CROTONE La città di Crotone conta quasi 60mila abitanti, il dato è del 2022, e come provincia è all’ultimo posto nella più recente classifica sulla qualità della vita stilata dal quotidiano Il Sole 24 Ore sulla base di 90 indicatori, tra cui la presenza di infrastrutture di collegamento. Alla fine del febbraio scorso, le luci dei media si erano riaccese sul territorio crotonese per via del naufragio di Cutro, che aveva provocato circa un centinaio di morti accertati, la solidarietà spontanea della popolazione locale, l’arrivo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e una seduta del Consiglio dei ministri sul posto, con l’approvazione di ulteriori norme di «contrasto – si legge in un comunicato stampa ufficiale – ai flussi migratori illegali e all’azione delle reti criminali che operano la tratta di esseri umani».
Crotone è dunque una periferia dell’“Impero” occidentale, per citare un celebre testo di Michael Hardt e Antonio Negri sul nuovo ordine mondiale della globalizzazione? Con il suo comprensorio, la città è un luogo perduto, condannato all’abbandono e all’oblio? «Cultura e rigenerazione urbana per il riscatto collettivo, anche attraverso la partecipazione delle associazioni ai progetti del Comune, che mirano a garantire centralità, servizi pubblici e processi di sviluppo all’intero territorio». Risponde così Vincenzo Voce, sindaco civico di Crotone, che scommette sul potenziale delle risorse culturali per la crescita economica; «soprattutto in relazione al futuro dei nostri giovani», aggiunge con il tono baritonale e lo sguardo tenero che ha quando parla. C’è un precedente significativo: Buenos Aires si rifugiò nella cultura, a partire dalla lettura di Borges, dopo la crisi economica dell’Argentina, agli inizi degli anni Duemila.
Di recente, la giunta Voce ha deliberato di presentare la candidatura di Crotone a Città capoluogo della cultura italiana per il 2027, con l’idea, sospinta allo stremo da Luigi Bitonti, presidente dell’associazione Paideia, di puntare su due maestri del pensiero occidentale: Pitagora e Gioacchino da Fiore. «Si tratta di figure – precisa il sindaco – accomunate dall’amore per la ricerca scientifica e la geometria, da un approccio affascinante alla conoscenza, da una connessione profonda con la natura». Mentre spiega, Voce osserva nel suo ufficio una foto che lo ritrae con Papa Francesco, «autore – sottolinea il sindaco – dell’enciclica “Laudato si’”, cioè la bibbia dell’ambientalismo contemporaneo, e instancabile paladino della pace e dell’accoglienza umana, valori che la comunità di Crotone ha nel Dna». «Anche se, in quanto civici, noi non abbiamo appoggi dai partiti nazionali, stiamo cercando – prosegue Voce – di cambiare la città con progetti finanziati e già a buon punto. Così vogliamo valorizzarne l’identità e la ricchezza culturale, che intendiamo collegare alla storia del territorio, compresi i vicini luoghi dell’operato di Gioacchino da Fiore e dei suoi monaci. Noi pensiamo, come don Luigi Ciotti, che la cultura sia uno strumento formidabile di trasformazione delle coscienze e della mentalità. Crediamo, dunque, che la cultura possa determinare un progresso economico e sociale tangibile». Rispetto alla candidatura di Crotone a Città capoluogo della cultura italiana, Giuseppe Pipita, direttore del giornale il Crotonese, appare scettico sulle possibilità di successo, «perché – chiarisce – ancora mancano spazi adeguati agli eventi culturali». Ma il sindaco Voce non demorde, e rilancia: «La cultura è motore di sviluppo. Con questa visione, ci stiamo dedicando anima e corpo al progetto Antica Kroton, che vale 29 milioni di euro. Nel merito, attraverso Invitalia abbiamo già appaltato dieci interventi, suddivisi in tre raggruppamenti, e individuato i progettisti e le ditte esecutrici. In nome dell’assoluta trasparenza, ho voluto rinunciare al potere politico e mi sono affidato a Invitalia, soggetto dello Stato, al fine di dare corpo a un progetto fondamentale per la città di Crotone».
«Nello specifico – dettaglia il portavoce Francesco Vignis, che ricopriva lo stesso incarico durante il mandato della commissaria prefettizia Tiziana Costantino e dei sindaci precedenti, Ugo Pugliese e Peppino Vallone – sono coinvolti la Regione, il ministero della Cultura e il Comune di Crotone. Il primo cluster del progetto Antica Kroton prevede un collegamento della città con il promontorio Lacinio, quindi un collegamento con Capo Colonna, per capirci. Più di preciso, si tratta di un percorso turistico e paesaggistico che collega la città al promontorio di Capo Colonna. Poi c’è un secondo cluster, che invece riguarda il castello di Carlo V, in particolare la ristrutturazione delle mura di cinta, e poi alcuni lavori di valorizzazione archeologica su via Acquabona e nell’area del parco Pignera. L’ultimo cluster, invece, si sostanzia in una sorta di musealizzazione della città, cioè in un collegamento con tutti i siti di interesse archeologico di Capo Colonna. Il coordinatore del progetto è Alberto Giordano, tra l’altro già presidente di Renzo Piano Building Workshop, dunque uno specialista di grandissimo livello, di altissimo spessore». «L’investimento pubblico per Antica Kroton, ma non vorrei sbagliare, è inferiore soltanto a quello per Pompei. Al di là della sua consistenza economica, il progetto – puntualizza il portavoce Vignis – va a trasformare Crotone in profondità e si inserisce in un quadro di ulteriori interventi che l’amministrazione sta facendo. È un progetto legato ad una rigenerazione urbana molto più ampia della città, dal punto di vista della valenza architettonica, storica e culturale. Nel contesto – continua – si affiancano le attività statali della Soprintendenza e le attività di valorizzazione a carico della Regione Calabria. Antica Kroton supera pertanto i confini nazionali e sicuramente mette Crotone sotto una luce completamente diversa. È un’occasione importante per la città, di cui si parlava da molti anni. Finalmente, siamo giunti ad una fase esecutiva ed è la prima volta che si vede tutto questo fermento, non solo per l’entità delle risorse economiche ma anche per quanto concerne l’attivazione di strumenti pubblici. Peraltro, il progetto è seguito da un dirigente, nominato di proposito dal sindaco Voce, che si chiama Antonio Senatore, altro professionista di navigata esperienza».
«Il cambio di passo che ha voluto il sindaco Voce – sottolinea Vignis – è dato dalla creazione di unità e responsabilità specifiche rispetto ai singoli progetti. Per esempio, noi abbiamo anche un’unità che si occupa del Pnrr. Insomma, vi sono delle professionalità interne ed esterne specificamente operative su tutti i progetti avviati, che nel loro insieme totalizzano almeno 100 milioni di investimenti pubblici, compresi gli interventi di riqualificazione urbana e per la nuova impiantistica sportiva in quartieri periferici della città. Anche sul Pnrr, siamo in controtendenza rispetto ai problemi che si stanno trovando dal punto di vista nazionale. Non solo abbiamo intercettato i fondi, ma alcuni li abbiamo già messi a bando e ad aggiudicare».
Nel 2022 il Comune di Crotone vinse il Premio nazionale del ministero della Cultura per la promozione del libro e della lettura. «Allora – racconta Vignis – avevamo stretto un patto con tutte le associazioni del territorio, a riprova che quando ci si mette insieme e ci si impegna tanto, si può avere un riscontro di rilievo nazionale». «Le iniziative culturali – rimarca il sindaco Voce – rappresentano un seme fruttuoso sul terreno della legalità, del coinvolgimento e della partecipazione. Ora, per esempio, sono in corso i laboratori di Antica Kroton. I progettisti si incontrano per lavorare e si confrontano anche con la città, cui forniscono spiegazioni e danno conto dell’andamento e degli obiettivi del progetto. Così coniughiamo cultura, trasparenza, informazione e prospettiva. Inoltre, abbiamo già assunto in Comune circa 100 nuovi dipendenti e altrettanti verranno reclutati tramite concorsi pubblici. In quanto all’accordo che abbiamo raggiunto con l’Eni, esso è figlio di una vecchia e non più attiva transazione, in virtù della quale, oltre alle royalties, la città otteneva soldi a compensazione delle attività estrattive. Noi abbiamo ripreso il discorso, e, grazie anche alla tenacia del vicesindaco Sandro Cretella, abbiamo agito – puntualizza Voce – perché la città avesse dei cospicui finanziamenti a ristoro, già destinati ad importanti opere. Ne cito due che sono in cantiere: una è la realizzazione di una strada alternativa per il quartiere Tuffolo-Farina, che ospita quasi 10mila persone; l’altra è il ripristino dei serbatoi di San Giorgio, in modo che la città possa avere un soccorso in caso di problemi della conduttura centrale. L’accordo siglato con Eni è di oltre 20 milioni di euro, di cui quasi 17 per la città di Crotone, che ci consentono di aumentare senza affanni la spesa pubblica per i servizi ai cittadini, soprattutto in questo periodo di grave crisi economica. La nostra preoccupazione è soprattutto per i meno abbienti e per le politiche culturali, spesso trascurate in nome di un capitalismo fatto di consumi inutili».
L’intervista si chiude e Voce ci accompagna sino all’ingresso del municipio. Lì un passante commenta: «Ecco il primo cittadino che la sinistra non ha e che vorrebbe». Il sindaco replica di getto: «Forza Crotone, basta questo». (redazione@corrierecal.it)
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