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L’allarme dei sindaci

Anci Calabria: «La modifica delle norme sulla fusione dei comuni deve essere rinviata»

Il vicepresidente vicario Carmelo Panetta: «Abbiamo avanzato la richiesta al Consiglio regionale convocato per domani»

Pubblicato il: 21/05/2023 – 21:40
Anci Calabria: «La modifica delle norme sulla fusione dei comuni deve essere rinviata»

CATANZARO Il vicepresidente vicario di Anci Calabria, Carmelo Panetta, «all’indomani – riferisce un comunicato – dell’audizione concessa su richiesta dalla prima Commissione del Consiglio regionale, ha espresso il disappunto dell’associazione per la mancata considerazione della richiesta di rinvio, con eventuale stralcio dell’articolato, della modifica delle norme sulla fusione dei comuni». «Tale richiesta – afferma il vicepresidente Panetta – risulta motivata anche dall’esigenza di un più compiuto approfondimento della modifica proposta e per meglio comprenderne le ragioni e gli effetti. L’argomento ha suscitato vasto allarme tra i sindaci calabresi, legittimamente timorosi che il mutamento delle regole vigenti possa implicare un indebolimento o un annullamento del ruolo degli enti comunali nell’iter procedurale delle fusioni di Comuni. Abbiamo già sottolineato che si ritiene indispensabile un confronto adeguato sull’argomento che permetta a tutti di essere protagonisti responsabili nella vicenda e consenta in prima istanza ai sindaci di sentirsi tranquilli custodi dell’autonomia dei Comuni, com’era concepita dalla Costituzione». «Abbiamo, pertanto, ritenuto – dice ancora Panetta – di riproporre la nostra richiesta di rinvio delle determinazioni sulle norme relative alla fusione di comuni, investendo, tramite i capigruppo, l’intero Consiglio regionale convocato per domani. L’Assemblea legislativa si assumerebbe una grande responsabilità se intervenisse sulla questione senza favorire una maturazione della scelta, con il coinvolgimento pieno degli enti locali, che sono i veri soggetti interessati alla materia. Auspichiamo di ricevere giusta attenzione e maggiore disponibilità di dialogo per evitare prese di posizione più rigide e determinate da parte dei sindaci, che intendono tutelare un principio di garanzia poiché la fusione può essere solo l’esito di scelte condivise e non di possibili imposizioni, specie per i comuni di minori dimensioni».

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