REGGIO CALABRIA Un test, per la maggioranza ma anche per l’opposizione, anzi le opposizioni. Il Consiglio regionale di domani solo apparentemente è un Consiglio regionale di routine. Solo tre punti all’ordine del giorno, ma due di questi saranno verosimilmente teatro di forte contrapposizione politica, almeno secondo quanto prevedono i più attenti analisti. Il primo punto è il dibattito suoi fondi comunitari e sull’attuazione della spesa per il ciclo 2014-2020, punto fortemente voluto dalle opposizioni, e il secondo è la sempre più controversa “Omnibus”, l’ennesima – a memoria dovrebbe essere la sesta – che il centrodestra ha presentato in questo anno e mezzo di legislatura per risolvere questioni più o meno urgenti e contingenze politiche più o meno urgenti.
Alla seduta ovviamente il centrodestra si presenta al solito granitico, saldato dalla leadership del governatore Roberto Occhiuto e ancora al riparo dalle eventuali propaggini delle fibrillazioni che si percepiscono a Roma tra le forze alleate nel governo Meloni. Probabile che la maggioranza farà scudo impenetrabile sulle pratiche in discussione in Consiglio regionale, forte di numeri oggettivamente a prova di bomba. Sui fondi Por l’opposizione partirà prevedibilmente in attacco, ricordando le cifre diffuse nelle scorse settimane da un report comunitario dal quale sarebbe emerso che la Regione rischia di perdere a fine anno quasi un miliardo se non accelera la spesa in questi ultimi mesi della programmazione. L’assessore regionale al ramo Marcello Minenna ha già replicato parlando di ritardo che la Calabria condivide con il resto del Paese ma spiegando che il tutto si allineerà secondo le previsioni della Giunta. Comunque, “materia del contendere” c’è. Così come secondo gli analisti politici si dovrebbe profilare un forte scontro tra maggioranza e e opposizioni sulla “Omnibus”, una sorta di “patchwork” legislativo nel quale il centrodestra ha infilato di tutto di più, e soprattutto un articolo, il numero 3, che a parere della minoranza “annacqua” la portata del referendum sulla fusione dei Comuni rendendolo consultivo e non vincolante: un’escamotage che per la minoranza il centrodestra vuole concretizzare per rendere più spedito l’iter della proposta di legge sulla creazione della “Grande Cosenza” attraverso la fusione dei Comuni del capoluogo, di Rende e di Castrolibero. Vista la rapidità con cui il testo è arrivato in aula – una decina di giorni dopo la sua presentazione – su input di una maggioranza che ha forzato tutti i tempi sembra evidente che il centrodestra voglia imbastire una prova muscolare e chiudere la partita in un amen. Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, prima della seduta del Consiglio regionale domani potrebbe esserci un vertice tra le varie forze che compongono le minoranze di centrosinistra, dal Pd al M5S, dalla componente Liberamente Progressisti del Misto rappresentata da Lo Schiavo a DeMa. Vertice finalizzato a verificare la possibilità di tenere un atteggiamento comune in aula, e c’è anche chi dice che il centrosinistra stia valutando una sorta di Aventino quando si discuterà della “Omnibus”. Si vedrà, e per questo per le opposizioni questo Consiglio regionale è un test, visto che nell’ultima seduta non sono apparse, come in genere peraltro è stato in questa legislatura legislatura, sincronizzate su una linea unitaria. (ant. cant.)
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