REGGIO CALABRIA La maggioranza di centrodestra alla Regione forza i tempi e procede a tamburo battente sulla nuova “Omnibus”, la proposta di legge che contempla norme su temi disparati ed eterogenei tra cui una modifica per rendere consultivo il referendum sulle fusioni dei Comuni. Il testo, di iniziativa di Gianluca Gallo (Forza Italia), Pietro Molinaro (Lega), Pierluigi Caputo (Forza Azzurri), Michele Comito (Forza Italia) e Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia), è stato al centro della discussione della prima Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale, che ha avviato la discussione aprendo i termini per la presentazione degli emendamenti, termini che scadono domani (venerdì la Prima si riunisce un’altra volta). Discussione anche animata, almeno a leggere il resoconto di seduta, con i consiglieri regionali di opposizione Antonio Lo Schiavo (Misto) e Antonio Billari molto polemici in un serrato botta e risposta con Caputo.
Ad aprire le danze è Lo Schiavo, che subito solleva critiche alla “Omnibus”, una quindicina di articoli che legiferano su “laqualunque”, dalle strutture speciali della Giunta ai Consorzi di bonifica, dal referendum sulla fusione dei Comuni ai revisori dei conti della Regione, dagli impianti sciistici alle assunzioni a tempo determinato nella sanità e via discorrendo. Nel mirino delle contestazioni del centrosinistra soprattutto l’articolo 3, che modifica la vigente legge regionale del 2006 sulla fusione dei Comuni rendendo ora semplicemente “consultivo” il referendum dei cittadini dei Comuni interessati: norma che ovviamente diventa di stringente attualità perché secondo diversi analisti politici va messa in relazione con un’altra recentissima proposta di legge cara al centrodestra, quella sulla “Grande Cosenza” da attuare attraverso la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Ecco cosa emerge dal resoconto di seduta. «Il rispetto dei ruoli – dice Schiavo – impone che la maggioranza governi e l’opposizione vigili, ma con una proposta che prevede tutto ed il contrario di tutto si nega la possibilità non solo di incidere, ma semplicemente di avviare la discussione. Non ha affrontare le riforme col tentativo di forzare la mano senza alcuna forma di interlocuzione. Nelle fusioni dei Comuni il potere della popolazione è solo consultivo o inesistente. È impossibile poter cooperare in un simile contesto. La legge – afferma il capogruppo del Misto – ha il carattere politico di una maggioranza che vuole mostrare i muscoli». La presidente della mPrima Luciana De Francesco (FdI) interviene per precisare che la proposta di legge punta a dare risposte al territorio e comunque si tratta di una prima lettura e sarà possibile presentare emendamenti. Il dem Billari si allinea a Lo Schiavo: «Siamo in presenza della sesta legge “Omnibus” che interviene su qualsiasi materia. Sulla fusione dei Comuni è in atto una discussione che si tenta di superare attraverso l’esclusione sia della volontà dei Comuni che dei cittadini, con la previsione di un referendum consultivo non vincolante». La replica di Caputo: «La modifica alla legge del 2006 – sostiene secondo quanto riporta il resoconto di seduta – è necessaria perché la norma a suo tempo è stata scritta male. La finalità è quella di dare la parola ai cittadini, considerato che i sindaci non hanno dato alcuna apertura al processo di fusione. L’intenzione non era quella di portare la discussione sul piano politico, né pervenire all’approvazione di una norma di parte».
È solo un primo round. Lo Schiavo insiste: «Dopo l’intervento del consigliere Caputo, sorgono dubbi che l’intervento normativo sia realmente attagliato alla discussione sulla fusione di Cosenza-Rende. Per portare al centro i cittadini l’ultima possibilità deve essere il parere vincolante del referendum e la maggioranza dei consensi deve essere prevista in tutti i Comuni coinvolti. Non si comprende il senso del voto dei cittadini su un referendum consultivo non vincolante». Nuova replica di Caputo, che – si legge ancora – rimarca «la ferma volontà di coinvolgere i cittadini attraverso il referendum». Si chiude con il rinvio della trattazione e l’apertura dei o termini per gli emendamenti: venerdì buona seduta della prima Commissione, con la “Omnibus” ancora unico punto all’ordine del giorno. (c. a.)
x
x