CATANZARO Il Tirreno ma anche lo Jonio. La strategia di contrasto alla maladepurazione e di tutela del mare si amplia in Calabria nel 2023, estendendosi anche ad altri Comuni costieri oltre quelli già avviati lo scorso anno dalla Giunta regionale su input del presidente Roberto Occhiuto. La “fase 2”, ancora più rafforzata, della lotta alle disfunzioni del sistema depurativo ma anche fognario della Calabria si è concretizzata in una delibera-atto di indirizzo, predisposta dall’assessore regionale all’Ambiente Marcello Minenna, che parte dalla necessità di «procedere in prosecuzione delle attività avviate nel 2022, alla definizione di interventi prioritari di manutenzione straordinaria da attuarsi negli impianti di depurazione e nelle stazioni di sollevamento dei Comuni costieri ricompresi tra la foce del Fiume Noce e quella del fiume Mesima, tra la foce del torrente Riace Capo e quella della fiumara Melito e tra la foce del fiume Alli e quella del torrente Ancinale»: sotto osservazione dunque anche un ampio tratto di costa jonica nel Catanzarese e nel Reggino, oltre a quelle sul Tirreno – da Tortora a Nicotera – già interessate dalla strategia della “tolleranza zero” del 2022 perché sono emerse «situazioni di criticità». Inoltre si rimarca la necessità di definire «interventi di rifunzionalizzazione della linea bottini di impianti di depurazione, ai fini del trattamento dei liquami non collettati, provenienti dai Comuni calabresi». La copertura finanziaria di queste operazioni è assicurata grazie a una rimodulazione del Pac Calabria 2007-2013 e al conseguente stanziamento di oltre 12 milioni. (redazione@corrierecal.it)
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