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“Figli del Minotauro” al Salone del Libro di Torino 2023

Un lavoro che parte dalla preistoria per compiere una riflessione sul mito, sull’arte, sul rapporto dell’uomo con la natura e con il territorio

Pubblicato il: 19/05/2023 – 18:47
“Figli del Minotauro” al Salone del Libro di Torino 2023

TORINO In controtendenza con la smaterializzazione del cinema e dell’audiovisivo la Cineteca della Calabria presenta al Salone internazionale del Libro di Torino, presso lo stand della Regione Calabria, il cofanetto multisensoriale de Figli del Minotauro/Storie di uomini e animali. Presenti Giorgia Gargano, Assessore alla cultura del Comune di Lamezia Terme e archeologa, ed Eugenio Attanasio, autore e presidente della Cineteca della Calabria.

L’opera

Ridare fisicità al cinema attraverso l’uso dei sensi, con una molteplicità di supporti, da vedere, toccare, leggere e sentire: questa è la grande scommessa della nuova edizione de Figli del minotauro/storie di uomini e animali, con libro, edizioni multilanguage ottimizzate per smartphone e tablet, dvd e registrazione del percorso sonoro della transumanza per chi voglia chiudere gli occhi e perdersi nel concerto dei campanacci. Un prodotto realizzato con Antonio Renda, Nicola Carvello e Guglielmo Sirianni che tra poco sarà diffuso nelle librerie. Un esperimento che diventa un oggetto tattile, visivo e sonoro, per diffondere il film documentario girato da Eugenio Attanasio, con la partecipazione dell’etnomusicologo Antonello Ricci, sulla transumanza della famiglia Mancuso di Marcedusa che diventa metafora del rapporto tra uomo e bovino. iniziato diecimila anni fa con la domesticazione. Ancora prima però il toro veniva rappresentato dai primi artisti della storia sulle pareti delle grotte con significati ancora a noi sconosciuti. Il documentario segue una famiglia di allevatori nelle stagioni che pratica l’allevamento semibrado delle podoliche, la razza tipica calabrese, ricostruendo di ipotesi di caccia primordiale e raffigurazioni parietali; in Calabria è sito uno dei più antichi e misteriosi graffiti del mondo, il Bos Primigenius di Papasidero. La civiltà cosiddetta pastorale custodisce un ricco novero millenario di conoscenze; i campanacci diventano  emblemi sonori di questo mondo arcaico ma calato perfettamente nella contemporaneità. Un lavoro che parte dalla preistoria per compiere una riflessione sul mito, sull’arte, sull’allevamento non industriale, sul rapporto dell’uomo con la natura e con il territorio. La transumanza è stata dichiarata dal comitato patrimonio mondiale dell’Unesco, riunitosi a Bogotà, patrimonio culturale immateriale dell’umanità. I riconoscimenti dell’opera dimostrano come la narrazione della  Calabria può finalmente emendarsi dall’immagine di terra di ‘ndrangheta, dal peccato originale di essere regione povera e terra di emigrazione, dagli stereotipi più comuni. E’ dunque possibile una nuova via del racconto in Calabria, letterario e cinematografico, cogliendo nel contemporaneo i segni di una civiltà contadina ancora assai vitale. Ultimi eredi di un mondo ancestrale, gli allevatori calabresi di podoliche, si muovono ancora andando dietro agli animali che si spostano in cerca di pascoli freschi, utilizzando ora il cavallo, ora il pick up, ora il quad, interpretando una modernità ancora sostenibile, dove uomini, animali, e specie vegetali creano un ecosistema.

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