COSENZA Un simbolo di Cosenza Capitale del volontariato è stato consegnato al Corriere della Calabria, questa mattina, a Villa Rendano, nell’ambito dell’iniziativa “L’umanità fragile: incontro con Domenico Iannacone”. E’ il presidente del Csv Ets di Cosenza, Giovanni Romeo, a consegnare il premio al Gruppo del Corriere della Calabria, L’altro Corriere Tv e Meraviglie di Calabria.
Sono circa 30.000 le persone coinvolte nel terzo settore, un numero imponente che fa di Cosenza la Capitale del volontariato. I dati mostrano quanto sia prezioso il lavoro dei volontari e delle associazioni nel supportare i cittadini con maggiori difficoltà. Un costante e necessario contributo, sottolineato in più occasioni da Domenico Iannacone, giornalista e autore di numerose «inchieste morali», raccolte in format televisivi di successo come “I dieci Comandamenti” e “Che ci faccio qui“. A Villa Rendano, Iannacone accenna ad alcune inchieste, mostra i frame dei reportage come quello realizzato nella vecchia tendopoli di San Ferdinando. Ed ancora il ritorno nella Piana di Gioia Tauro per raccontare l’incredibile storia di Bartolo Mercuri e dell’associazione “il Cenacolo”. «Mi hanno bruciato due pullman, solo perché non dovevo aiutare i migranti». In sella al suo bus, i due percorrono le vie di Rosarno raggiungendo i diversi insediamenti dispersi tra le campagne e raccogliendo i ragazzi ai bordi delle strade per offrirgli ristoro e trasporto. Alla fine del viaggio, a bordo saranno in 250 e «molti restano a terra».
«Stiamo parlando di 30.000 volontari, è una cifra enorme, anche inaspettata, che rompe la narrazione», dice Iannacone al Corriere della Calabria. «Significa che c’è una rete sociale forte e immaginare questa rete muoversi – in questo istante – per fare qualcosa per gli altri lascia ben sperare». «E’ la partecipazione emotiva di una umanità che si muove verso un’altra umanità», aggiunge Iannacone. Che si definisce un giornalista «libero nel racconto». «La responsabilità del giornalista sta nella sua onestà intellettuale. Per chi come noi fa questo lavoro è importante possedere integrità nell’approccio e nel modo con cui si avvicina alle storie e nel rispetto delle stesse». «Ci sono delle esperienze umane che ci vengono consegnate – aggiunge – noi abbiamo il compito di curarle, non di maltrattarle». Nella chiosa Iannacona cita Thomas Stearns Eliot. «In una celebre poesia parla dell’ascolto della musica di Chopin, ricordando come bisognerebbe essere da soli o al massimo in due a farlo per non sciupare il fiore. Bene, le storie sono un fiore che deve essere protetto anche dalle contaminazioni e dalle nostre ideologie». «Una bellissima giornata e speriamo di replicarla, volevamo ringraziare la stampa e i mass media da sempre vicini al terzo settore ed al volontariato», dice Gianni Romeo. Che aggiunge: «E’ importante per noi avere dei partner come voi per veicolare il messaggio della solidarietà e contrastare l’indifferenza».
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