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Le soffiate dello 007 a Pittelli. La Dda: «Fu Marinaro a dirgli che sarebbe stato arrestato»

L’incontro tra l’agente dei Servizi e l’ex parlamentare a Girifalco per un caffè nel giorno in cui l’avvocato scrive il suo “testamento”. La relazione (inedita) all’Aisi per giustificare quel facci…

Pubblicato il: 31/05/2023 – 14:57
di Pablo Petrasso
Le soffiate dello 007 a Pittelli. La Dda: «Fu Marinaro a dirgli che sarebbe stato arrestato»

CATANZARO Nel maggio 2019, in un bar sul corso di Girifalco l’agente “infedele” Michele Marinaro avrebbe svelato a Giancarlo Pittelli l’esistenza di una richiesta cautelare che li riguardava entrambi nell’ambito del procedimento “Rinascita Scott”. Il titolo di questa storia che incrocia i rapporti oscuri tra spioni e avvocati a caccia di notizie riservate lo sceglie il pubblico ministero Annamaria Frustaci nel corso della requisitoria del maxi processo: «Relazione di servizio avente a oggetto una tazzina di caffè». Quella tazzina di caffè fa tutta la differenza del mondo in una delle tante trame che si dipanano attorno alla figura di Giancarlo Pittelli, avvocato, ex parlamentare di centrodestra, massone. Dall’altra parte del tavolino, in un bar di Girifalco, c’è uno dei contatti istituzionali più importanti del legale catanzarese: l’ex agente della Dia e dei Servizi Michele Marinaro

12 maggio 2019: la relazione di servizio dello 007

È notte quando il magistrato, nell’aula bunker di Lamezia Terme, spiega che il tema di cui sta per discutere è «delicato» e che quel titolo e il riferimento alla tazzina di caffè servono (anche) per mantenere alta l’attenzione. Questo passaggio della requisitoria racconta un dato inedito. Nel corso delle perquisizioni di “Rinascita Scott”, Marinaro «si è difeso – spiega Frustaci – argomentando sull’esistenza di una relazione di servizio che documentava il suo pregresso rapporto con Pittelli, depositata in tempi non sospetti all’Agenzia di Informazione e Sicurezza interna, al dirigente dell’Aisi». Il pm dice che il documento – acquisito con l’assenso della difesa di Marinaro, rappresentato dall’avvocato Aldo Ferraro, ma non dei legali di Pittelli – è stato richiesto «perché poteva contenere degli elementi a discarico, per primi noi (…) non vogliamo credere di trovarci di fronte ad appartenenti alle istituzioni infedeli». 

12 maggio 2019: il “testamento” di Pittelli

Le relazioni di servizio servono ad «attestare – evidenzia Frustaci – delle situazioni delicate in cui suo malgrado un ufficiale si può trovare: incontrare una fonte confidenziale, incontrare un indagato». In questo caso la tempistica è fondamentale. La relazione (la vedete sotto) è del 12 maggio 2019. Stesso giorno di un altro documento «che è stato acquisito come una sorta di testamento olografo di Pittelli, che reca la data in calce, è acquisito agli atti, 12 maggio 2019». Marinaro incontra Pittelli e l’avvocato, quello stesso giorno, sente il bisogno di redigere un “testamento” nel quale scrive che sapeva di dover essere arrestato. Per la Dda di Catanzaro, quella tazzina di caffè getta nuova luce sugli appunti scarabocchiati dall’ex parlamentare e rinvenuti nella sua abitazione il giorno dell’arresto, il 19 dicembre 2019. Ma partiamo dal caffè. 

Il caffè a Girifalco e Pittelli con «le lacrime agli occhi»

007 | La relazione di servizio di Michele Marinaro

Michele Marinaro lavora nei servizi dal marzo 2018. Come vedremo, i suoi contatti con Pittelli non sono mai venuti meno. Il 12 maggio 2019 incontra l’amico a Girifalco, sul corso Antonio Migliaccio, prima di fare colazione. «Premetto – scrive lo 007 – che nel corso degli anni in cui ho prestato servizio al Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, sede Piazza Roma, ho avuto modo di conoscere il predetto Avvocato, il quale mi risulta essere persona stimata, ex senatore della Repubblica, nonché noto professionista del Foro di Catanzaro». Marinaro ricorda che «nel corso degli anni» i due hanno «intrattenuto un rapporto di cordiale amicizia». Nel caso dell’incontro a Girifalco, l’agente segnala che l’11 maggio 2019 l’avvocato Pittelli gli «aveva inoltrato un paio di messaggi con i quali mi salutava (…) e mi manifestava la volontà di incontrarmi, cosa che in un passato non tanto recente era accaduta per un caffè». Il giorno dopo quei messaggi i due si incontrano al bar e Pittelli è «agitato», ha «le lacrime agli occhi» e lo saluta «dicendo che ero l’ennesimo amico che non rispondeva ai suoi messaggi e che questa cosa lo aveva particolarmente turbato». Marinaro minimizza: spiega che non aveva «risposto ai suoi messaggi in quanto assorto da problemi familiari». Dopo questo breve scambio e il caffè, i due si salutano. Sulla scarna comunicazione dell’agente all’Aisi si innestano le considerazioni della Procura antimafia. 

Il pm: «Perché giustificare quell’incontro? Tra Marinaro e Pittelli 243 contatti in un anno e mezzo»  

REQUISITORIA | Annamaria Frustaci

Per la Dda di Catanzaro il tempismo è determinante: «Qual è l’aspetto importante e centrale? C’è un incontro ed è l’incontro nel quale Pittelli apprenderà che l’11 marzo del 2019 è sceso un seguito relativo alla richiesta cautelare formulata dall’Ufficio di Procura». In sostanza, sarebbe quello il giorno in cui l’ex parlamentare avrebbe appreso della richiesta di arresto a suo carico. Frustaci giustifica la conclusione per step. Il primo: «Questa relazione dal punto di vista formale ha per oggetto il nulla». Non avrebbe senso per Marinaro giustificare quell’incontro («perché gli altri caffè non sono stati oggetto di relazione di servizio?»). 
Una relazione di servizio si fa «per fatti gravi e importanti». E «quel giorno Marinaro ha avuto un incontro che non è stato casuale e che lui ha dovuto giustificare perché sapeva ormai che Pittelli era esattamente come lui destinatario di richiesta cautelare». D’altra parte, il numero dei contatti registrati tra i due prima di Girifalco non è trascurabile. Frustaci parla di «243 contatti nell’arco di un anno e mezzo», nessuno dei quali è stato oggetto di una relazione di servizio. «Ma questo era un caffè diverso dagli altri – argomenta –, perché questo caffè aveva il valore di una comunicazione, tant’è che Marinaro, per essere grato di ciò che ha ricevuto e al contempo per non mettersi nei guai con la sua amministrazione, mette nero su bianco un incontro con l’avvocato Pittelli per bere un caffè». 
Non è un incontro come un altro «perché le lacrime agli occhi (di Pittelli, ndr) scattano subito dopo questo incontro, abbiamo questo testamento manoscritto in cui si indica un esecutore testamentario con data 12 maggio 2019, stessa data della relazione di servizio».

La fuga di notizie inizia nel marzo 2019 «e non può sfuggire allo 007»

FUGA DI NOTIZIE | Michele Marinaro

Il magistrato entra nel dettaglio della sequenza degli atti del procedimento “Rinascita Scott”. Il 31 luglio 2018 viene «depositata dall’Ufficio di Procura la richiesta cautelare nell’ambito di questo procedimento nei confronti di diversi imputati». Già «in quella sede era stata formulata una richiesta cautelare che riguardava anche la posizione di Pittelli, ma Pittelli non poteva ancora conoscere quel dato, perché ancora quel dato era stato preservato con iscrizioni secretate, con la secretazione del registro delle iscrizioni, perché quando ci siamo resi conto di quello che accadeva lì dentro abbiamo secretato tutto, anche le iscrizioni, anche il Rege». Nessuno poteva conoscere il contenuto di quel documento, nessuno in quella data poteva sapere della richiesta di arresto per l’avvocato catanzarese. Nei mesi, però, le cose cambiano. Il «fatto nuovo» che «non può sfuggire a Michele Marinaro perché fa parte dei servizi» accade «nel marzo 2019», quando «viene trasmesso il seguito cautelare che riguarda la posizione di Marinaro in rapporto all’avvocato Pittelli». In quella fase «l’Ufficio di Procura fa le richieste di utilizzazione di quel dato (che riguarda Marinaro, ndr) alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (è lì che lavora l’agente, nella sede di Reggio Calabria, ndr), perché dovevamo essere autorizzati in ragione del peculiare regime di utilizzabilità che sorregge quel dato». 

«Il 12 maggio 2019 Pittelli apprende di essere destinatario di richiesta cautelare»

RINASCITA SCOTT | Giancarlo Pittelli

È in quel passaggio – dopo l’avvio della procedura da parte della Dda – che avviene la fuga di notizie e «Marinaro riesce ad apprendere qualcosa che lo riguarda in prima persona, che lo coinvolge in relazione al coindagato Giancarlo Pittelli, con il quale l’incontro non è casuale e viene relazionato in questa relazione di servizio per mettere una pezza a colori, una pezza d’appoggio sull’ennesima rivelazione che evidentemente scatta in quel momento». Dell’indagine “Rinascita Scott” si sapeva «in virtù del provvedimento del Tribunale di Catanzaro e del Presidente del Tribunale che esonerava un gip dalle udienze per scrivere questa corposa ordinanza custodiale, non si sapeva però quali erano le posizioni ed ecco perché l’atteggiamento muta il 12 maggio 2019, che è il momento in cui Pittelli apprende di essere egli stesso destinatario di richiesta cautelare». La ricostruzione dei magistrati antimafia è chiara: è lo 007 Michele Marinaro a comunicare a Pittelli il 12 maggio il contenuto della richiesta cautelare che li riguarda entrambi. E quello stesso giorno l’ex parlamentare verga il proprio “testamento”, appunta ricostruzioni, abbozza considerazioni. «Lo scopo di Marinaro – spiega Frustaci – era dare l’ultima informazione che sarebbe stato possibile dare». 

L’intercettazione di “Olimpo”. «Michele dentro i Servizi fa le imbasciate a Pittelli»

Non può essere diversamente, secondo Frustaci, visti anche i rapporti tra i due. Ci sono i 243 contatti telefonici a provare un legame stretto e una frequenza che sembra concentrarsi – altra valutazione del pm – nelle settimane del pentimento di Andrea Mantella, quando le cosche vibonesi si mettono a caccia dei primi verbali del pentito per valutarne le conseguenza. Ci sono anche le parole di un altro politico, finite nei brogliacci dell’inchiesta “Olimpo”. Si tratta di una conversazione del 12 gennaio 2019. Pasquale Anastasi, ex manager della Regione e indagato nel procedimento “Olimpo”, parla con un ex parlamentare, Ferdinando Aiello, e con l’ex consigliere regionale Nicola Adamo «della necessità di tenere un basso profilo». Anastasi dice: «Di quello che sa lui insomma, di quello che è riuscito a sapere, che lui ha un informatore che riesce ad entrare, che era della Dia e che ora un po’ l’hanno messo da parte, però ancora riesce ad avere qualche informazione». La chiacchierata «interviene mentre stanno parlando di Giancarlo Pittelli». 
«C’è questo passaggio – continua Frustaci – dove Ferdinando Aiello ribadisce: “Mò è dentro i Servizi quell’informatore, mò è dentro i Servizi quell’informatore” e dice poi testuale: “Michele Marinaro”. Pasquale Anastasi ribadisce: “Michele, bravo” e sorride. “Ti ricordi quando tu mi hai detto quella cosa alla Camera?”, dice ancora l’ex dirigente. Ferdinando Aiello: “E chi ce l’ha messo? E domanda a Michele, chi ce l’ha messo? Domanda a Michele”». Ferdinando Aiello in quel momento non è più un deputato ma è stato componente della IV Commissione Difesa dal 27 giugno 2014 al 22 marzo 2018, Marinaro entra nel marzo 2018» alla Presidenza del Consiglio dei ministri. La conclusione è affidata ancora a Ferdinando Aiello: «Michele dentro i Servizi fa le imbasciate a Pittelli ma ce l’ho messo io».  
C’è quanto basta, secondo il magistrato della Dda, per delineare la figura «di una persona che ha prestato un giuramento quasi come l’agente di copertura di qualcun altro». È «bruttissimo sentire queste parole» riferite a Marinaro, perché «si tratta sempre di soggetti delle istituzioni». Ma è in questo insieme di relazioni sommerse che si trova il senso di un processo «complesso», che «rappresenta uno spiraglio di luce sul territorio calabrese». A volte si parte da una tazzina di caffè. (p.petrasso@corrierecal.it

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