CROTONE “Cultura e legalità nell’arte. Tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico”: è questo il tema del convegno organizzato a Crotone, presso il Museo e Giardini di Pitagora il prossimo 24 maggio alle ore 17. Un evento – promosso in occasione della mostra di Antonio Affidato “Rara Avis – Olò ghiru tu Kròton” – durante il quale verrà presentato “Fuori dai confini”, il nuovo libro del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e del giornalista e docente Antonio Nicaso. Dopo i saluti del sindaco di Crotone Vincenzo Voce e del presidente Jobel Santo Vazzano, seguirà il dibattito. Interverranno il procuratore Nicola Gratteri, l’orafo e scultore Antonio Affidato, il giornalista e scrittore Pino Aprile, il soprintendente ABAP per le Province di Catanzaro e Crotone Stefania Argenti, il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Crotone Gregorio Aversa, l’archeologo Daniele Castrizio. Modererà l’evento la professoressa Giovanna Ripolo.
Una ricerca artistica che si basa sulla scultura e sul gioiello, un connubio di materiali e di tecniche per rappresentare personaggi legati alla storia e al mito dell’antica Magna Grecia. “Rara Avis – Olò ghiru tu Kròton”, la mostra dell’orafo-scultore Antonio Affidato, è stata inaugurata lo scorso 17 marzo presso il Museo Archeologico Nazionale di Crotone.
Affidato tramite la sua arte ha voluto mettere in mostra delle sculture che raffigurano Pitagora, Milone, Hera Lacinia, Alcmeone, Serse, Phayllos, Medusa, Eracle e Gea, personaggi e figure che sono state la testimonianza e la storia di una grande e antica Città. La mostra ha l’intento di porre particolare attenzione alla storia della città di Kroton, ma anche alla sua contestualizzazione all’interno del Mediterraneo, da qui il titolo “Olò ghiru tu Kròton” “Tutto intorno a Kròton” con l’aggiunta di tre nuove opere: Milone, Eracle ed Hera Lacinia.
Per la ‘ndrangheta una guerra e una pandemia sono nuove opportunità di business. Il conflitto in Ucraina, per esempio, è una tavola imbandita dove non manca nulla: armi, edilizia, traffico di esseri umani, mercato nero e fondi europei. Una ghiotta opportunità che segue la lunga stagione del Covid-19, durante la quale la mafia calabrese si è prodigata in azioni «filantropiche» a sostegno di famiglie e imprese in difficoltà, innescando un meccanismo di dipendenza da sfruttare a tempo debito. Pur conservando la propria base in Calabria, la ʼndrangheta ha ormai ben poco della mafia rurale d’un tempo: è sempre più globale, più connessa, più ramificata. È attiva in gran parte delle regioni del Nord Italia e dei paesi europei, Germania in testa, poi in Africa, in America, in Australia, e guarda con interesse all’Asia. Il suo «sguardo presbite» non ha confini.
In questo nuovo libro Nicola Gratteri e Antonio Nicaso ci svelano i territori in cui la presenza della ʼndrangheta è più forte, mostrandoci come essa si premuri di rimanere al passo coi tempi. Certo, il traffico di droga e di armi, lo sfruttamento della prostituzione e la contraffazione dei prodotti restano attività irrinunciabili, ma contano sempre più lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici e il gioco d’azzardo online illegale, con il frequente ricorso alle risorse telematiche, alla crittografia, alle criptovalute, ai traffici sul dark web. Senza dimenticare il riciclaggio, perché la «modernità» della ʼndrangheta emerge soprattutto qui, nella capacità di infiltrarsi all’interno del mondo politico-istituzionale e nello sfruttare l’area grigia dei soggetti compiacenti appartenenti al mondo della finanza e dell’imprenditoria. Anche le mafie, come i virus, mutano in continuazione per adattarsi ai cambiamenti dell’organismo sociale che le ospita. La nuova parola d’ordine della ‘ndrangheta è «centellinare la violenza e normalizzare la propria condotta», per non lasciarsi scappare nessuna occasione. In qualunque paese del mondo si trovi.
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