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inchiesta “sua sanità”

«Qui sono come Dio». Il potere dello psichiatra che gestiva l’ospedale di Locri «come cosa sua»

Mazzette in cambio di favori, regali da decine di migliaia di euro ai pazienti, pensioni miracolose. «Mi chiamano San Filippo Lascala»

Pubblicato il: 05/05/2023 – 16:20
di Pablo Petrasso
«Qui sono come Dio». Il potere dello psichiatra che gestiva l’ospedale di Locri «come cosa sua»

LOCRI «Sta venendo la Finanza e fa le fotocopie… possono sindacare quello che abbiamo scritto? Me ne fotto che viene la Finanza». Errore: Filippo Lascala, a forza di sottovalutare, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nella storiaccia dei certificati medici falsi dispensati dalla sanità a Locri, il medico è – definizione degli inquirenti – il «principale bersaglio dell’attività d’indagine». Uno che avrebbe gestito la sanità «come fosse cosa sua» (l’inchiesta si chiama proprio “Sua Sanità”, ndr). Si sarebbe vantato «di aver “pensionato pure le galline, ma con una disinvoltura che fa paura”», compiacendosi «di essere un “intrigo continuo”». Da dispensatore di favori sotto forma di certificazioni mediche, Lascala avrebbe anche denigrato i colleghi «che si limitavano a fare delle false “ricettelle” chiarendo che, diversamente, con le sue false certificazioni i pazienti riuscivano a conseguire consistenti pensioni di invalidità in danno dell’Inps». «Il dottore Lascala – è la frase riportata nell’ordinanza – ti regala 10.400, in tre anni sono … sono 31mila… Il dottore Lascala ti dà un assegno di 31mila euro… è più forte il dottore qua che ti dà 31mila euro o quello con un’ecografia di 50 euro? Oppure quello che ti dice a “ricettella”?». 

«La gente mi osanna come un Dio»

Il potere si misura nella scala dei favori. E quello del medico nel reparto di Psichiatria e nell’ospedale di Locri «è ben descritto dalla frequente attribuzione a sé dell’appellativo di Dio – riassume il gip». Lascala si sarebbe «autodefinito “Dio dell’inganno”, addirittura confessando, in un caso, che un falso così spudorato “solo il Padreterno lo avrebbe fatto”». Un dominio riconosciuto anche dai pazienti «in ragione delle pensioni miracolose che permetteva loro di conseguire». Di sé diceva: «Il dottore Lascala è un intrigo continuo, Dio, sono un bipolare, un Dio mi cantano la gente, mi osannano». Racconta che un paziente gli avrebbe detto: «Dottore, voi ci avete fatto la cosa più bella, di fargli un palazzo ai nostri figli e di non lavorare più e noi a vita… voi siete il nostro Dio». Un altro lo avrebbe addirittura definito «un missionario».

La leggenda di «San Filippo Lascala il benefattore» 

«Facciamo opere di bene», osserva lo psichiatra esaltando «la sua posizione di benefattore», «il signore mi ha voluto ancora qua per aiutare le persone che veramente hanno bisogno». L’autostima non manca: «A quanti ho scritto, gente che sono tutti pensionati… San Filippo Lascala, San Filippo Lascala». 
In realtà, «come è emerso chiaramente», la carità non c’entra nulla, «né sarebbe legittimo fare beneficenza con i soldi dei contribuenti». In cambio delle false certificazioni, il medico «pretendeva “rispetto”, tanto che, in almeno un’occasione, è stato registrato rimproverare un privato per non essersi “messo a disposizione” ricambiando l’utilità conseguita». Un “Dio” permaloso, si potrebbe dire. “Divinità sanitaria” poco incline a temere le indagini della guardia di finanza. A volte anche gli dei sbagliano. (p.petrasso@corrierecal.it)

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