LAMEZIA TERME Riflettori puntati sulla sfida a tre a Locri in occasione delle elezioni comunali del 14 e 15 maggio nell’ultima puntata de “L’altra politica”, l’approfondimento settimanale andato ieri sera in onda sul canale 75 de L’altro Corriere Tv. Ospiti di Danilo Monteleone e Ugo Floro i candidati a sindaco Giuseppe Fontana, Ugo Passafaro e Raffaele Sainato, i tre sfidanti, che con altrettante liste si contenderanno lo scranno più alto al Comune di Locri.
Giuseppe Fontana con la lista “Tutti per Locri”, Ugo Passafaro con la lista “Storia e progresso per Locri” e Raffaele Sainato con la lista “Con senso civico per Locri”, sollecitati dalle domande dei due conduttori hanno parlato del progetto politico che hanno presentato agli elettori e condiviso le idee al centro dei loro programmi elettorali. «Sono stato dieci anni all’interno dell’amministrazione guidata dall’ex sindaco Giovanni Calabrese, sono stato consigliere regionale, poi ho fatto un percorso diverso, un percorso che ho tentato di aprire al cosiddetto campo largo e ad altre anime della città per dare una opportunità ai nostri elettori, ai nostri concittadini di una scelta diversa». Così l’ex consigliere regionale ed ex vicesindaco di Locri Raffaele Sainato, supportato da «una lista civica che ha diversi esponenti sia del centrodestra e altre anime del centrosinistra. È una lista – ha detto – che non ha un colore politico. Conosco bene quali sono le dinamiche e le problematiche della città, so benissimo quali sono i punti di forza e i punti di debolezza attualmente nel nostro comune». «Il nostro è un progetto che va in continuità. Abbiamo intrapreso questo percorso dieci anni fa con questa aggregazione si chiama “Tutti per Locri” e quindi abbiamo deciso di continuare un percorso che era stato già tracciato», ha spiegato Giuseppe Fontana, attuale sindaco facente funzioni dopo la decadenza di Giovanni Calabrese, diventato assessore regionale al Lavoro e alla Formazione. «Lo slogan che sta alla base della nostra campagna elettorale – ha detto Fontana – racchiude praticamente il senso di quello che è la nostra discesa in campo. Lo slogan è “Ancora insieme”, che rappresenta un invito a proseguire su un percorso tracciato da Giovanni Calabrese che ha visto Locri sicuramente con un’altra veste, con un’altra luce negli ultimi anni, e “insieme” perché vogliamo farlo insieme ai cittadini, condividendo, perché pensiamo che sia l’unica strada per ottenere dei risultati importanti». «Io – ha spiegato Ugo Passafaro – parlo di discontinuità totale, anche perché è una cosa fisiologica che dopo 15 anni di amministrazione del centrodestra ci sia la cosiddetta “regola dell’assuefazione” dove calano gli stimoli, calano gli entusiasmi e quasi quasi ci si convince di essere proprietari della casa e dei cittadini e insostituibili. Noi abbiamo creato una squadra nuova, una squadra di cittadini, 8 donne e 8 uomini pieni di entusiasmo. Siamo riusciti ad avvicinare alla politica giovani nuovi, quando alla politica non ci si avvicina più nessuno, è quasi un male da evitare. Noi questo merito ce l’abbiamo. La nostra – ha detto ancora Passafaro – è una squadra dove c’è sostanzialmente un’aria di centrosinistra. Ci sono ragazzi che fanno politica già da parecchi anni e abbiamo anche dei consiglieri comunali. Noi ci distinguiamo dagli altri perché per noi la politica diventa veramente uno strumento e uno spirito di servizio. Io sono stato vicesindaco dal 2002 al 2006, ma dal 2001 comunque ho fatto l’assessore, e la gente me lo riconosce: nella cittadina di Locri ho lasciato dei buoni ricordi».
Infrastrutture, servizi, sanità. Sono state tante le questioni al centro del dibattito in studio, anche alla luce del fatto che Locri è da sempre al centro e punto di riferimento di un territorio vastissimo, la Locride, che comprende 42 comuni per oltre 140mila abitanti. «Locri – ha detto Giuseppe Fontana – è baricentrica rispetto al territorio per storia, per cultura, culla della Magna Grecia. Aveva perso il suo ruolo di centro, insieme a Siderno, rispetto a tutto il territorio locrideo. Negli ultimi anni, grazie all’impegno di Giovanni Calabrese che ha rappresentato la città all’interno dell’associazione dei Comuni, Locri ha riacquisito quel ruolo che gli spetta e che deve essere da traino insieme ad altre realtà importanti, soprattutto nella conduzione poi di battaglie per esempio su infrastrutture e sanità. Locri deve fare la sua parte e dobbiamo cercare tutti quanti di spingere verso una crescita unitaria di questo territorio che purtroppo in Calabria forse rappresenta un fanalino di coda».
«Locri – ha spiegato Raffaele Sainato – è da sempre stata punto di riferimento dei 42 comuni, insieme anche con la vicina Siderno. In questi tre anni, però, qualcosa su Locri è mancato: non siamo riusciti a completare alcuni istituti scolastici. Abbiamo poi l’ospedale, ma non dimentichiamo che il territorio, sul piano sanitario, è stato abbandonato per anni. Noi dobbiamo, insieme agli altri, fare anche sanità soprattutto sul territorio. Per quanto riguarda i servizi Locri è una piccola Reggio Calabria. La politica è riuscita a portare a città queste cose, purtroppo non siamo cresciuti sul piano demografico».
«Ritengo che Locri – ha detto Ugo Passafaro – sia l’epicentro della cultura. È vero, non siamo riusciti, attraverso la proposta fatta negli ultimi tempi, a nominarla Capitale della Cultura perché per avere questi titoli dobbiamo perfezionare alcune cose, intervenire sui servizi, sulle infrastrutture, sull’organizzazione generale. Qui subentra anche l’ospedale, perché nel pacchetto turistico l’ospedale è una delle offerte più importanti».
Nel 2005 l’omicidio di Francesco Fortugno sconvolse la Locride, la Calabria e il Paese intero. Un delitto che portò a una grande mobilitazione della città contro la criminalità organizzata. Al centro di un territorio dove il potere dei clan continua ad essere opprimente – emblematico è il caso scoppiato sulla gestione del cimitero della città – a Locri diventa dunque necessaria una presa di posizione netta da parte di chi la amministra. «L’omicidio Fortugno – ha detto Fontana – ha rappresentato uno spartiacque e da lì in poi, a mio avviso, lo Stato si è fatto notevolmente sentire. Sono state condotte dal 2006 in poi numerose operazioni antindrangheta e si vive oggi una situazione di apparente normalità, con questo non voglio dire che il fenomeno sia stato estirpato, ma che certamente vive sotto altre forme, che sono però meno oppressive rispetto ai tempi in cui eravamo giovani e in cui invece sentivamo un po’ di più questa pressione. Grande merito deve essere dato allo Stato, grande merito lo voglio dare anche ai cittadini, tante operazioni sono state condotte anche grazie alle denunce spontanee di imprenditori o semplici cittadini. Noi, dal nostro punto di vista, continueremo a fare quello che abbiamo fatto, cioè cercare di percorrere una strada che già è stata tracciata in maniera indelebile e quindi vogliamo stare all’interno di quel perimetro».
«Io farei un passo indietro. Già nel 1997, – ha spiegato Sainato – con l’operazione “Primavera” è iniziata veramente la rinascita della città. Da quell’operazione in poi, poi interrotta dall’omicidio Fortugno, c’è stato sempre un crescendo. I cittadini di Locri hanno risposto veramente bene, hanno risposto perché Locri è una città di tantissime persone perbene, ha formato tantissime persone attraverso le sue scuole. Molte famiglie hanno dovuto chiudere le proprie attività, hanno dovuto ricominciare e lo hanno fatto con massima dignità. Non è semplice. Non era semplice per noi, non sarà semplice per chi andrà a governare dal 15 maggio in poi, ma ritengo che la strada sia stata tracciata e l’hanno tracciata non solo le amministrazioni, ma soprattutto i cittadini».
«Locri – ha detto Passafaro – è stata per anni sotto tiro della criminalità e nessuno lo vuole nascondere, però non dobbiamo caratterizzare la criminalità solo ed esclusivamente nel territorio di Locri, anche perché sappiamo che le menti criminali vanno dove c’è la ricchezza, e a Locri c’è poco da spartirsi perché l’economia è allo sbando totale. Poi c’è stato quasi un trasferimento naturale, il merito va alle forze dell’ordine, alla magistratura, ma soprattutto all’opinione pubblica che ha iniziato a non accettare determinate soppressioni mentali». (redazione@corrierecal.it)
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