LONATE POZZOLO A Lonate Pozzolo il clima per l’elezione del sindaco è teso. E non è questione che lasci tranquilli gli investigatori, visto che il centro è stato protagonista di inchieste sui clan di ‘ndrangheta (qui il nostro approfondimento sulla ‘ndrangheta a Lonate Pozzolo). Lo racconta il Corriere della Sera, che riferisce di colpi d’arma da fuoco sotto casa dell’imprenditore che denunciò le cosche nel 2019 e che ora corre per un posto da consigliere. Intimidazione (a cui sono seguite minacce) che si unisce a una telefonata sul luogo di lavoro alla candidata sindaca di centrodestra Elena Carraro, con la colonna sonora del film «Profondo rosso».
Infine, sempre secondo quanto riporta il Corriere, «la candidatura a consigliere per la lista che sostiene Tiziano Bonini, con investitura a futuro “vicesindaco”, del figlio del boss Cataldo Casoppero, da Cirò Marina, condannato in via definitiva a 14 anni di carcere a febbraio per aver fatto parte del locale di ‘ndrangheta di Lonate Pozzolo (Varese), quella che puntava ai parking di Malpensa». Su minacce, spari e candidature c’è la massima attenzione dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Milano che, nel luglio 2019, fece scattare il blitz «Krimisa» che aveva portato in carcere i vertici delle cosche di Lonate, compreso l’imprenditore-mafioso Cataldo Casoppero. Suo figlio Antonio, incensurato, è stato protagonista in questi anni di un’aspra battaglia politica e social contro l’amministrazione di centrosinistra guidata da Nadia Rosa, che ora si ricandida. «Il suo nome – si legge sempre sul Corriere – compare 257 volte nell’ordinanza cautelare «Krimisa», parla con il padre che racconta di dissidi e agguati. Ma partecipa anche a una cena di mafia la sera del 21 ottobre 2017 insieme al padre e a Giuseppe Spagnolo, “elemento di spicco della cosca Farao-Marincola”. Quella sera a tavola c’è anche un volto molto noto: l’ex calciatore Giuseppe Sculli, nipote del boss Giuseppe Morabito U Tiradrittu». Per i magistrati non c’è nulla di penalmente rilevante. Tiziano Bonini, nel cui schieramento Casoppero si candida, tende a tenersi lontano dalla retorica antimafia: «Illegalità? Dove la vedete questa illegalità, li hanno arrestati tutti».
Si candida anche Modesto Verderio, leghista della prima ora, più volte minacciato dalle cosche in passato. Nel clima teso gli investigatori hanno acceso i fari. Specie sulle minacce all’imprenditore che denunciò proprio i clan di Lonate, oggi candidato nella lista di centrodestra. Qualcuno ha esploso colpi d’arma da fuoco vicino a casa sua e non sarebbe stata un’azione casuale. E l’imprenditore, che non ha mai voluto cavalcare la ribalta mediatica derivata dall’essere stato definito dai magistrati «un caso rarissimo» in Lombardia «di ribellione alle cosche», è finito di nuovo nel mirino.
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