CATANZARO C’è chi parla di commissariamento di fatto, chi di autogestione. Il dato di fondo è comunque uno soltanto: continua l’impasse del Movimento 5 Stelle in Calabria, l’unica regione nella quale i pentastellati non hanno un coordinatore ufficialmente designato dal leader Giuseppe Conte. Sono passati cinque mesi da quando l’ex parlamentare M5S Massimo Misiti ha lasciato l’incarico e due mesi e mezzo da quando lo stesso Conte è sceso – una domenica pomeriggio – per raccogliere gli input del territorio a Lamezia Terme in un’assemblea regionale a porte chiuse a doppia mandata, ma ancora non si è venuti a capo di un “vulnus” che sta diventando sempre più ampio. Soprattutto alla luce dei lanci di agenzia che questa mattina hanno riportato alcune dichiarazioni dello stesso Conte, pronto ad esaltare l’avvenuta costituzione, in Italia, dei primi gruppi territoriali M5S, considerati il “fulcro” del percorso di radicamento e di organizzazione del partito sul territorio. Quasi superfluo sottolineare che in Calabria di gruppi territoriali ancora non se ne vedono, così come del coordinatore regionale e dei coordinatori provinciali.
Indubbiamente il campo del M5S in Calabria è sempre molto vivace, per usare un eufemismo, oltre che indecifrabile, e trovare una quadra non è facile, ma il caos ancora regna abbastanza sovrano, tra l’attendismo (indecisionismo, secondo i maligni…) del leader Conte e le fibrillazioni tra le varie anime pentastellate, due fattori che al tempo stesso sono causa ed effetto l’uno dell’altro. Nelle scorse settimane il dibattito interno al M5S sembrava avesse avuto una scossa con la decisione dell’europarlamentare Laura Ferrara, accreditata quale possibile coordinatrice regionale M5S, di ritirare la propria disponibilità con una fragorosa e forte presa di distanza dalle tensioni territoriali, condita da una critica nemmeno tanto velata allo stesso Conte, ma a quanto risulta l’accelerata auspicata non c’è stata. Sul terreno – riferiscono fonti interne al M5S – resterebbero ancora due aree, quella che fa capo alla vicecapogruppo alla Camera Vittoria Baldino, che è nell'”inter circle” di Conte e sarebbe ancora tra le figure “in pole” per diventare coordinatore regionale, e quella che farebbe riferimento ai portavoce deputati Anna Laura Orrico, anche lei “in pole”, Elisa Scutellà e Riccardo Tucci, area quest’ultima che secondo alcuni analisti però si sarebbe un po’ indebolita per le vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo lo stesso Tucci. In più il rischio di perdere un seggio parlamentare in Calabria per il blitz di Forza Italia in soccorso da Andrea Gentile jr non contribuisce certo a rasserenare il quadro. Il dialogo tra queste aree non filerebbe affatto liscio e questo ovviamente sarebbe un ulteriore elemento di freno alla scelta di una figura che possa superare l’impasse, al punto che nei conciliaboli informali tra i pentastellati calabresi starebbe emergendo anche la linea di guardare fuori dal perimetro parlamentare (un nome che circola molto è quello di Giuseppe Giorno, già coordinatore M5S nella campagna elettorale delle ultime Regionali). Ma ovviamente tutti aspettano che finalmente da Roma arrivi una parola da Giuseppe Conte. (c. a.)
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