lavoro» e questo a suo dire metterebbe in discussione la compatibilità del testo con il quadro giuridico-costituzionale»: inoltre, Lo Scvhiavo – sempre secondo il resoconto di seduta – si è chiesto «come il testo possa innovare rispetto al passato, dato che i Centri per l’impiego, fin oggi, non sono stati in grado di fornire adeguate risposte richieste», Ma la richiesta di rinvio da parte dell’opposizione non è passata, alla fine sulla riforma del mercato del lavoro è arrivato il primo ok nella Commissione di merito, a conferma di un preciso input che – specificano fonti qualificate del centrodestra – sarebbe arrivato dal decimo piano della Cittadella, quella di dare priorità a questa riforma. (c. a.)

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