LAMEZIA TERME «La situazione, purtroppo, si è notevolmente deteriorata. Ma già c’erano dei segnali preoccupanti prima del Covid. Certo, l’emergenza ha slatentizzato un disagio e le problematiche legate al fatto che negli ultimi 10 anni, e forse anche qualcosa di più, c’è stato un definanziamento della sanità con gravi carenze strutturali, di personale, di fondi destinati alla sanità e questo ha prodotto un sostanziale e forte indebolimento del sistema pubblico». È chiaro il messaggio di Francesco Cognetti, professore di Oncologia medica all’Università La Sapienza di Roma, sentito dal “Corriere della Calabria” per fare il punto sulle tante emergenze del settore.
Il professor Cognetti affronta diversi aspetti tutti legati nella forma e nella sostanza alla prevenzione oncologica e l’emergenza post-Covid, tema che sarà al centro della due giorni “La meraviglia di stare al mondo” organizzata a Vibo Valentia dal gruppo del “Corriere della Calabria” il 26 e 27 maggio prossimi. Secondo il professor Cognetti, dunque, «non ci sono ancora segnali importanti e decisi di ripresa. Noi abbiamo fatto le nostre proposte come società scientifica seguendo le nostre analisi, ma attendiamo ancora, dopo diversi mesi, di poter interloquire fattivamente con il governo per i provvedimenti che saranno necessari».
Ma, quando parliamo di oncologia, la prevenzione assume un ruolo centrale e non solo da un punto di vista concreto e operativo, ma anche e soprattutto perché i dati ci restituiscono, con riferimento all’adesione e agli screening, un panorama nazionale che ha numeri molto diversi tra Centro, Nord e Sud. «La cultura della prevenzione noi l’abbiamo instillata, l’abbiamo sempre predicata – afferma il professor Cognetti – sebbene di prevenzione ce ne siano di due tipi: quella primaria, ovvero il tentativo di eliminare le cause che possono produrre il cancro quindi stile di vita, abitudini alimentari, altre pessime abitudini come il fumo di sigaretta, attraverso l’informazione e l’educazione, soprattutto a livello dei giovani. E devo dire che in questi anni, dal punto di vista del sistema pubblico, non è che ci sono stati questi sforzi a implementare questo settore». «Poi c’è la prevenzione secondaria, cioè l’applicazione degli screening per la prevenzione di tre tumori, quello della mammella, quello del colon retto e cervice uterina. Quindi partivamo già prima del Covid con numeri bassi e siamo precipitati a dati del 2021, a livelli assolutamente imprevedibili, stiamo ritornando a quello che era il pre-Covid».
«Purtroppo, ci sono molte regioni, come tutte quelle del Sud ma anche qualcuna del Centro Italia come il Lazio – ha spiegato ancora il professore – che si trova in condizioni abbastanza simili a quelle delle regioni meridionali, hanno una copertura dello screening rispetto al target di popolazione nettamente al di sotto del 50% per alcune regioni. La Commissione Europea, nel suo piano oncologico europeo, chiede a tutti gli stati membri di raggiungere il 90% entro il 2025, ci si rende conto dell’abisso in cui siamo precipitati e quindi sarà ben difficile poter recuperare queste cifre, ma ce la dobbiamo mettere tutta».
«Dobbiamo – ha detto ancora il professor Cognetti – comunque partire con un piano di razionalizzazione, un piano che investa anche nelle risorse perché altrimenti non si può fare una buona sanità pubblica. Rimpiomberebbero al 6,3% sul Pil contro una media dell’8,8 e con la Germania e la Francia che viaggiano al 10%». «E non avremmo nemmeno questo poco che abbiamo se i privati cittadini e non contribuissero alla spesa sanitaria. L’anno scorso le risorse che sono state assicurate dal i cittadini sono state un valore veramente enorme, ben 37 miliardi di euro». (redazione@corrierecal.it)
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