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Lamezia e il caso Pegna: ecco perché il Comune ha deciso di non costituirsi parte civile

In una lettera il sindaco Mascaro spiega la decisione in contrasto con la proposta dell’Avvocatura. In udienza sarà ascoltato l’ex segretario generale

Pubblicato il: 20/05/2023 – 16:23
di Giorgio Curcio
Lamezia e il caso Pegna: ecco perché il Comune ha deciso di non costituirsi parte civile

LAMEZIA TERME Una decisione che ha fatto discutere e lasciato un po’ perplessi. Perché in tanti si aspettavano una decisione diversa, forte troppo scontata. Ma, quando si tratta di scelte, la sorpresa è sempre dietro l’angolo, soprattutto quando c’è di mezzo il Comune di Lamezia Terme. La giunta, insieme e su indicazione del sindaco Paolo Mascaro ha, infatti, deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento che vede coinvolto Ruggero Pegna, il consigliere comunale di opposizione la cui udienza è stata rinviata a gennaio del 2024 dal giudice del Tribunale di Lamezia Terme. E il primo cittadino lametino, attraverso una lettera firmata, ha spiegato anche i motivi per i quali – di concerto con la sua giunta – ha rappresentato «la volontà di non procedere a deliberare la costituzione di parte civile nel procedimento». Decisione, questa, assunta nonostante la proposta (la n. 2032) predisposta «dal Settore Avvocatura e tendente alla costituzione dell’ente quale parte civile nel procedimento».

Il caso

Andiamo con ordine. L’accusa formulata nei confronti del promoter lametino è di “falsità ideologica”. Un discorso che sembrava chiuso ma non per il gip del tribunale di Lamezia che, il 10 ottobre scorso, ha ordinato al pm Santo Melidona di formulare l’imputazione coatta nei confronti di Ruggero Pegna. Secondo l’accusa, infatti, l’ex candidato a sindaco «con dichiarazione resa al sindaco del Comune di Lamezia Terme il 20 dicembre 2019, attestava di non trovarsi nelle condizioni ostative di incompatibilità e ineleggibilità» – facendo riferimento agli articoli 60 e seguenti del decreto legislativo 267/2000 – «attestazione falsa perché il 19 dicembre 2019 aveva presentato al Comune di Lamezia Terme – Settore Entrate Comunali e Tributi –  la richiesta di rateizzazione di tre cartelle» corrispondenti a pagamenti omessi di Imu e Tari per 3.333,88 euro.

La lettera

Parte offesa del procedimento è (sarebbe a questo punto) il Comune di Lamezia Terme secondo l’accusa. Eppure, il giudice lo scorso 17 maggio ha dovuto prendere atto della scelta opposta. Il primo cittadino lametino, infatti, nella sua missiva motiva la scelta, citando alcuni esempi. E scrive: «(…) in particolare soccorre la disciplina dell’art. 63 comma 1 n. 6 che testualmente afferma che sono incompatibili “coloro che, avendo un debito liquido ed esigibile, verso il Comune… è stato legalmente messo in mora ovvero, avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi di detti enti, abbia ricevuto invano notificazione dell’avviso di cui all’art. 46 del D.P.R. 29/09/73 n. 602”». «Inutile, poi, – scrive ancora nelle lettera – sottolineare che la rateizzazione del debito, sostituendo alla data di originaria scadenza le successive date normativamente e/o pattiziamente definite, impedisce l’esigibilità del credito prima delle date per come concordate».

E richiama, poi, ad episodi specifici. «(…) ancora il Tar Lombardia, Brescia, Sezione II, sentenza 10/12/12, n. 1924 ha evidenziato che “la rateizzazione del debito tributario comporta la sostituzione del debito originario con uno diverso, conseguendo un effetto novativo. Pertanto, la rimodulazione della scadenza dei debiti tributari ed il differimento dell’esigibilità cancella anche I’originario inadempimento dei destinatari delle cartelle esattoriali, i quali possono presentarsi alle procedure a evidenza pubblica gravati da un nuovo debito tributario non ancora scaduto ed esigibile, sfuggendo in questo modo alla causa di esclusione di cui all’art. 38 comma 1, lett. g), del D.lgs. 163/2006”».

In udienza l’ex segretario generale

Preso atto della decisione del Comune, comunque il prossimo 10 gennaio 2024 sarà sentito dal giudice anche l’allora segretario generale del Comune, Pasquale Pupo. Quel segretario generale che, il 21 luglio 2020, ha inoltrato un documento al Consiglio comunale con il quale evidenziava «l’insussistenza ad oggi, in capo al consigliere Pegna, di un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei confronti dell’Ente comunale per come previsto dall’art.63, comma 1 n.6 del d. Igs. 267/2000**, in ragione dell’intervenuta estinzione delle obbligazioni in capo allo stesso, giusta comunicazione del legale del consigliere Pegna che ne aveva documentato il pagamento, mediante esibizione delle attestazioni di versamento».

La lettera inviata in Procura

In un documento riservato, datato 17 giugno 2021, e inoltrato alla Procura di Lamezia Terme guidata da Salvatore Curcio, l’allora commissario del Comune, Giuseppe Priolo, segnalava che attraverso una verifica approfondita del caso era emerso che in effetti l’Ente avesse avviato e concluso il procedimento amministrativo relativo alla contestazione della causa di incompatibilità del consigliere Ruggero Pegna, solo a partire dal maggio 2020 e dopo ripetute richieste formulate da Vincenzino Ruberto. «Non risultano, inoltre, – scriveva Priolo al procuratore Curcio – dagli atti portati all’attenzione degli scriventi, altri procedimenti di verifica delle autocertificazioni, né segnalazioni relative alla possibile “non veridicità” della dichiarazione sostitutiva di atto notorio resa in data 20 dicembre 2019 dal consigliere Ruggero Pegna, il cui accertamento, sebbene non retto da atto di controllo autonomo, è chiaramente deducibile dagli esiti della istruttoria condotta dal Segretario generale pro-tempore». Per Priolo e la terna commissariale, inoltre, era emersa la «necessità di rappresentare all’Autorità Giudiziaria le suddette circostanze che possono integrare fattispecie rilevanti dal punto di vista penale, a tutela del pubblico interesse» sottolineando anche la mancata segnalazione della dichiarazione stessa all’Autorità Giudiziaria, «in assolvimento all’obbligo di comunicazione in capo ai pubblici ufficiali».

La scelta di Mascaro

Insomma, una presa di posizione netta quella di Mascaro e della sua giunta, in netto contrasto con l’accusa e la decisione del gip mentre i giudici nell’ultima udienza hanno ammesso come parte civile il candidato al Consiglio comunale e primo dei non eletti, Vincenzino Ruberto. Una vicenda complessa che va avanti da oltre due anni e mezzo e che sarà chiarita solo nei prossimi mesi, in sede giudiziaria, a partire da gennaio del 2024, almeno per la parte penale ma evidentemente già definita per l’amministrazione Mascaro che, sfidando il normale percorso giudiziario, ha ben deciso di non mettersi di traverso nel procedimento che vede coinvolto Ruggero Pegna, nonostante le sollecitazioni dell’accusa e dell’Avvocatura.  (g.curcio@corrierecal.it)

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