LAMEZIA TERME Giancarlo Pittelli, tratto in arresto con l’operazione della Dda di Reggio Calabria “Mala Pigna”, ha risposto al gip durante l’interrogatorio di garanzia. «L’imputato – sottolinea il pm Annamaria Frustaci nel corso della requisitoria del processo Rinascita Scott – si è sottoposto a un esame al quale si è sempre sottratto» nel processo in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme. Un fatto che l’accusa definisce «curioso». Ma Pittelli non è l’unico.
«Noi abbiamo assistito in quest’aula – aggiunge il pm – a degli imputati ristretti in regime di 41bis che non si sono sottratti al confronto». Per quanto riguarda altri personaggi, invece, hanno preferito tacere. «A parte l’imputato Gianluca Callipo, che si è sottoposto all’esame del pubblico ministero, nessuno degli uomini e delle donne che hanno fatto parte delle istituzioni si è sottoposto. Naturalmente c’è qualche eccezione, è una legittima scelta, insindacabile. Ma non è stata fornita una prospettazione alternativa, rispetto alla ricostruzione dei fatti, né da Giancarlo Pittelli (avvocato ed ex parlamentare, ndr), né da Giorgio Naselli (colonnello dei carabinieri, ndr), né da Antonio Ventura (ex carabiniere del Nucleo investigativo di Vibo), né, per quanto ricordi, da Michele Marinaro (maresciallo della Finanza nella Dia di Catanzaro). Persone – dice il magistrato – che hanno incarnato dei ruoli istituzionali importanti e che non hanno ritenuto di dare nessuna risposta. Il meccanismo delle spontanee dichiarazioni non è dare delle risposte».
Per quanto riguarda Giancarlo Pittelli «non si è sottoposto all’esame del pubblico ministero in sede di interrogatorio di garanzia del gip. Ha reso spontanee dichiarazioni il 9 gennaio 2020 dinanzi al tribunale del Riesame ma non si è sottoposto, neanche in quella sede. Analogamente è avvenuto per quanto riguarda la fase della conclusione delle indagini preliminari. Era un momento pandemico ed è stato coltivato per tutti i detenuti il meccanismo della delega dell’interrogatorio perché quella era la situazione in quel momento e non c’era la codificazione della possibilità di procedere a distanza». In quell’occasione c’era stata una richiesta di interrogatorio ma poi è sopraggiunta una rinuncia. Il 28 gennaio 2022 Pittelli fa nuovamente spontanee dichiarazioni nel corso di una udienza.
C’è un altro tema che il pm Annamaria Frustaci introduce. Un tema che ha fatto parecchio discutere ed è quello della «manipolazione di alcune trascrizioni». «Si fa riferimento – dice il sostituto – ad attività di manipolazione e alterazione da parte di ufficiali che stavano deponendo in quel momento in aula, dopo aver affrontato un lavoro immane e rispettoso delle posizioni soggettive di tutti gli indagati, poi imputati. Questo lavoro grandissimo è stato fatto dai rappresentanti dei tre reparti nel massimo rispetto di quelle che sono le posizioni soggettive di tutti gli indagati». Quello che il magistrato stigmatizza è il fatto che mentre gli ufficiali deponevano in aula, fuori dal processo si parlava «di alterazioni, di manipolazioni. E rispetto a questo – dice il pm rivolgendosi al Tribunale – ci saranno delle richieste specifiche conclusive da parte dell’Ufficio di Procura perché non si può attribuire una condotta criminale a chi ha operato, ovvero i militari dell’Arma dei carabinieri, con grande rigore. Più volte è stato sollecitato il riascolto. Perché se ci viene prospettata una problematica è un nostro dovere verificare che non ci sia stato un errore, un fraintendimento. Lo abbiamo fatto. E questi errori non ci sono stati». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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