Mimì no, lei non versava lacrime giù nel kleenex perché lui era senza cuore, macho implacabile. Non era l’infelice delle parole che schiere di uomini scrivevano convinti di cucirgliele addosso. Lei era nelle sue parole, in quelle che scriveva da sola:
“Per te
che stai lottando,
per te
che stai perdendo
a te che rimani lì
sempre più solo.
a te che sei prigioniero qui
senza una vela che ti guidi in alto mare,
oh no,
non lasciarti andare”
Lanciava spade, cavallerizza delle luce, correndo in soccorso a chi stava per soccombere. Le vicende d’amore c’entravano poco con la sua inquietudine, c’entrava pure poco la stronzaggine della gente, del suo ambiente di lavoro.
Era figlia di un mondo che guarda il mare da millenni, un mare che s’incanala nello Stretto, muta pelle, supera lo scudo della Sicilia e si fa aperto: accarezza solo per minacciare e colpire meglio.
Le Bagnarote erano l’avanguardia matriarcale, dominanti mai dominate, l’archetipo delle streghe da portare sul rogo, l’ossessione dell’uomo confuso, incompleto, in bilico fra sepoltura e resurrezione, attaccato ai capezzoli della Grande Madre Mediterranea, da Jung a Fellini, passando per Bernhard. Mimma Mimì Bertè lo Zefiro lo prendeva di spalle, si lasciava vestire dal vento che aveva l’alito di eucalipto e gelsomino: la brezza dell’inganno che rovina vite, epiche, nazioni, smette il proprio verso e ne assume quello contrario per alimentare sogni, follie, viaggi impossibili, per portare l’anima dentro tempeste invincibili. Non è mai stata Cate Blanchett che vince l’eclissi totale del cuore correndo fuori a cercare un bandito. La bandita era lei, fuorilegge, fuori ruolo, da sempre in rotta di collisione, il suo cruccio erano le longitudini, gli incroci astrali, i misteri insondabili, non i banali maschi, anche se stuoli di pervicaci parolieri ci hanno provato a ridimensionare la sua tensione. Il suo nemico era il nemico di quelli che sono diversi, sensibili, fragili, che hanno un passo lento dentro una società che va di fretta. Il suo tallone d’Achille era trafitto e trafitto migliaia di volte dalle frecce di un’umanità che tramonta dietro ai battiti meccanici di un cuore, lontanissimo dal suo che impazziva nella samba del triplice orizzonte di chi apre gli occhi su uno Stretto che solo dei senza sogno possono immaginare di imbrigliare dentro una cornice di cemento.
*Scrittore, intellettuale (Tratto da Facebook)
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