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il verdetto

«Morto di cancro per aver respirato amianto sul lavoro», risarcimento da 660mila euro per i familiari

La decisione del Tribunale di Cosenza sul caso di un dipendente della Ledorex Sud. «Provata la causalità con il cancro ai polmoni»

Pubblicato il: 14/05/2023 – 7:47
«Morto di cancro per aver respirato amianto sul lavoro», risarcimento da 660mila euro per i familiari

COSENZA Ha utilizzato per anni materiali in amianto «senza alcuna forma di protezione» perché i datori di lavoro non avevano «previsto l’utilizzo di guanti o mascherine». Di più: Michele Beltrano ha «svolto la sua attività lavorativa in ambienti in cui si liberava una notevole quantità di fibre di amianto», quantità che «era stata sempre oltre la soglia di legge». È una storia di ordinario disinteresse per la salute dei lavoratori quella che ha portato il Tribunale di Cosenza a riconoscere un risarcimento complessivo di oltre 600mila euro agli eredi di un dipendente della Ledorex Sud srl che si è ammalato di cancro ai polmoni (accertato nel 2009) ed è deceduto il 2 settembre 2012.

L’avvocato Francesco Siciliano

La battaglia legale per gli eredi, assistiti dall’avvocato Francesco Siciliano, è stata lunga. L’esito degli accertamenti, per il giudice Salvatore Bloise, è chiaro: l’ambiente di lavoro era nocivo, «sicché opera la presunzione di colpa del datore di lavoro». La Ledorex Sud srl, subentrata nel rapporto di lavoro nel 2000 alla Legnochimica, «aveva la piena consapevolezza della necessità della bonifica del luogo di lavoro da ogni elemento in amianto». Invece le condizioni di lavoro non sono mai mutate. In più, il Tribunale ha valutato come credibile la perizia del consulente Serafino Conforti, che «ha concluso affermando che era stato dimostrato scientificamente che l’esposizione ad amianto moltiplicava il rischio di tumore ai polmoni sia nei fumatori che nei non fumatori e che vi era induzione al tumore al polmone in conseguenze della coazione interdipendente delle fibre di amianto e del fumo di tabacco». Il consulente interpellato «ha dunque concluso per la sussistenza del nesso di causalità (secondo il criterio del più probabile che non) con conclusioni condivisibili, sicché deve affermarsi l’esistenza del nesso di causalità tra nocività dell’ambiente di lavoro e patologia tumorale». Scartato, invece, l’esito di un’altra perizia che aveva concluso – su presupposti non ritenuti convincenti dal giudice – per la non causalità del danno.
Il ragionamento conduce all’elaborazione della quantificazione del danno. In totale la Ledorex Sud srl è stata condannata alla liquidazione di circa 660mila euro da suddividere tra l’ex moglie della vittima e i suoi tre figli. (redazione@corrierecal.it)

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