LAMEZIA TERME L’obiettivo di garantire la continuità di una buona amministrazione nel proprio Comune, una discesa in campo nonostante una vicenda giudiziaria in corso «perché la mia tranquillità è totale e bisogna distinguere l’ambito giudiziario e l’ambito politico», il no alla “Grande Cosenza” perché «non si può fare un matrimonio senza neanche verificare se stiamo bene e ci sono tutte le compatibilità», e poi tanti altri temi di stringente attualità. Ha spaziato ad ampio raggio Orlandino Greco, candidato sindaco di Castrolibero, ospite ieri sera di “L’altra Politica”, l’approfondimento de “L’altro Corriere Tv” in onda sul canale 75 del digitale terrestre. Sollecitato dalle domande di Ugo Floro, Greco, già in passato sindaco di Castrolibero e già consigliere regionale, si è soffermato sui progetti per il futuro del centro in provincia di Cosenza e anche sulle ambizioni di Idm-Italia del Meridione, il partito del quale è fondatore e leader. Alla puntata non ha partecipato l’altro candidato sindaco di Castrolibero, Antonella Garritano, pur invitata da “L’altra Politica”.
Greco ha esordito spiegando il senso della sua nuova corsa elettorale: «Torno a candidarmi sindaco di Castrolibero – ha detto – perché la cosa più bella è fare il sindaco del proprio comune, è lì la bellezza dell’amministrare, dello stare con la gente, la capacità di avere una visione e di realizzarla. L’importanza dei Comuni c’è oggi ancora di più alla luce della Costituzione, della modifica del titolo 5 che li mette al centro della Repubblica ed è da lì che si dovrebbe partire. Oggi si è modificato lo scenario politico, nelle elezioni politiche e regionali non si tiene conto della voce dei cittadini, la logica elettorale dei nominati pone nelle condizioni di non avere più battaglie politiche nei Comuni, fa sì che non c’è più una classe dirigente, i partiti sono diventati comitati elettorali, è questo il grave danno. Oggi i Comuni tornano a essere importanti, e ritengo che dove si voti sia fondamentale il confronto e il dibattito. Io sono convinto che non c’è la verità assoluta, mi spiace che non ci sia la controparte probabilmente perché non è facile spiegare una discesa in campo quando non si è mai fatto politica e non si è strutturati e quindi è preferibile evitare il confronto, non è una bella pagina perché la democrazia impone il confronto dialettico».
Il tema caldo a livello politico è la nascita della “Grande Cosenza”, la città unica che potrebbe nascere dalla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero in forza di una proposta di legge della maggioranza regionale di centrodestra. Una proposta che a Greco non piace: «C’è una coincidenza con la mia candidatura. Se si leggono i verbali del Consiglio regionale – ha evidenziato il candidato sindaco di Castrolibero – ci si accorge che mi opposi da solo alla fusione a freddo di Corigliano e Rossano, alla fusione a freddo di Casali del Manco, e già lì c’era un atto un impulso dei Consigli comunali. Una fusione deve avere come atto propedeutico uno studio di fattibilità, una verifica sulle compatibilità urbanistiche, finanziarie, sociali ed economiche, e quando c’è tutto questo e quando i cittadini hanno partecipato a questo percorso allora sì. Il Consiglio regionale porterà in discussione un pezzo di carta che dice “estinguiamo tre Comuni e facciamone uno”: questo è il tema. Ma per fare cosa? Qual è il vantaggio economico? Si crea una nuova governance? Qual è lo studio a monte che mi dimostri che a esempio un Comune che è in dissesto e un altro è in pre-dissesto si vanno a fondere con un Comune che non è né in dissesto né in pre-dissesto? Io – ha ricordato Greco – ho fatto una legge nella quale ho spiegato queste cose e ho stigmatizzato la vergogna della mia maggioranza all’epoca, quando votai contro la fusione di Casali del Manco. Intanto, la Regione Calabria deve dotarsi di un piano delle fusioni, non può arrivare un consigliere regionale che dalla sera alla mattina dice “fondiamo tre Comuni perché me lo dice la legge”. No: si fa un piano complessivo e si individuano quei Comuni che possono essere fusi per una serie di ragioni, che hanno in comune attività o territori, insomma si trovano delle motivazioni. La legge della Regione Calabria prevede una maggioranza complessiva, ma questa cosa è antidemocratica. Io – ha rilevato Orlandino Greco – propongo quello che ho proposto con la mia legge, intanto far sì che la maggioranza non sia complessiva ma sia nei singoli Comuni, dopodiché ho già detto in Consiglio comunale che diciamo no a questa fusione e faremo noi un referendum con i cittadini, poi voglio vedere come faranno la fusione quando ci sarà una volontà popolare. Io voglio capire se i miei cittadini, che oggi hanno dei servizi altamente qualitativi, possono goderne ancora o invece bisogna assorbire i debiti degli altri. Noi di Italia del Meridione siamo una forza politica che sta crescendo nella regione ma anche fuori, non c’è una chiusura aprioristica ma una volontà di capire bene. Ricordo che a Corigliano Rossano c’è stato l’atto di impulso dei Consigli comunali, associazioni dei territori che hanno studiato un progetto, ma qu non c’è: si dice “fondiamo i tre Comuni perché dobbiamo arrivare a una cifra di 110mila abitanti così si supera Corigliano Rossano” . Qui c’è poi la fusione di un capoluogo di provincia mentre le fusioni in genere riguardano i piccoli Comuni: qual è l’obiettivo? La politica deve essere seria altrimenti cresce la sfiducia dei cittadini». Greco ha quindi aggiunto: «A me piacerebbe un confronto, ma abbiamo la forza di fermare questo disegno perché abbiamo la forza delle idee. Io non sono riuscito a fermare quella di Casali del Manco e di Corigliano Rossano perché lì c’erano atti di impulso dei Consigli comunali. Guai a chi tenta operazioni di killeraggio istituzionale. Ho parlato con il presidente della Regione e devo dire che su alcune questioni, soprattutto su quella del quorum, penso che sia d’accordo con me perché non è pensabile che una città di 10mila abitanti possa essere annessa a un’altra perché lo decide un Consiglio regionale che con quella città non c’entra nulla». Sul punto poi Greco ha ulteriormente specificato: «Sento in giro tante voci a cui non credo, la voce di un killeraggio politico verso la maggioranza di Cosenza che è di centrosinistra, non voglio crederlo. Penso invece che è di moda. Io ho iniziato a fare il sindaco nel 2000 quando dall’altra parte c’erano Mancini e Principe, con i quali c’era un livello di discussione molto alto. Abbiamo tentato in tutti i modi di metterci insieme, io ho sempre ribadito da anni e ribadisco che l’area urbana c’è e passiamo alla gestione associata dei servizi. A esempio si sta facendo l’azienda unica dei trasporti, vediamo di fare la gestione associata di altri servizi, e in quest’ottica verifichiamo se ci sono le condizioni, facciamo esprimere i cittadini. Ci fidanziamo, e se ci sono le condizioni andiamo al matrimonio. Ma fare un matrimonio senza neanche verificare se stiamo bene e ci sono tutte le compatibilità insieme no. Insomma – ha rimarcato il candidato sindaco di Castrolibero – facciamo un piano regionale delle fusioni, si coinvolgano i Consigli comunali, si coinvolgano i cittadini».
Greco non si è sottratto alla domanda di Floro sull’opportunità di ricandidarsi sindaco di Castrolibero malgrado un processo penale in corso in cui è imputato: «Mi sono candidato già nel 2018 a Castrolibero, ho fatto politica, il procedimento penale farà il suo corso, la mia tranquillità è totale. C’è già stato un pronunciamento del Gip, del Riesame, della Cassazione. Ho voluto presentare, proprio perché in continuità a un’azione amministrativa, una candidatura a sindaco perché ritengo che sia giusto dividere l’ambito giudiziario, che farà il suo corso, e l’ambito politico: la mia tranquillità è totale, non si può morire in attesa di… Io ho un procedimento penale dal 2015, e questo significa che la vita finisce? No, la vita va avanti, continuo a fare politica, l’abbiamo fatto con il movimento Idm e con il Comune, va avanti senza fermarsi. Mi difenderò nelle aule come si sono sempre difeso sapendo che la mia coscienza è sopra tutto».
Quindi, i temi più prettamente elettorali. Greco ha specificato che la lista che lo sostiene, “Rinascita Civica”, «è in continuità con le precedenti esperienze». Quindi ha osservato: «La politica è una cosa seria, non tutti sono disposti a sacrificarsi. Io pago un prezzo altissimo per fare il sindaco del mio comune, e lo continuo a fare per difendere la libertà del mio comune. Non ci si inventa all’ultimo momento, la politica è missione. Faccio presente che c’è un’amministrazione che negli anni ha raggiunto livelli altissimi- siamo stati tra i primi a fare i Led o le comunità energetiche – ed è stata innovatrice. Io proteggo il mio territorio, che mi ha dato tanto e io ho pagato un prezzo alto, con un procedimento giudiziario folle allo stato puro, ma questo lo diranno altri, ma ho mantenuto sempre Castrolibero libera da inserimenti “altri” della politica. Castrolibero non è stata mai appannaggio dei partiti, perché c’è stata una buona amministrazione che negli anni ha dimostrato serietà, onestà, lotta alla criminalità in tutti i modi possibili e inimmaginabili. Nel 2007 – ha ricordato – Castrolibero fece un progetto per monitorare tutte le entrate del paese con telecamere a circuito chiuso. Pensare che questo possa essere barattato per una qualsiasi posizione di rendita non esiste, non l’ho mai fatto e non lo farò mai. Sono a difendere ancora di più a difendere l’autonomia di Castrolibero. Noi non saremo mai colonia di nessuno. E io posso dire che sono un uomo libero». E poi – ha spiegato Orlandino Greco – «Castrolibero ha una vocazione, quella della qualità alta della vita, che vogliamo mantenere e rafforzare, continuando a rivalutare il centro storico e innovando. Siamo un Comune all’avanguardia, abbiamo una buona classe burocratica. Non crediamo nel Pnrr, che sarà il fallimento dei fallimenti perché è lasciato in mano a bandi improbabili: sarà lo strumento che misurerà le incapacità di Comuni e Regioni e quei fondi saranno destinati al Ponte sullo Stretto (su cui sono favorevole) perché a oggi i fondi spesi sono soltanto il 6% e finanziano un sacco di cose inutili».
Greco ha poi rivolto l’attenzione alle dinamiche del suo comune anche in una proiezione regionale. «Noi siamo stati uno dei primi Comuni ad aderire all’Arrical perché abbiamo il senso delle istituzioni. Poi ne contestiamo il metodo. Il presidente Occhiuto, che stimo, l’abbiamo sostenuto e l’abbiamo avuto al congresso, siamo vicini a lui come Idm se dovesse ricandidarsi , ha una grande capacità: è stato capace di attuare in Arrical quello che altri non avevano neanche pensato, soprattutto – anche per la negligenza dei sindaci – ha avuto la capacità di dire che la competenza sul servizio idrico integrato e sui rifiuti è dei Comuni, di fare una legge, di commissariare i Comuni, ha nominato e pochi giorni fa prorogato il commissario (Gualtieri, che è un tecnico di grande spessore), e continuerà a governare il processo. Il tema è: perché i Comuni non prendono in mano Arrical e guidano il processo? Il processo – ha sottolineato il candidato sindaco di Castorlibero – è inevitabile. Tutti i passaggi sono stati fatti sopra la testa dei sindaci, e attenzione, Occhiuto ha fatto bene perché se i sindaci non hanno la capacità di difendere le proprie prerogative è giusto che Occhiuto vada avanti. Arrical era inevitabile. La prima cosa che farò sarà la riunione dell’ente d’ambito perché è giusto che i Comuni si dotino dello strumento previsto dalla legge. Certo, poi non condivido che il direttore generale di Arrical lo nomini il presidente della Regione perché è di competenza dei Comuni e su questo faremo le giuste battaglie».
Greco ha poi parlato della sua “creatura”, Italia del Meridione: «Non è un soggetto politico di transizione, non entriamo in Forza Italia o in altri partiti, non ci interessa, noi crediamo fermamente nel nostro passaggio da movimento a partito, abbiamo una forza di non poco conto, siamo presenti in tantissimi comuni della Puglia, della Campania, nel Lazio, domani nomineremo il segretario regionale della Lombardia, Trentino e Liguria. Sbarchiamo al Nord e non è un controsenso perché la politica deve garantire una visione, e la nostra è la visione popolare degasperiana: De Gasperi – ha rilevato – era un trentino e capì che nessuno deve restare indietro perché chi resta indietro frena gli altri. Questa è la nostra mission. Le nostre battaglie le faremo con chi vuole fare la fiscalità di vantaggio al Sud, con chi vuole fare una zona franca turistica al Sud, con chi pensa che Gioia Tauro sia il punto nevralgico dello sviluppo non della Calabria ma di tutto, con chi vuole fare il rigassificatore. Su questi temi siamo pronti a fare alleanze».
Altro cavallo di battaglia di Greco è il tema delle riforme istituzionali: «Siamo totalmente contrari a questa autonomia differenziata. Calderoli ha una intelligenza sopraffina, accelera perché in questo modo non si parla di perequazione infrastrutturale e non si dice che si devono eliminare i divari. Noi invece diciamo che prima si eliminano i divari, si elimina la spesa storica, si finanziano i Lep e poi si parla di autonomia differenziata».
Un ultimo passaggio ha riguardato il dibattito sul nuovo ospedale di Cosenza: «Ci dividiamo sulla salute, ancora oggi cincischiamo su dove fare l’ospedale, e intanto – ha concluso Greco – la gente muore perché le strutture sono fatiscenti. Sono stati spesi, c’è una continuità istituzionale, ci sono stati studi, è stata individuato Vagliolise ma facciamolo, domani e non dopodomani. Su questo bisogna essere seri, e ritengo che va fatto a Vagliolise. La politica deve tornare a essere seria, partendo dai Consigli comunali». (redazione@corrierecal.it)
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