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Osservatorio regionale contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro: Cgil, Cisl e Uil non partecipano alla riunione

Sposato, Russo e Biondo: «Le organizzazioni dei lavoratori devono essere coinvolte nella elaborazione delle linee guida»

Pubblicato il: 10/05/2023 – 10:48
Osservatorio regionale contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro: Cgil, Cisl e Uil non partecipano alla riunione

LAMEZIA TERME «Cgil, Cisl e Uil non saranno presenti questa mattina alla riunione dell’Osservatorio regionale contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro, convocata presso il consiglio regionale della Calabria dal presidente Filippo Mancuso». È quanto dichiarano in una nota unitaria i segretari generali regionali delle tre organizzazioni Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo. «Ovviamente – proseguono i tre sindacalisti – la nostra assenza non significa affatto una sottovalutazione dell’importanza dell’organismo creato con la legge regionale n. 412 del 30/11/2022. Intendiamo invece, proprio per valorizzarne l’importante funzione, sottolineare alcuni punti. Innanzitutto, non riteniamo abbia senso una convocazione con all’ordine del giorno la “presentazione delle linee guide, della finalità e degli obiettivi dell’Osservatorio”, laddove le organizzazioni che rappresentano i lavoratori non hanno avuto la possibilità di partecipare all’elaborazione di queste linee, finalità e obiettivi. Inoltre, la presidenza dell’Osservatorio è assegnata non dai componenti dall’organismo stesso, come vorrebbe la logica della partecipazione democratica, ma dal Presidente del Consiglio Regionale con proprio decreto: un organismo importante, che prevede una larga presenza di enti e organizzazioni competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sa certamente decidere da sé chi deve svolgere le funzioni di presidente. Con queste premesse, l’Osservatorio parte male. Chiediamo perciò al Consiglio Regionale – concludono i Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Calabria – di intervenire per correggere queste sgrammaticature istituzionali, se si vuole che l’organismo sia davvero uno strumento efficace per “il miglioramento della vita lavorativa, nonché della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori”, che operi effettivamente  “nel rispetto del principio di sussidiarietà e secondo il metodo della concertazione con le parti sociali e della collaborazione con gli enti locali e con gli enti istituzionali competenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro”, come è scritto nell’art. 1 della legge istitutiva».

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