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Rende, da “Mala Arintha” ad oggi. Aspettando il verdetto sullo scioglimento

A distanza di circa sei mesi dal blitz, la città vive in una sorta di limbo e attende di conoscere il proprio destino

Pubblicato il: 25/05/2023 – 19:51
Rende, da “Mala Arintha” ad oggi. Aspettando il verdetto sullo scioglimento

COSENZA Ridotto il numero degli indagati e stralciata la posizione dell’ex assessore Pino Munno (difeso dall’avvocato Gianluca Garritano), per il quale – lo scorso mese di aprile – era stato disposto il giudizio immediato. La procura di Cosenza, guidata da Mario Spagnuolo, ha chiuso l’indagine denominata “Mala Arintha” che vede il coinvolgimento di 42 indagati, tra soggetti fisici e imprese. Quando venne emessa la prima ordinanza, i soggetti coinvolti erano complessivamente 76.

La genesi dell’inchiesta

Le investigazioni risalgono al 2018, quando le forze di polizia hanno avviato le attività in merito all’affidamento di alcuni lavori. Nel mirino erano finite le procedure di affidamento di un appalto, successivamente sarebbero state intercettate altre procedure considerate “sospette”. Gli indagati attendono di comparire davanti al gup del tribunale di Cosenza, mentre le difese sono chiamate a smontare le accuse mosse nei confronti dei loro assistiti. Sono numerosi gli episodi finiti nelle carte dell’inchiesta dove chi indaga segnala: «lavori artatamente e falsamente indicati come necessari», «reiterate e false attestazioni» ed ancora «un’alterazione considerevole degli elementi essenziali del contratto ed un mutamento dell’equilibrio economico contrattuale in favore dell’effettivo aggiudicatario dell’appalto», «la falsa attestazione della regolarità tecnica, amministrativa e contabile dell’intera procedura amministrativa», «la fraudolenta predisposizione, derivante dalle loro collusioni, della perizia di variante».

Da “Mala Arintha” ad oggi

A distanza di circa sei mesi dal blitz, la città di Rende vive in una sorta di limbo e assiste quasi impotente dinanzi i numerosi avvicendamenti alla guida del comune: effetto diretto di alcune inchieste che hanno coinvolto il sindaco “sospeso” Marcello Manna. Oggi il municipio rendese è guidato dalla vicesindaca Marta Petrusewicz.
«Ho accettato questo incarico in una situazione difficile, ma è un lavoro di visione condivisa e quindi deve essere collettivo», ha esordito Petrusewicz dopo aver accettato di (sor)reggere le sorti del comune rendese. Che adesso attende solo il verdetto del ministero chiamato a decretarne – qualora lo ritenesse opportuno – lo scioglimento a causa di fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso. Di contro, dal ministero dell’Interno potrebbe giungere una decisione contraria allo scioglimento per insussistenza di presupposti. Il lavoro della terna commissariale si è concluso e la relazione consegnata alla prefetta Vittoria Ciaramella è stata inviata a Roma, lo scorso mese di aprile. Dunque, non resta che attendere.
Tornando alle parole pronunciate da Petrusewicz, la vicesindaca ha avuto modo di soffermarsi, nel suo discorso, sull’attuale ed evidentemente complessa situazione vissuta dall’amministrazione rendese. «Ciò che avviene oggi per Rende, ha colpito e colpisce tantissime amministrazioni pubbliche nel Mezzogiorno impedendone il funzionamento amministrativo. Ci si affida solo al giudizio dei procuratori, non più alla magistratura e ciò ad oggi è divenuta una regola. È un sistema malato che va scardinato», ha concluso Petrusewicz. (f. b.)

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