Pubblichiamo un intervento di Antonio Tursi, componente dell’assemblea provinciale del Partito Democratico a Cosenza.
Ieri sera ho preso parte ad una partecipata assemblea a Rende sulla situazione amministrativa locale. La ritengo insostenibile e da tempo. Per ragioni del tutto politiche (e non giudiziarie: il garantismo non c’entra niente se la Politica arriva prima).
Purtroppo, molti mi chiedono cosa fa il Pd, cosa ne pensa. Molti compagni del circolo locale, che per un terzo hanno sostenuto la mia mozione e che ritrovo spesso essendo un loro concittadino.
Ritengo il silenzio del Pd sulla vicenda Rende grave e non ulteriormente tollerabile. Ho più volte sollecitato ai responsabili provinciali e regionali interventi e prese di posizione. Nulla è pervenuto alla mia attenzione e all’attenzione dell’opinione pubblica di una della città più importanti della Calabria.
Rivolgo un appello a Domenico Bevacqua, capogruppo regionale del Pd e, come me, iscritto al circolo di Rende: prenda posizione netta sull’amministrazione di Rende e non dia più asilo nella sua area a interpreti di primo piano della stagione del civismo ingordo di Manna.
Rivolgo un appello a Nicola Irto, che ricopre il ruolo di segretario regionale e dovrebbe svolgere la relativa funzione assumendosi le responsabilità che gli competono, anche formalmente in questo caso: commissari subito il circolo locale che da tempo subisce una vacatio per le vicende che hanno coinvolto il suo segretario e la sua relativa sospensione disposta dagli organismi di garanzia (il segretario è Annamaria Artese, vicesindaca sospesa, ndr).
Il silenzio, che rischia di passare per connivenza, finisce con il giustificare quelle passate operazioni trasversali che si sono nascoste dietro il civismo di Manna. Non in nostro nome, però!
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