COSENZA È destinata a entrare nel vivo nella prossima settima l’indagine avviata dalla Procura di Castrovillari per accertare eventuali responsabilità nel crollo del viadotto della Sila-Mare nel territorio di Longobucco. Secondo quanto si apprende da fonti inquirenti, infatti, nei prossimi giorni la Procura castrovillarese concretizzerà i primi step procedurali dell’inchiesta, che ovviamente è ancora agli albori: in particolare, sono attese le nomine dei consulenti e l’acquisizione, presso tutte le istituzioni a vario titolo competenti sull’arteria, di documenti, progetti, relazioni tecniche e affidamento die lavori che si sono susseguiti nella costruzione di un’opera concepita addirittura negli anni ’50. L’obiettivo dei magistrati, che al momento avrebbero aperto un fascio contro ignoti, è anzitutto quello di ricostruire la storia burocratica e progettuale dell’opera e poi di fare chiarezza sulle cause del collasso strutturale del viadotto, e sul vero punto al centro dell’attenzione generale: come e perché, ed eventualmente per responsabilità di chi, l’latro giorno sulla Sila Mare si è verificato un crollo che avrebbe potuto determinare una tragedia immane se l’arteria non fosse stata precauzionalmente chiusa dall’Anas qualche ora prima del cedimento. Interrogativi che in queste ore campeggiano sul tavolo non solo dei magistrati ma anche della politica e degli amministratori dell’area interessata, che temono l’isolamento, e che a tanti fanno parlare di crollo annunciato (qui). (redazione@corrierecal.it)
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