CATANZARO La Sesta sezione della Suprema Corte di Cassazione ha annullato definitivamente l’ordinanza del Tribunale della Libertà e del gip presso il Tribunale di Catanzaro, che confermavano il carcere nei confronti di Salvatore Macrì, così disponendo la sua immediata liberazione se non detenuto per altra causa.
È il secondo annullamento pronunciato dalla Suprema Corte di Cassazione in favore di Macrì Salvatore nel giro di appena un anno. Lo scorso giugno infatti la Seconda Sezione della Corte di Cassazione aveva accolto un primo ricorso avanzato dall’avvocato Antonio Lomonaco disponendo un nuovo giudizio di fronte al Tribunale della Libertà per meglio valutare le dichiarazioni rese dalla presunta vittima di estorsioni; anche in sede di rinvio, il Tribunale della libertà aveva nuovamente confermato la custodia cautelare in carcere ritenendo assolutamente credibile il denunciante.
Quest’oggi, in accoglimento dei nuovi motivi di ricorso proposti dalla difesa, la Cassazione ha definitivamente annullato il provvedimento cautelare, senza disporre alcun ulteriore giudizio.
L’imputato, difeso dall’avvocato Antonio Lomonaco, era finito in carcere insieme ad altre 17 persone nell’ambito dell’operazione denominata “Big Bang”, scattata nel marzo 2021, con cui la Distrettuale Investigativa Antimafia di Catanzaro ha spezzato una presunta organizzazione criminale attiva principalmente tra Cutro e San Leonardo di Cutro accusata di avere imposto un controllo mafioso sul territorio compreso tra Cropani e Sellia Marina. I coinvolti sono imputati a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Nel dicembre scorso il gip di Catanzaro aveva condannato Macrì, insieme ad altri imputati, alla pena di anni 6 e mesi 8 di reclusione. Il suo difensore ha già anticipato che appellerà la sentenza di condanna anche alla luce del provvedimento favorevole di quest’oggi.
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