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Cinquemila euro per assolvere il boss. Condannati a 2 anni e 8 mesi Petrini e Manna

Il gup ha riconosciuto le attenuanti generiche ed escluso l’aggravante mafiosa. C’è l’interdizione dai pubblici uffici. L’accusa aveva chiesto 8 anni per il giudice e 6 per il sindaco. La difesa: «…

Pubblicato il: 12/05/2023 – 15:47
di Alessia Truzzolillo
Cinquemila euro per assolvere il boss. Condannati a 2 anni e 8 mesi Petrini e Manna

SALERNO Il gup di Salerno ha condannato a 2 anni e 8 mesi ciascuno l’ex presidente di Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, Marco Petrini, e il sindaco di Rende, avvocato Marcello Manna.
Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche ed escluso l’aggravante mafiosa che gravava sul capo di imputazione di corruzione in atti giudiziari.
Lo scorso 31 marzo, il pm Francesca Fittipaldi aveva invocato 8 anni di reclusione per Petrini e 6 per Manna.
Il giudice, difeso dall’avvocato Francesco Calderaro, e il sindaco, difeso dall’avvocato Nicola Carratelli, sono stati anche condannati a risarcire le spese delle parti civili: (l’Avvocatura dello Stato per conto del Consiglio dei ministri) anche se sarebbe stata rigettata la richiesta di risarcimento di 300mila avanzata dall’Avvocatura. Per i due imputati c’è, inoltre, interdizione dai pubblici uffici.
Secondo l’accusa, il 30 maggio 2019 Manna avrebbe consegnato a Petrini la somma di 5000 euro in contanti all’interno una busta da lettere contenuta in una cartellina da studio, data al giudice nel suo ufficio. In cambio Petrini avrebbe alterato «la dialettica processuale inquinando, metodologicamente, l’iter decisionale della Corte d’Assise d’Appello da lui presieduta» emettendo una sentenza di assoluzione nei confronti dell’imputato, il boss di Cosenza e Rende, Francesco Patitucci, difeso da Manna, già condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 30 anni di reclusione per concorso nell’omicidio di Luca Bruni avvenuto a Castrolibero il 3 gennaio 2012. La sentenza d’appello che assolve Patitucci, emessa il 4 dicembre 2019 sarebbe, secondo l’accusa, «contaminata in radice dagli eventi corruttivi».
Non solo. Petrini avrebbe a sua volta sollecitato Manna a intervenire in favore di un giovane regista di Lamezia Terme, cugino della moglie di Petrini, presso Giuseppe Citrigno, presidente della Calabria Film Commission. Di mezzo c’era l’attribuzione di un contributo, stabilito dal bando di gennaio 2019, “per l’attrazione e il sostegno di produzioni audiovisive e cinematografiche nazionali e internazionali nel territorio della Regione Calabria”. Il regista ha ottenuto un contributo di 175mila euro a seguito di stipula della convenzione avvenuta in data uno ottobre 2019. 

La difesa di Manna: «Decisione illogica e contraddittoria»

«I difensori di Marcello Manna hanno appreso con vivo stupore e rincrescimento della sentenza del gup, avendo esposto e dimostrato documentalmente plurime ragioni per le quali l’ipotesi accusatoria non poteva affatto essere ritenuta fondata.
La decisione del gup, che ha notevolmente ridimensionato le richieste di condanna del pm, è evidentemente frutto di una considerazione della vicenda protesa verso le tesi accusatorie, peraltro in maniera illogica e contraddittoria perché nei confronti di coloro che dovevano essere concorrenti nel reato, ossia l’avvocato Gullo e lo stesso Patitucci, la Procura di Salerno aveva richiesto ed ottenuto decreto di archiviazione!
I difensori preannunciano, ovviamente, appello avverso quello che definiscono un evidente e grave errore giudiziario». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

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