REGGIO CALABRIA «I concorsi appena indetti dal Comune di Reggio Calabria sono chiaro segno di approssimazione amministrativa e di assenza di responsabilità politica e sociale nei confronti della città e dei cittadini. Quest’amministrazione a guida di facenti funzioni esulta per l’indizione di procedure concorsuali che, anziché portare nuova linfa alla macchina amministrativa e burocratica, arricchiranno il Comune solo di ricorsi, contenziosi e speranze tradite. Speranze dei tanti cittadini, soprattutto dei giovani, che vorrebbero lavorare nella nostra Reggio Calabria e dare un contributo allo sviluppo del territorio, ma che oggi, alla luce della sciatteria amministrativa e politica di chi governa la città, sono costretti a prendere atto che si è trattato di speranze mal riposte». Lo afferma la senatrice della Lega, Tilde Minasi, che interviene sui nuovi concorsi predisposti dal Comune di Reggio Calabria. I concorsi prevedono modalità in remoto e strumentazioni tecnologiche a carico dei candidati. «La compagine politica comunale, dopo aver rinunciato a Formez Pa per la gestione dei concorsi, ha addirittura deciso – spiega la Minasi – di farli svolgere da remoto, ossia da casa, quindi con una procedura che, introdotta tempo fa per fronteggiare l’emergenza covid, comporta notoriamente serie difficoltà a garantire adeguati controlli durante lo svolgimento delle prove e, quindi, carenza di trasparenza, oggettività ed imparzialità nella valutazione dei candidati. Soprattutto – prosegue Minasi – non si comprendono le ragioni politiche e di opportunità alla base di questa scelta, soprattutto alla luce della comunicazione, risalente allo scorso 5 Maggio, da parte dall’Organizzazione mondiale della Sanità, circa la conclusione dell’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia. Peraltro, in questi bandi non è prevista la valutazione dei titoli di studio, non sono stabiliti i punteggi da assegnare alle prove a risposta multipla, non indicate la tipologia né la modalità di svolgimento delle prove da remoto, e la prova scritta, anch’essa da remoto, potrebbe addirittura essere a risposta aperta, il che comporterebbe ampi margini di discrezionalità per una Commissione di concorso di cui peraltro non è dato conoscere la composizione. Inoltre – dice ancora la senatrice della Lega – non risultano allegate al regolamento per l’accesso all’impiego, approvato dal Comune con dg del Comune numero 5 del 19 gennaio 2023, le linee guida dell’Anci per i concorsi da remoto, per come di contro raccomandato dall’Anci medesima, che dettano disposizioni per la Commissione e per i candidati in merito allo svolgimento delle prove. Dunque una totale assenza di trasparenza, ripeto, e una decisione che accresce la deresponsabilizzazione sociale e politica a cui questa amministrazione ci ha abituati. I bandi prevedono, oltretutto – sottolinea Minasi – che debbano essere i candidati a dotarsi dei computer, della connessione internet e di tutta la strumentazione informatica necessaria per le prove da remoto. Ma lo sa questa Amministrazione che molte famiglie e molti giovani non hanno purtroppo la possibilità di godere di connessioni internet a casa e di dotarsi di Pc performanti come quelli richiesti? Che faranno queste famiglie e questi giovani? Rinunceranno a mettersi in gioco? Rinunceranno a candidarsi ai concorsi? Questa modalità gestionale – prosegue – carica di fatto i costi delle prove sui cittadini e sulle fasce più deboli, piuttosto che rimettere all’Amministrazione il carico di fornire almeno la strumentazione necessaria; garanzia prevista in molti concorsi, certamente in quelli gestiti da Formez PA, organismo che rappresenta lo Stato ed a cui il Comune di Reggio ha inteso rinunciare. E, dunque, viene limitata di fatto l’accessibilità al concorso stesso, comprimendo ingiustamente i più elementari principi costituzionali previsti in materia di accesso al pubblico impiego. Ci sarebbe, anzi, da chiedersi perché gli strumenti informatici non possano essere forniti dalla società a cui è stato affidato il concorso, lautamente remunerata a spese dei cittadini. Questa vicenda – conclude la senatrice – mostra il totale scollamento di Palazzo San Giorgio dalla realtà cittadina ed anche nazionale e chiediamo, dunque, un immediato e serio passo indietro all’amministrazione, invitandola ad annullare la procedura concorsuale in atto, per predisporre un bando che risponda ai dovuti requisiti di trasparenza e imparzialità e consentire una selezione delle persone più preparate e meritevoli del nostro territorio, a prescindere dalla loro capacità di spesa».
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