PALMI Ancora tutto fermo per la realizzazione dell’ospedale di Palmi. A dirlo è Simone Celebre, segretario generale Fillea Cgil Calabria. «Il cantiere – afferma Celebre – dopo averlo aperto per qualche giorno, è nuovamente chiuso e nessuno sa se e quando riapre. Siamo alle solite. L’altro giorno, per pura curiosità, sono andato a Palmi a fare un giro per rendermi conto di persona se c’erano le giuste attenzioni sulla realizzazione di questo nosocomio necessario non solo a Palmi e al suo circondario, ma all’intera provincia di Reggio Calabria, e con mio grande rammarico ho dovuto constatare che il cantiere ancora non esiste. Eppure, più di un mese fa, precisamente lo scorso 17 aprile, c’è stata la formale consegna dei lavori per l’eliminazione dei tralicci dell’alta tensione, perché senza la rimozione di queste interferenze l’azienda, che è la stessa di quella che sta realizzando l’ospedale della Sibaritide, non può iniziare i lavori per la realizzazione dell’importante infrastruttura sanitaria. Anche in quella occasione ci fu chi fece degli annunci politici che, a distanza di più di un mese, sono rimasti solo annunci».
Per Celebre «si continua solo a perdere del tempo prezioso. Come Fillea Cgil siamo fortemente preoccupati non solo dal fermo dei lavori per la rimozione dei tralicci dell’alta tensione ma anche e soprattutto da un problema che riguarda, purtroppo, la realizzazione di tutti e tre nuovi ospedali (Palmi, Vibo, Sibaritide) ed è quello che i progetti definitivi ed esecutivi per la realizzazione di tutti e tre le strutture sanitarie sono del 2007. Sono progetti “vecchi” di ben 16 anni e se non verranno riveduti nei conti economici, i cosiddetti Pef, sicuramente i tre ospedali non verranno mai ultimati. Succederà anche per l’ospedale di Palmi e per quello di Vibo quello che è avvenuto e sta avvenendo per l’ospedale della Sibaritide, dove, nonostante la struttura di ferro sia stata già completata per il 90%, l’azienda esecutrice dei lavori ha sospeso le lavorazioni perché oltre alla perizia di variante che deve essere approvata entro il 29 maggio 2023 ci sono ulteriori problemi da risolvere. Come già detto nei giorni scorsi riteniamo che sia necessario rivedere, con urgenza, i conti economici perché rispetto ai primitivi importi dei progetti definitivi oggi si registrano conti economici molto più alti dovuti ai 16 anni trascorsi e, soprattutto, al forte rincaro dei materiali che la pandemia prima e la guerra dopo hanno determinato negli ultimi anni. Quindi, oltre ai problemi dovuti alla mancata partenza dei cantieri c’è il problema della revisione prezzi di cui, in questo momento, nessuno ne parla. Noi, come Fillea Cgil, riteniamo che questo sia un problema per la cui risoluzione ci vorrà del tempo e se non si troveranno soluzioni adeguate il rischio di avere cantieri fermi per anni ed altre opere incompiute è più che reale».
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