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La riflessione

Facoltà di Medicina a Cosenza, “La Calabria che vuoi”: «Opportunità per l’intera regione»

La segretaria del circolo cosentino Tucci ed il presidente Gentile: «Metodo e cultura faranno la differenza dei risultati»

Pubblicato il: 19/05/2023 – 9:55
Facoltà di Medicina a Cosenza, “La Calabria che vuoi”: «Opportunità per l’intera regione»

COSENZA «Sgomberando il campo da ciò che è solo sterile campanilismo, desideriamo concentrare il nostro ragionamento su quelle che sono le opportunità che la realizzanda Azienda Ospedaliera Universitaria di Cosenza – necessaria conseguenza dell’istituzione della Facoltà di Medicina all’Unical – può rappresentare per Sistema Salute del territorio cosentino e anche della nostra Regione tutta». A parlare sono il segretario ed il presidente del Movimento politico “La Calabria che Vuoi” Candida Tucci e Giovanni Gentile che aggiungono «ed, eventualmente, concentrare gli sforzi per individuare soluzioni affinchè le prospettate opportunità possano essere sfruttate al massimo».
«Poter affiancare all’attività di cura dell’Ospedale, la facoltà di Medicina – continuano Tucci e Gentile – rappresenta un’indiscutibile opportunità di innalzamento della qualità tanto delle prestazioni di salute verso cittadini, che delle professionalità degli addetti alla cura (i c.d. camici bianchi e tutto il personale sanitario) che gioco forza saranno permeati dall’ influenza scientifica innescata dal nuovo compagno con cui realizzare i percorsi di cura. In questa prospettiva rappresenta un’occasione irrinunciabile per il sistema Salute della nostra Regione»
«Un obiettivo straordinario, certamente, seppur non scevro da rischi rappresentati dal mantenimento della propria autonomia concettuale ed organizzativa delle due Istituzioni coinvolte – affermano ancora – quindi da una specificità normativa ed una conseguente separazione dei rispettivi servizi tecnici ed amministrativi. Va da sé che qualora dalla fusione delle due Istituzioni – Ospedale e Facoltà di Medicina – in ‘Azienda Ospedaliera Universitaria’ non conseguirà l’adozione di protocolli che, da un lato, possano continuare a far funzionare le istituzioni coinvolte in modo efficiente, con responsabilità ben individuate e, dall’altro, possano consentire il conseguimento di quel valore aggiunto della integrazione tra Assistenza, Didattica e Ricerca, vera ragion d’essere del passaggio da Aziende miste ad Aziende integrate, vano sarà stato lo sforzo di tutti gli attori coinvolti in questo processo».
«È questa la sfida che il territorio cosentino e le istituzioni preposte (cioè, la politica tutta, le istituzioni che erogano le prestazioni di salute e, ancora, quelle deputate all’erogazione della formazione) – sostengono – devono essere pronte ad accogliere. Acquisire la capacità di superare i circuiti chiusi di ragionamento e di programmazione e l’abbattimento delle barriere culturali, metodologiche ed organizzative, per centrare nel segno gli obiettivi che il legislatore ha posto in agenda da più di vent’anni. Sfida difficile sin da allora, tant’è che in questo ventennio di esperienza l’obiettivo non è stato raggiunto dappertutto in modo uniforme e,forse, nemmeno desiderato».
Secondo Tucci e Gentile, «il metodo e la cultura faranno la differenza dei risultati che porteremo a casa, cosentini e calabresi».
«Su questa sfida, culturale più che organizzativa – affermano ancora le due esponenti di “Calabria che vorrei” – la nostra Regione deve compiere uno sforzo in più per superare vecchie resistenze ancora forti in tema di Salute ed incancrenite dall’ultradecennale commissariamento esterno della nostra Salute che hanno consentito che , ancora oggi, in Calabria ci sia un sistema di Cura completamente separato da un sistema di Assistenza. Quest’ultimo poi, ghigliottinato da un riassetto organizzativo approvato nel 2019… fantasiosamente definito da chi allora lo ha voluto come una “riforma”».
«L’istituzione della Facoltà di Medicina a Cosenza è per la Calabria – concludono Tucci e Gentile – l’opportunità di rimettersi in gioco e ripartire con la marcia giusta per avviare, finalmente, percorsi di salute di qualità con un metodo di benchmarking costante tra Istituzioni differenti che scevre da diffidenza ideologica, si aprano all’ascolto di tutti gli stakeolder di questo processo, tra i quali vi sono, indubbiamente, gli studenti che andranno a mettere in pratica quello che avranno imparato non solo da un punto di vista nozionistico ma anche culturale, ma anche i cittadini, fruitori finali della nuova organizzazione».

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