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Falvo: «I giovani magistrati vanno via dopo tre anni. Serve una soluzione stabile»

Il procuratore della Repubblica e il presidente del Tribunale di Vibo Di Matteo: «La visita del Csm un segno importante di vicinanza»

Pubblicato il: 19/05/2023 – 18:07
Falvo: «I giovani magistrati vanno via dopo tre anni. Serve una soluzione stabile»

VIBO VALENTIA «Questa è una visita che segna la vicinanza del Csm ai giovani magistrati vibonesi che si trovano a trattare maxi processi con grandi difficoltà, sia sotto l’aspetto professionale che sotto il profilo della vita personale. Siamo consapevoli del fatto che la coperta è corta e siamo altrettanto consapevoli, per come ha rimarcato il vicepresidente Pinelli, dell’orgoglio e dell’onore di svolgere un’attività così importante, cosa che noi stiamo facendo quotidianamente e che continueremo a fare nonostante le criticità che indubbiamente vi sono». A dirlo, a margine della visita della delegazione del Csm al palazzo di giustizia di Vibo Valentia, il procuratore di Vibo Camillo Falvo. «Ultimamente – ha aggiunto – il Csm ha mandato per tutte le scoperture giovani magistrati ma il problema è sempre lo stesso: arrivano figure di prima nomina che, una volta superati i tre anni di servizio, lasciano questo territorio. Dovrebbero piuttosto essere i magistrati al loro interno a capire la situazione e a trovare soluzioni alla problematica del turn over. Oggi, quindi, noi prendiamo atto della disponibilità della copertura degli organici ma è chiaro che questa non può rappresentare una soluzione definitiva proprio per quanto asserito poc’anzi».
Falvo ha fatto una disamina della situazione territoriale evidenziando come in «una realtà come quella vibonese, con questo “effetto fisarmonica” dei trasferimenti, se non si mettono in campo una serie di incentivi per indurre chi opera in questo territorio a rimanervi, la situazione resterà sempre la stessa, vale a dire di perenne sofferenza. Bisogna, quindi, ampliare gli organici, circostanza che non è avvenuta per la Procura e solo in minima parte per il tribunale che deve affrontare i processi anche rilevanti nello spessore e nel numero degli imputati. A ciò si aggiunge l’esigenza di avere in dotazione mezzi e la disponibilità degli strumenti che servono allo svolgimento i processi. Da questo punto di vista il ministero della Giustizia ha dato qualche segnale nell’ultimo periodo ma purtroppo la realtà vibonese è difficile e bisognerebbe tenerne ancor di più conto».

Il presidente del tribunale di Vibo: «Csm sempre vicino»

«Devo dire che il Consiglio superiore della magistratura è stato sempre vicino anche se questo tipo di vicinanza è particolare, è formale e questo ha la sua importanza. Ricevere una delegazione ad un livello istituzionale così alto non è una cosa che capita spesso e questo deve solo essere apprezzato». A dirlo il presidente del Tribunale di Vibo Valentia Antonio Erminio Di Matteo a margine della visita. Per il capo dell’ufficio giudicante vibonese il «Consiglio ci ha dato sempre ascolto ed è sempre stato conseguente con le determinazioni prese nei nostri riguardi senza le quali non saremmo riusciti a fare ciò che abbiamo fatto. Quello di cui sentiamo un po’, invece, la mancanza è un intervento significativo del Ministero della Giustizia per le risorse materiali che sono necessarie per tutti gli sforzi che stiamo protraendo e che rifonderemo in futuro. Da questo punto di vista abbiamo avuto un ascolto relativo».
Di Matteo ha quindi ricordato che Pinelli ha annunciato che prima del 2025 non ci sarà la copertura totale di tutti gli organici della magistratura e rilevato che attualmente nella struttura vibonese mancano 4 giudici, «pertanto ci aspettiamo che saranno pubblicati i posti per altrettanti Mot (Magistrati onorari del Tribunale); su questo ho sentito qualche perplessità, tuttavia il Csm precedente ha sempre pubblicato i posti da coprire e sicuramente avverrà lo stesso con quello attualmente in carica. Quello che manca, piuttosto, è la continuità, in quanto la figura che lascia questa sede non viene rimpiazzata il giorno dopo. Sotto questo punto di vista esistono gli strumenti che non sono però di titolarità del Consiglio. È un punto, questo, sul quale ho molto insistito ma che fino ad oggi non ha avuto riscontro. Mi auguro, dunque, che si possa presto invertire il trend». (Ansa)

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