ROMA Carlo Cottarelli si dimetterà da senatore. Lo ha annunciato lo stesso economista, eletto con il Pd, a Che tempo che fa, su Rai3, spiegando che l’Università Cattolica gli ha «chiesto di dirigere un programma per l’educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori». Già nella scorse settimane l’economista, che alle primarie del Pd aveva sostenuto Stefano Bonaccini, aveva espresso più di qualche dubbio sulla nuova linea politica del Partito democratico. «Ho deciso di rinunciare alla mia posizione di senatore – ha spiegato oggi Cottarelli –. Mi dimetterò questa settimana. Naturalmente il processo è molto lungo: le dimissioni devono essere accettate, la prima di prassi viene rigettata, poi si vedrà i tempi che ci voglio. L’Università Cattolica mi ha chiesto di dirigere un programma per l’educazione delle scienze economiche e sociali rivolto agli studenti delle scuole superiori, questa è una cosa che farei gratuitamente per spirito di servizio. Andremo a visitare le scuole, tutte le scuole, su invito delle scuole stesse, a parlare di economica, di diritto, di costituzione, di come si comunicano queste cose, con personaggi davvero di grande livello. Dovrei coordinare tutto questo, ma ovviamente parteciperei anche al programma. Però questa cosa purtroppo non è compatibile con il Senato. La decisione l’ho presa – ha continuato l’economista – perché mi sembra una cosa importante questa che si può fare, utile al paese, e poi perché c’è in questo momento storico un’estrema conflittualità tra le due parti del Parlamento. Cosa vuol dire in pratica: è prassi che le minoranze presentino degli emendamenti, io ho visto quasi sistematicamente gli emendamenti rigettati, anche quando ci sarebbe la necessità di discutere della sostanza. Le minoranze poi spesso propongono emendamenti solo per fare ostruzionismo. Questa non è una critica che faccio. E’ possibile che in questo momento storico non ci sia altro modo di fare le cose, però non è propriamente nelle mie corde».
«È giusto – ha detto ancora Cottarelli – che quel seggio torni al Pd. Fra l’altro la prima non eletta è una persona molto brava, Cristina Tajani, che insegna al Politecnico di Milano, ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlien. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere».
«Ho grande stima di Elly Schlein – ha scritto sempre Carlo Cottarelli in una lettera a Repubblica – e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi. Una questione chiave è il ruolo che il “merito” debba avere nella società. Il principio del merito era molto presente nel documento dei valori del Pd del 2008, l’ultimo disponibile quando decisi di candidarmi. Manca invece in quello approvato a gennaio 2023 e nella mozione Schlein per le primarie», ha prosegue l’economista. «A livello più specifico, di recente ci sono stati diversi casi in cui non ho condiviso le posizioni prese dal Pd, per esempio su aspetti del Jobs Act, sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara. Ho posizioni diverse da Elly Schlein anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare. Qualcuno dice che, date queste differenze, dovrei cambiare gruppo parlamentare. Non sarebbe giusto, anche perché sono stato eletto col proporzionale e quindi senza una scelta diretta sul mio nome da parte degli elettori. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta», ha affermato.
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