Nella giornata di ieri si sono svolti in contemporanea i Consigli comunali di Cosenza e Rende, sulla proposta di legge regionale di istituzione della Città Unica, avanzata dai consiglieri regionali di centro destra. In entrambi i contesti è stato presentato dalle maggioranze consiliari un documento da sottoporre a discussione e successiva votazione. I documenti presentatisono un piccolo capolavoro diplomaticoo forse meglio una “coincidenza di opposti”, che esalta solo le ragioni critiche della proposta – peraltro giustificate nei confronti della Regione, ma non altrettanto della strategia legislativa e di governo – eludendone totalmente i vantaggi e gli aspetti positivi per le opportunità connesse al processo di fusione. Il nostro gruppo ha votato a favore del documento proposto dalla maggioranza, ma se fosse stata consentita la votazione separata, avremmo votato contro tutta la premessa, che non abbiamo condiviso, e approvato solo la conclusione, che comunque segna un sia pur minimo passo avanti nella costruzione, difficilissima e nei fatti avversata, della Città unica. Sul metodo non c’è dubbio che la Regione sbagli l’approccio, ma da questo a dire che la fusione presenta solo forti criticità e difficoltà, ce ne passa. Addirittura, si esalta l’Unione dei comuni, che in tutta Italia è ormai da considerare seppellita, dopo le numerose pronunce della Corte dei Conti e le centinaia di fusioni che si sono realizzate al Nord (82%) più che al Sud, dove c’è il solito ritardo. Si arrivapersino ad affermare (da Cosenza si badi!) che le condizioni di dissesto sarebbero ostative. Cosa non scritta in nessuna legge e non dimostrata da alcuno studio che invece va urgentemente commissionato all’Unical. Nulla si dice della necessità di ampliare i confini fino a Montalto, per abbracciare una realtà sempre più produttiva e sviluppata che chiede di essere coinvolta, ovvero di dialogare con le realtà municipali a Sud della stessa Cosenza, per arrivare a quello sviluppo circolare che rimedierebbe i danni di uno sviluppo fin qui solo lineare. Bisognerebbe partire dal Referendum e dalla consultazione, magari preceduta dalla effettuazione di un sondaggio, delle popolazioni interessatein nome delle quali spesso parlano “cacicchi” più interessati a conservare il proprio posto che al benessere delle comunità. Nessun cenno fanno i documenti a quelli che sono i vantaggi della fusione in termini di unificazione nell’efficienza e nella economicità dei servizi essenziali, cominciando dal personale, ma soprattutto non valorizzano la crescita della rappresentanza elettiva e dunque politica che avrebbe una città di oltre 100.000 abitanti al posto di quelle attuali che registrano un netto-inesorabile declino e hanno uno scarso peso politico e contrattuale. Comunque, finalmente qualcosa si è mosso. Troppo poco, ma meglio di niente. In questo piccolo passo avanti, con la proposta di commissionare lo studio di fattibilità e di dar vita all’assemblea costitutiva della Città unica, risiedono le ragioni del voto a favore, per come ampiamente spiegato in Consiglio comunale. Ma il centro-destra deve capire che si deve uscire dal decisionismo populista che ha travolto tutti e non può pensare di riformare le istituzioni anche locali da soli. Noi siamo da sempre a favore della costituzione della Città unica, sia pure con una maggiore partecipazione ed un orizzonte temporale più ampio di quello indicato dalla proposta di legge regionale e non saremo mai quelli che pongono freni al processo. Lo stesso Franz Caruso aveva posto questo obiettivo tra gli elementi caratterizzanti del suo programma, dal quale ci auguriamo non voglia retrocedere.
* Consiglieri comunali Cosenza
x
x