LAMEZIA TERME «Abbiamo iniziato parecchi anni fa con la collezione dell’istituto di Caserta che chiaramente abbracciava un po’ tutto il panorama delle nespole coltivabili in Italia, dalle siciliane classiche rosso lungo, nespolone di Palermo, nespolone di Trabia, di Ferdinando e quelle internazionali, tipo “Tanaka”, “Golden Nugget”, “Algeri”, insomma tante varietà. Fino ad arrivare alla “Peluche” sulla quale ci siamo concentrati. Questa varietà ha grandi pregi perché è più resistente alla manipolazione rispetto ad altre. E soprattutto è più resistente agli attacchi fungini». Carlo De Blasio è un noto imprenditore, coltivatore e pioniere della frutta tropicale. Titolare dell’azienda “Scopelliti” di Catona in provincia di Reggio Calabria, da anni porta avanti con grande amore e risultati importanti, anche fuori dai confini regionali, questa “nicchia” produttiva che sono le nespole di Calabria. Dall’attenzione nutrizionale all’innovazione con la creazione di un gelato e di una marmellata. Di tutto questo e tanto altro De Blasio ha parlato nell’ultima puntata di “Ti racconto un’impresa”, il format ideato da L’altro Corriere Tv e dedicato alle realtà imprenditoriali calabresi.
«Chiaramente – afferma De Blasio – questa varietà (Peluche, ndr) ha delle esigenze che ci hanno portato nel tempo a cambiare tante cose, perché avevamo iniziato con piante innestate su Cotogno BA/29, per cui impianti fitti. Poi ci siamo resi conto, col tempo, che il lavoro richiedeva molta chimica e chiaramente emergevano problemi di malattie fungine, bisognava trattare. Operando in biologico assoluto, abbiamo cambiato un po’ tutto. Quindi adesso gli impianti che stiamo rifacendo, sono innestati con piante più alte, con una particolare attenzione al ricambio d’aria, alla circolazione all’interno della chioma e nell’appezzamento in generale come ubicazione, buona esposizione, in sintesi quanto di più è necessario alla pianta. Abbiamo detto che si tratta di un albero della tradizione che si trova in tutti i giardini, per cui le persone si ricorderanno che soprattutto nei giardini e negli agrumeti le piante di nespolo erano al di sopra della chioma degli agrumi. Questo per garantirgli una circolazione d’aria tale da proteggerli dagli attacchi fungini. In più chiaramente, quando c’è l’attacco sulla pianta, i frutti che cadono a terra chiaramente lasciano le spore. Se la pianta è bassa, con il primo sole primaverile, quando maturano le nespole, le spore risalgono col vapore acqueo e risalgono sulla pianta. Per cui più la pianta è alta, più si protegge da questo problema».
La tecnica colturale è stata modificata nel tempo e va sempre di più verso la sostenibilità e quindi verso la produzione di un frutto biologico stagionale. I cambiamenti evidenziati da De Blasio di fatto hanno ridotto drasticamente quelli che sono i trattamenti antiparassitari, anzi, non ne vengono più assolutamente effettuati. «Questa pianta – afferma l’imprenditore – ha il pregio di aver bisogno di pochissima acqua. Addirittura, nel periodo di maturazione, non deve assolutamente essere irrigata. Perché concentra gli zuccheri se non viene irrigata. Infatti, normalmente, per tradizione le nespole maturano quando smette di piovere, una caratteristica che poi, chiaramente, si deve accompagnare nel sistema colturale che adotta».
«In origine – spiega De Blasio – lavoravamo su quasi quattro ettari, poi un ettaro è andato via con un esproprio dell’Anas e gli altri tre ettari erano di tipo intensivo con quel sistema, per cui abbiamo deciso di modificare il tutto. Adesso in produzione ci sono 5000 metri, una produzione in termini di quintali intorno ai 150-200 per ettaro, però a questo, per non illudere le persone, dobbiamo aggiungere che chiaramente non è tutto prodotto commerciale. Noi abbiamo il problema che ancora non abbiamo messo le reti antigrandine. La copertura antigrandine garantisce di recuperare un buon 30 per cento di prodotto che diversamente deve andare a un tipo di target diverso da quello dell’eccellenza a cui, chiaramente, puntiamo. Associare alla rete antigrandine le reti fotoselettive, potrebbe dare degli ulteriori vantaggi. Questo è un tentativo che stiamo facendo col professore Gullo, pensando di utilizzare la rete rossa. Il fatto che sia rossa, assorbe la radiazione del rosso, per cui fa passare indenne la radiazione del blu, che sono quelle più vicine al fosforo e al potassio, mentre il rosso è più vicino all’azoto. La radiazione del rosso stimola la pianta alla vegetazione, ed è come se dessimo azoto. Mentre se noi blocchiamo il rosso e diamo le radiazioni del blu, è come se dessimo fosforo e potassio, per cui stimoliamo la pianta alla una migliore radicazione, a una gestione migliore dei nutrienti».
La bellezza della frutta dell’azienda “Scopelliti”, di dimensione maggiore rispetto alle nespole più piccole, risiede nelle sue caratteristiche organolettiche eccellenti che dimostra come oggi in agricoltura tutto passi attraverso la sperimentazione e la scienza. «Uno dei problemi più grandi che abbiamo avuto all’inizio – rivela De Blasio – è che le persone non riconoscevano queste come nespole. E nel momento in cui erano costretti ad accettarle come nespole pensavano fossero ormonate. In realtà queste sono assolutamente indenni, di coltivazione assolutamente naturale, con un minimo di diradamento, più che altro legato alla necessità di garantire la circolazione d’aria all’interno, dunque un diradamento associato alla potatura». La nespola è inoltre un genere di frutto ipocalorico, consigliato anche nelle diete ipocaloriche, anche a diabetici, e a cui si accompagna una ricchezza di sali minerali, vitamine e anche di proprietà diuretiche e toniche. «Anche semplicemente per il fatto – evidenzia De Blasio – che ha un contenuto di acido malico, che è un ottimo gastroprotettore».
«È difficile credere – dice De Blasio – che queste nespole così grosse, comunque riescano a dare più di 15 di grado brix alla raccolta, che significa avere 15 gradi zuccherini. Dobbiamo tenere conto che mediamente le nespole che troviamo in commercio, sia quelle che arrivano dalla Spagna, che le classiche siciliane tradizionali, difficilmente raggiungono i 12 gradi, perché sono molto acide. Questa è un’impostazione che si è sempre data a questo tipo di frutto. Le nostre nespole possiamo dire che appartengono a un mondo a parte rispetto a quelle commerciali della tradizione. Le nespoline che anche noi abbiamo, normalmente sono molto dolci, però hanno anche una buccia molto dura. Invece, con la varietà “Peluche”, noi abbiamo frutti che mediamente superano i 200 grammi e l’incidenza del dei semi e della buccia è limitatissima, siamo intorno al 20 per cento ed è veramente incredibile». Una prerogativa questa che porta a poter sbucciare il frutto molto facilmente per poi avere un risultato in mano di un certo valore. Inoltre questo genere di nespole non macchiano le tovaglie di casa, aspetto di non poco conto se si paragonano alle nespole nostrane. «Le nespole – precisa De Blasio – sono ricche di tannino, quelle tradizionali ancora di più. Infatti si usa molto il limone associato alla nespola proprio per evitare che il tannino annerisca e renda non gradevole il frutto alla vista. Sono ricche anche di acido malico, che è un grosso protettore, insomma hanno tanti benefici per la salute, come d’altronde tutta la frutta».
Il nespolo è un frutto stagionale, da aprile fino a luglio si può godere di questo speciale frutto. Ma come si raccolgono le nespole e quali sono le attenzioni da avere per un frutto del genere? «La raccolta – sottolinea De Blasio – è comunque delicata e viene fatta con attenzione. È preferibile raccogliere il grappolo e poi confezionarlo direttamente per la vendita, senza fare ulteriori passaggi. Quello che richiede in questo momento il mercato sono le vaschette, il mezzo chilo pronto. E questo è l’ideale, perché le nespole in questo modo non si maltrattano, rimangono abbastanza integre anche durante il trasporto. Queste operazioni vengono effettuate in campo. Chiaramente, per determinate richieste, si fa un lavoro ulteriore. Ma va detto che la confezione ordinaria è o sfusa nella cassetta o in vaschette trasparenti, che mediamente sono da mezzo chilo».
«Questa – tiene a dire l’imprenditore – è una pianta molto produttiva. Addirittura quando avevamo le piante innestate su cotogno, dovevamo togliere più della metà del prodotto, perché altrimenti la pianta non riusciva neanche a fare le foglie, si caricava talmente di frutto che non si riusciva ad avere un ricambio di foglie, quindi è una pianta molto generosa. Questo è chiaramente è legato al fatto che la fioritura qui da noi, che è autunnale, beneficia gli insetti pronubi. Grazie al nostro clima effettivamente questa è una pianta molto produttiva».
Anche il miele di nespolo è particolarmente gradito dai consumatori, proprio perché la pianta ha una bella fioritura e quindi mellifera, per cui è visitata dalle api. Infatti, un frutto di grandi dimensioni come la nespola di Calabria, è permesso proprio dall’impollinazione che avviene grazie alle api. Tutto ciò garantisce al prodotto una sua eccellenza difficile da trovare altrove. «Noi, afferma De Blasio – abbiamo puntato al consumo fresco. Però, avendo una buona quantità di prodotto che non può andare al consumo fresco di alto livello, abbiamo pensato a una serie di linee differenti, andando intanto a ritrovare quello che c’era nella tradizione, tipo una marmellata che poi, in realtà, non è una marmellata vera e propria. Penso alle nespole gileppate, che sono delle nespole a pezzettoni interi in uno sciroppo di zucchero, chiaramente con aggiunta di limone. Ci è piaciuto associarlo anche ad altri utilizzi. Ad esempio nella classica crostata che si fa in tutte le famiglie, l’utilizzo al posto della marmellata delle nespole gileppate può essere una particolarità molto interessante».
Ma dove si possono trovare le nespole di Calabria dell’azienda “Scopelliti”? «Noi abbiamo al solito il nostro rapporto con McGarlet, per i cui consegniamo la mezza pedana che va a finire a Bergamo e viene gestita da lì. Quindi la distribuzione delle nespole inizia da Bergamo. Da lì il prodotto va sul mercato generale, c’è una distribuzione ordinaria. In passato sfruttavano il mercato napoletano, che è un mercato eccezionale per le nespole, con dei prezzi ottimi. Il problema è che per arrivare a portarle sul mercato napoletano, i costi devono essere giustificati dai quantitativi. Noi allora beneficiavano del fatto che venivano a comprare il limone con la foglia. Ora tutto questo è finito, ma organizzandoci e strutturandoci siamo riesciti a gestire la parte commerciale abbastanza bene. Certo, si può e si deve fare sempre meglio, investendo ad esempio maggiori superfici, associandosi si deve necessariamente fare qualcosa per poter gestire tutta questa frutta che ha raccolta scalare e che ci costringe a far partire di volta in volta quantitativi limitati. Sui mercati locali noi siamo su Reggio Calabria, abbiamo fornito qualche distributore di Lamezia Terme che compra per rivendere. Questo prodotto splendido ancora non è molto conosciuto da permettere una fidelizzazione ampia in grado di allargare la distribuzione».
L’azienda “Scopelliti”, da tempo sta puntando molto sulle innovazioni. Si sta sperimentando per esempio una collaborazione con una gelateria reggina, senza dimenticare la trasformazione in marmellata da proporre in pasticceria. «Questo è un grande progetto – afferma con orgoglio De Blasio – perché la collaborazione che abbiamo iniziato con la “Gelateria Cesare” di Reggio Calabria con il mango, la stiamo ampliando, e siamo riusciti a unire l’innovazione con la tradizione. Abbiamo creato un gelato, che è un sorbetto, anche in questo caso con un’attenzione speciale alla nutrizione, senza latte e derivati, per cui acqua, zucchero, tutti prodotti naturali. Siamo riusciti ad associare a questo sorbetto da consumo, in coppetta, le nespole gileppate, come una variegatura da aggiungere al gelato. Si tratta di un’idea innovativa che mira a sfruttare questo frutto stagionale in una nuova veste. Non è stato semplice arrivare a questo risultato. Dopo numerose prove, grazie alle capacità uniche di Davide De Stefano, che il titolare della “Gelateria Cesare” e punta da sempre a valorizzare i frutti e le bellezze del territorio, ora possiamo proporre un prodotto di alta qualità. In pasticceria abbiamo poi la classica marmellata di nespole gilettate, anche questa da provare assolutamente».
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