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«Preoccupato che Gratteri e Bombardieri presto lascino la Calabria, lo Stato non abbassi la guardia»

Il governatore Occhiuto a “Radio anch’io”: «Danno antropologico della ‘ndrangheta, a Platì ho dovuto inviare i vaccinatori con i carabinieri»

Pubblicato il: 04/05/2023 – 9:40
«Preoccupato che Gratteri e Bombardieri presto lascino la Calabria, lo Stato non abbassi la guardia»

CATANZARO «La ‘ndrangheta uccide il futuro della Calabria, purtroppo comunica alla comunità nazionale e all’Europa un  messaggio devastante per la mia regione, che è una regione straordinaria». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, intervenendo alla puntata odierna di “Radio Anch’Io” su Radio 1, dedicata al commento e all’analisi dell’operazione “Eureka” coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato a oltre 100 arresti in tutt’Europa di esponenti legati a cosche di ‘ndrangheta. «Una regione – ha proseguito Occhiuto – con tantissime persone perbene e con tantissime opportunità, però spesso il messaggio che parte dalla Calabria è devastante. Sono molto contento che lo Stato abbia investito molto e molto bene in forze di polizia e in inquirenti nel corso degli anni, sono preoccupato perché ci sono magistrati molto bravi, come Gratteri e Bombardieri, che tra qualche mese probabilmente andranno via dalla Calabria e hanno svolto un lavoro molto importante sia dal punto di vista della repressione sia dal punito di vista della deterrenza. Quindi – ha rimarcato il presidente della Regione Calabria – non bisogna abbassare la guardia ma bisogna aiutare la Calabria perché è la regione che patisce di più».

«Il danno antropologico della ‘ndrangheta»

Secondo Occhiuto «il danno principale che la ‘ndrangheta ha fatto è spesso un danno antropologico. All’epoca del Covid ho fatto una sola zona rossa in Calabria, l’ho fatto a Platì, l’epicentro della ‘ndrangheta, perché c’era una percentuale di vaccinati inferiori al 20%, ho mandato i vaccinatori con i carabinieri, lì nemmeno aprivano le porte. Ci sono in Calabria zone dove la ‘ndrangheta ha fatto un danno culturale, e poi invece ci sono zone dove c’è una presenzi a molto importante di anticorpi, ci sono i “porti del pensiero”, le università che stanno formando giovani straordinari, e stiamo anche attraendo investimenti d a parte di imprese nazionali e internazionali grazie alle università». Alla puntata di “Radio anch’io” hanno partecipato anche Filippo Spiezia, vicepresidente di Eurojust, che ha evidenziato come l’inchiesta “Eureka” sia «l’indice inequivocabile della pericolosità della ‘ndrangheta», il comandante del II Reparto investigativo del Ros dei carabinieri Massimiliano D’Angelantonio e il giornalista de “La Gazzetta” del Sud” Arcangelo Badolati, che si sono soffermati sui meccanismi con cui la ndrangheta gestisce il narcotraffico e il riciclaggio su scala internazionale. (redazione@corrierecal.it)

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