CATANZARO La Calabria «straordinaria» che deve presentarsi anche come «autentica» e il «cambio di passo». Su questi concetti si fonda il “Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile” (Prsts) per il triennio 2023-25 approvato dalla Giunta regionale su proposta del presidente Roberto Occhiuto, che ha la delega al turismo. Il piano – scaricabile alla fine di questo articolo – è in pratica l’atto di programmazione che elabora «la strategia capace di valorizzare e integrare in un’ottica turistica il patrimonio culturale, naturale, paesaggistico e territoriale della Calabria, garantendone una fruizione sostenibile, accessibile e responsabile; le azioni di marketing che contribuiscano a posizionare adeguatamente l’offerta turistica regionale e a veicolare sui mercati di riferimento i suoi fattori distintivi di bellezza e attrattività; gli interventi operativi attraverso cui dare attuazione annualmente a tale visione strategica, tenendo conto delle risorse previste dai documenti di programmazione regionali o nazionali». Alla base del Piano l’esito degli “Stati generali del turismo” che si sono svolti poco più di un anno fa a Falerna, e in prospettiva l’elaborazione di un testo unico legislativo che metta insieme in modo organico tutte le norme di settore. Intanto, si mette in campo questo Piano di sviluppo” contenuto in una proposta di provvedimento amministrativo ora all’esame del Consiglio regionale. Questa la linea di sviluppo.
«La prima operazione da compiere – si legge nel Piano «è il conseguimento di una nuova narrazione che superi vecchi condizionamenti e tabù poggiando inizialmente sulla principale risorsa della regione: il mare. Lo storytelling regionale si compone di molte microstorie che messe insieme dimostrano quanto la Calabria sia una regione autentica. L’autenticità del territorio regionale è determinata da caratteristiche che fino a pochi decenni fa, soprattutto in una logica di fruizione turistica, potevano essere considerate un disvalore: i tempi lenti, la lontananza dai circuiti sovraffollati, la dimensione dei piccoli borghi, le tradizioni millenarie, i piccoli beni storici diffusi, il patrimonio ambientale, i riti tramandati dalle piccole comunità. La Calabria autentica ha molto oltre il mare e assolve in pieno alla nuova domanda del turismo post pandemico che ricerca la salubrità dei luoghi, il non affollamento, la ricerca di esperienze più che di luoghi unici, la possibilità di vivere all’aperto. Tuttavia urge il diffondersi di questa consapevolezza che si basa su un cambio di rotta che è sostanzialmente culturale. La popolazione, in primis, ha necessità di acquisire questa consapevolezza di essere cioè “cittadini autentici” di una regione autentica e non un prodotto turistico precostituito. Il tessuto sociale necessita, quindi, di essere permeato di concetti nuovi, di essere custodi dei luoghi e primi tour operator. Questa consapevolezza va aiutata e supportata anche attraverso una specifica azione di marketing che racconti non più la Calabria ma le molte Calabrie autentiche con storie diffuse. È una operazione di comunicazione e promozionale a largo raggio che deve essere sempre presente in qualsiasi manifestazione della regione per imporsi, via via, a livello nazionale ed internazionale».
Il Piano individua i vari turismi che vanno declinati adesso in un forma integrata (mare, montagna, i turismi culturali, religiosi, le minoranze culturali e religiose con particolare enfasi all’Ebraismo, i turismi dei parchi, le terme, i cammini, l’enogatronomia come identità, il passaggio dall’albergo al resort, il turismo crocieristico come nuova frontiera da intercettare) e che vanno valorizzati e potenziati secondo un piano marketing moderno e innovativo, e ovviamente si pone gli obiettivi. Il più generale è «incardinare i percorsi della nuova narrazione turistica per recuperare i ritardi del turismo in Calabria», facendo «della “Calabria straordinaria” meta turistica privilegiata del South Italy». Per questo è necessario – per usare uno slogan più vuole enunciato dal governatore Occhiuto un «cambio di passo» che si dipani su diversi percorsi: riqualificazione dell’offerta esistente secondo standard praticati dalle aree turisticamente più evolute (con la realizzazione delle azioni destinate a migliorare la qualità del sistema di offerta turistica regionale, ampliando le strutture ricettive esistenti promuovendo nuove forme di accoglienza e potenziando le reti esistenti e/o creandone di nuove, secondo i principi della sostenibilità ambientale); miglioramento delle condizioni di accesso, di valorizzazione degli eventi dei territori (enti Locali); riadeguamento della dotazione delle infrastrutture e dei servizi complementari; potenziamento degli strumenti finanziari; miglioramento dei servizi di comunicazione e di marketing; formazione professionale; sostegno alla transizione generazionale; potenziamento delle reti di servizi; garantire l’offerta di prodotti a prezzi competitivi (Imprese); la riscrittura della narrazione turistica. Ovviamente, alla base di tutto c’è il concetto di turismo accessibile e quindi di Calabria accessibile e infrastrutturata, e qui il Piano regionale richiama «alla responsabilità dello Stato e del settore pubblico allargato, oltre che della Ue (Grandi progetti) a cui compete «la programmazione e la realizzazione delle grandi infrastrutture e reti di connessione infra ed extra regionali ovvero la dotazione in Calabria di un ambiente esterno nella qualità e nella quantità necessaria per rendere convenienti gli investimenti di valorizzazione e di fruizione dei patrimoni turistici», «alla responsabilità della Regione e degli enti locali» a cui compete la dotazione e gestione di servizi di livello regionale e locale e della loro qualità», mentre «alle imprese “private” e “pubbliche” è affidato il compito della produzione e della commercializzazione dei prodotti e delle destinazioni turistiche. Questo perché «emerge, in tutta evidenza una stretta correlazione tra i ritardi del turismo in Calabria e i ritardi in materia di intervento pubblico nel settore». Imprenscindibile è poi la «valorizzazione della posizione geografica della Calabria nello spazio euro mediterraneo», un elemento che – si legge nel Prsts – «non è solo di interesse regionale; essa è anche di interesse dell’Italia e dell’Europa, che hanno giù individuato, nell’integrazione dello spazio euro mediterraneo il progetto strategico per rilanciare il suo ruolo nel contesto internazionale, oggi in declino». Quanto alle risorse, le fonti finanziarie sono molteplici e vanno dai fondi del Pnrr ai fondi della nuova programmazione comunitaria e nazionale, e poi all’investimento del Cis “Svelare bellezza” per oltre 223 milioni. (c. a.)
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