REGGIO CALABRIA «Da sempre ci siamo battuti in tutte le sedi per difendere e promuovere la necessità di avviare in Calabria una stagione di politiche attive sul tema del lavoro e di difesa di diritti inalienabili spesso calpestati in ragione del fatto che anche nella nostra regione si può decidere di avere opportunità e lavoro. Questo principio vale sia rispetto ai lavoratori che operano in aziende o imprese private sia nei confronti di coloro che operano nel pubblico. In queste settimane si sta dibattendo sul dettato degli articoli 14 e 20 relativi alla trasformazione di Azienda Calabria lavoro in Arpal ed il relativo trasferimento del personale a tempo indeterminato con contratti in essere. Siamo consapevoli che questa operazione che riguarda circa 370 unità ed un esborso economico di 3.038.098,08 va fatta seguendo un percorso chiaro, lineare ed inoppugnabile perché alle illusioni abbiamo il dovere di garantire certezze». Lo affermano in consiglieri regionali Antonio Billari (Pd) e Antonio Lo Schiavo (Misto). «La nostre riflessioni – proseguono Billari e Lo Schiavo – vanno proprio in garanzia dei lavoratori ed in generale del funzionamento di quello che sarà il nuovo ente per come tra l’altro è stato esplicitato in modo chiaro dall’ufficio legale da noi sollecitato in materia. Fino ad oggi in Calabria non siamo stati in grado di fornire le adeguate risposte richieste in materia di lavoro e la trasposizione di funzioni per come discusso ed approfondito in commissione deve necessariamente offrire qualcosa in più di quanto non fatto fino ad ora. Come consiglieri regionali abbiamo il dovere di approfondire e comprendere al meglio la argomentazioni poste dall’Ufficio legale del Consiglio regionale della Calabria con tutti gli approfondimenti del caso perché in ballo c’e’ il futuro di lavoratori che vanno tutelati e di una nuova azienda la cui “mission” deve avere prospettiva e certezza. Riteniamo fondamentale – concludono i due consiglieri regionali – che il lavoro precario venga stabilizzato ed i diritti di coloro che da tempo sono precari vengano garantiti senza troppe chiacchiere ma con certezze. Non consentiamo a nessuno di strumentalizzare la necessità da noi posta e ribadita di avviare un percorso trasparente e lineare in difesa di tutti i lavoratori ma anche a tutela delle “politiche positive” da avviare per come non è stato fatto fino ad ora consapevoli che chi nel merito non vuole affrontare quanto da noi richiesto ha l’esclusivo ed unico obiettivo di buttarla in caciara in assenza di contenuti».
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