REGGIO CALABRIA «Continuano le aggressioni nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. Ieri, nel carcere di Reggio Calabria San Pietro, dove sono custoditi detenuti Alta sicurezza, uno di questi ha aggredito un agente. Il ristretto non è nuovo al non rispetto delle regole; lo stesso, infatti, era stato trasferito dal carcere di Catanzaro a quello di Reggio Calabria, perché era stato trovato in possesso di un telefono cellulare». Lo denuncia una nota del Sappe, Sindacato autonomo polizia penitenziaria. «Ma tale trasferimento – si evidenzia – non è stato d’insegnamento, in quanto dopo pochi giorni una sua parente ha cercato di entrate con della droga in carcere, ma grazie alla professionalità del personale di Polizia Penitenziaria la sostanza è stata intercettata. Lo stesso, dopo i fatti accaduti, ha più volte manifestato l’intenzione di aggredire il personale, tant’è che ha messo per iscritto tale intenzione. La direzione ha chiesto il suo trasferimento, purtroppo senza successo».
«Non è più possibile tollerare queste situazioni – affermano Giovanni Battista Durante e Damiano Bellucci, rispettivamente segretario generale aggiunto e segretario nazionale del Sappe -, con detenuti che prendono a pugni e schiaffi in faccia gli agenti di polizia penitenziaria. Chiediamo l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, misure di rigore necessarie per contenere i comportamenti dei soggetti violenti». «Tale regime – concludono – dovrebbe essere sempre la naturale conseguenza di ogni aggressione al personale di polizia penitenziaria».
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